Perché facciamo sempre il tifo per gli underdog7 min di lettura —

Perché facciamo sempre il tifo per gli underdog — 7 min di lettura —

Gli underdog sono dappertutto: a scuola, sul posto di lavoro, negli sport e inevitabilmente anche nelle nostre serie TV preferite!

Chi sono gli underdog

Underdog significa letteralmente “sfavorito”, “svantaggiato”, è la persona o il gruppo di persone sui quali in una competizione o durante una gara nessuno punterebbe un centesimo. È Davide che affronta Golia, è Rocky Balboa, è il Glee Club che non ha fondi a sufficienza per partecipare alle competizioni regionali.

Sapete qual è la parte più interessante? Esistono studi che rivelano che è naturale un po’ per tutti fare il tifo per gli underdog, veder vincere i più deboli ci fa sentire appagati, mentre veder perdere i privilegiati offre un senso di giustizia.

10 gruppi di underdog nelle serie TV

1. Il gruppo di Misfits

Nathan, Simon, Kelly, Alisha e Curtis sono un gruppo di adolescenti qualunque condannati a svolgere lavori socialmente utili dopo aver commesso reati minori come… aver rubato delle caramelle. Il titolo della serie, Misfits, già spiega perché questi ragazzotti sono degli underdog: la parola inglese significa “disadattati”. Ora, immaginate cosa succede quando questo gruppo di bizzarri personaggi, guidati da un improbabile leader, ottiene dei poteri paranormali e porta sulle spalle il peso di salvare il mondo! Il caos è assicurato, e ciononostante vogliamo solo vederli trionfare.

2. I ragazzi di The Inbetweeners

Essere invisibili al liceo è difficile, diventare gli zimbelli di tutta la scuola è peggio: Simon, Will, Jay e Neil non riescono né a raggiungere la popolarità sperata, né tantomeno a passare inosservati. Nel goffissimo tentativo di catturare l’attenzione delle ragazze più belle della scuola, ne combinano una più del diavolo. E malgrado siano in fin dei conti artefici del proprio triste destino, non possiamo fare a meno che muoverci a compassione e sperare che almeno una volta qualcosa nella loro vita vada per il verso giusto!

3. Il Glee Club

La loro bulla è praticamente la professoressa di educazione fisica e già questo basta per farci stare incondizionatamente dalla loro parte. Il coro dei ragazzi del Glee Club dà voce ai senza-voce, agli emarginati, agli outcast del liceo presi di mira a colpi di granite dai compagni popolari. Vederli perdere quando competono contro i Vocal Adrenalice è un colpo al cuore, vederli trionfare è la rivincita di tutti noi.

4. Le Derry Girls

Le Derry Girls sono le cugine nordirlandesi dei ragazzi di The Inbetweeners. Sciocche e imbranate, non riescono a veder realizzato nessuno dei loro favolosi piani per ottenere ciò che desiderano. I genitori da un lato e la mitica sorella Michael dall’altro sentono la puzza di bruciato non appena Michelle, Erin, Orla, Clare e James pensano di combinarne una delle loro. La fortuna non volge mai a loro favore, anche se non desidereremmo che le cose andassero diversamente.

5. Gli sfigati del liceo Kennedy

I protagonisti di Popular sono divisi in due schieramenti: i biondi, belli e popolari, e i bruni, brutti (insomma, poi mica tanto!) e invisibili. La vita per Sam, Harrison, Carmen e Lily è più difficile che mai al liceo Kennedy. Mentre Brooke e compagni ottengono vantaggi e agevolazioni persino dagli insegnanti per il semplice fatto di essere di bell’aspetto, Sam e i suoi amici devono proprio sudarsi ogni vittoria… quando ne ottengono una! Come se sentirsi rifiutati a scuola non fosse abbastanza, ecco che le cose vanno a rotoli anche a casa: Sam non se la passa affatto bene quando sua madre sposa il padre della principessina della scuola…

6. La famiglia Gallagher

Fiona ha tirato su i suoi fratelli dall’età di nove anni, quando ha dovuto accettare il fatto di non poter contare né sulla madre bipolare che rifiuta le cure né tantomeno sul padre alcolizzato che non ha alcuna intenzione di cambiare per amore dei suoi figli. Se qualcuno merita un lieto fine, sono i Gallagher di Shameless, underdog per eccellenza che, per quanto ci provino, non riescono mai a trionfare.

7. I Brellies

Adottati da un padre alieno che li usa al solo scopo di mettere a punto un suo piano centenario e non mostra loro un briciolo d’affetto, gli Hargreeves di The Umbrella Academy imparano presto a cavarsela con le loro forze. La mancanza di una guida però si fa sentire e, persino in età adulta, non riescono a prendere in mano le redini delle loro singolari vite.

8. Gli scarti

Nessuno punterebbe un centesimo sugli Scarti del Barile, il quartiere più malfamato della città portuale di Ketterdam. Rifiutati dalla società, Jesper, Inej e Kaz scoprono una sorta di riscatto trasformandosi in abilissimi tiratori, spie e ladri. Fanno loro la massima di Blair Waldorf: “Non puoi obbligare le persone ad amarti, però puoi fare in modo che ti temano”.

9. Gli underdog sfigatelli nelle serie TV: Seth Cohen e co.

C’è n’è uno in ogni serie: il personaggio simpatico ma sfigatello che fa dell’umorismo la propria corazza. Seth Cohen, Stiles Stilinski, Chandler Bing sono tutti degli underdog, non necessariamente perché vivano una situazione particolarmente ostile o sfortunata, ma perché almeno una volta nella vita qualcuno li ha fatti sentire piccoli piccoli, incapaci, non abbastanza simpatici o attraenti e loro hanno creduto che non ce l’avrebbero fatta a superare le grandi prove di fronte a loro… nella maggior parte dei casi, per fortuna, abbiamo scoperto che si sbagliavano.

10. E tutti gli altri personaggi da proteggere a tutti i costi

Tutti i personaggi che subiscono traumi, che vengono gettati a terra e poi continuamente bastonati dalla vita, che avremmo voluto tanto abbracciare per offrire loro un po’ d’amore e conforto quando li abbiamo visti piangere sono degli underdog. Alcuni si fanno forti fingendo che non gli importi se tutti attorno a loro li considerano spazzatura. Fingono indifferenza, mostrano al mondo una facciata da duri, ma alla fine dei conti sono i più fragili di tutti. Si fanno strada dal fondo del barile, cercano di raggiungere la superficie, si sentono rifiutati, immeritevoli d’amore, combattono con una bassa autostima e sono certi che nessuno piangerà la loro morte. Noi speriamo che riescano sempre a cavarsela, ma a volte scopriamo che per alcuni non c’è proprio speranza.

Un finto underdog delle serie TV: Jon Snow

La storia del Trono di Spade fa passare Jon per un underdog, ma non è questo davvero il caso. In una serie piena di personaggi svantaggiati, vogliamo veramente credere che Jon sia una di questi? Analizziamo bene la situazione ed evitiamo di parlare per assoluti: Jon è cresciuto con la B di bastardo scritta a caratteri cubitali sulla fronte. In quanto figlio illegittimo di Ned Stark, Jon è considerato un malvagio, un traditore – tutte etichette che nel mondo delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco sono associate ai figli bastardi.

Questo basta a fare di lui un underdog? Probabilmente no. Probabilmente qualcuno potrebbe dire che lo è rispetto ai nobili attorno ai quali è cresciuto, ma d’altro canto è cresciuto nel privilegio. E non parliamo dei comfort derivati dall’essere cresciuto in un castello, ma da quelli relativi all’averlo fatto circondato da una famiglia amorevole. Jon è un bel ragazzo, è capace, è un guerriero competente, è apprezzato dalla maggior parte dei suoi compagni alla Barriera, è il più giovane Lord Comandante dei Guardiani della Notte, “sa legger di greco e di latino, e scrive e scrive, e ha molte altre virtù” (semi-cit.).

In una serie TV in cui c’è Tyrion Lannister a rappresentare l’underdog per eccellenza, cresciuto sì nell’agio ma senza quell’affetto di cui ha goduto Jon, il bastardo di Ned Stark potrebbe essere addirittura considerato uno dei preferiti di Dio.

In un primo momento, la serie ha persino forzato un paragone tra Tyrion e Jon. Il folletto dice al giovane Snow: “Mai dimenticare chi sei, perché di certo il mondo non lo dimenticherà. Trasforma chi sei nella tua forza, così non potrà mai essere la tua debolezza. Fanne un’armatura, e non potrà mai essere usata contro di te”. Jon, lamentoso e petulante come sempre, domanda: “Che ne sai tu di che vuol dire essere un bastardo?” e Tyrion risponde con amarezza: “Tutti i nani sono bastardi agli occhi dei loro padri”.

Sebbene il paragone abbia senso, non possiamo dimenticare che Tyrion è il vero underdog della serie. Jon non potrà ereditare Grande Inverno, ma Tyrion, a cui Castel Granito appartiene di diritto, deve implorare suo padre perché glielo conceda. Mettiamo le cose in prospettiva e accettiamo il fatto che se c’è qualcuno che deve faticare più degli altri nella serie, quello è proprio Tyrion, non certo il ragazzetto che a 14 anni viene preso sotto l’ala del Comandante Mormont per diventarne il successore.

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Pubblicato da Giulia Greco

Geek. Il caffè è la mia droga, serie TV, film, libri, anime, manga la mia passione. Classe '89, sono cresciuta andando a caccia di vampiri con la Scooby Gang e passeggiando tra le vie di Stars Hollow con le testa tra le nuvole, un po' come Luna Lovegood.

2 Risposte a “Perché facciamo sempre il tifo per gli underdog7 min di lettura —

  1. […] Intelligente e sensibile, Rebekah rimpiange la vita da umana ed è disposta a tutto pur di ottenere la cura che le permetterà di dire addio per sempre ai giorni da vampira. Purtroppo però, Rebekah va incontro a costanti delusioni. E forse è questa la ragione per cui ci siamo così affezionati al personaggio di Claire Holt. Facciamo sempre il tifo per gli underdog. […]

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