5 personaggi che funzionano solo su carta, ma non sullo schermo6 min di lettura —

5 personaggi che funzionano solo su carta, ma non sullo schermo — 6 min di lettura —

Quante volte guardando una serie TV ci siamo trovati a riflettere sul potenziale sprecato di una storyline, un attore o un personaggio? Quasi ogni show è caratterizzato da almeno un momento in cui lo spettatore lamenta la gestione poco riuscita o confusionaria di uno o più aspetti della narrazione: quando non si dà spazio sufficiente a una tematica interessante, quando un rapporto romantico o di amicizia sbuca fuori dal nulla, quando un villain si rivela una totale delusione, quando si decide di glissare su argomenti accattivanti, quando a una costruzione della storia complessa e ben stratificata non segue uno sviluppo coerente e così via dicendo…

Di esempi ce ne sono a bizzeffe e siamo sicuri che, per ognuno di essi, vi siano balenati in testa decine e decine di titoli. Ma facciamo un passo ancora più indietro e parliamo di potenziale sprecato non in una serie TV già avviata e in corso d’opera, ma nel processo creativo che la precede: la fase di scrittura.

In particolare ci riferiamo a quei personaggi che, almeno apparentemente, sulla carta funzionano, ma che sullo schermo non fanno scintille.

Vuoi che sia per una mancanza attoriale, vuoi per uno sviluppo superficiale di tratti potenzialmente interessanti, alcune figure si rivelano alla fine della fiera un totale disastro. Ne abbiamo scelte cinque, ecco qui di seguito chi sono e perché ai nostri occhi sono state delle delusioni.

5 personaggi in TV che funzionano solo su carta, ma non sullo schermo

1. Rycroft “Philo” Philostrate (Carnival Row)

Come abbiamo già ampliamente spiegato più volte, Carnival Row è l’emblema del potenziale sprecato in una serie TV: un universo narrativo popolato da mostri che si fanno metafora di diversità e alienazione che, però, banalizza gli argomenti trattati senza mai approfondirli a dovere.

Esattamente come la storia, anche il focus sui personaggi rimane sempre superficiale, e così non riusciamo mai davvero a entrare in empatia con loro e sperare che si liberino dalla situazione di prigionia a cui sono costretti.

La backstory di Philo, un essere fatato a cui vengono strappate le ali e che, proprio per questo motivo, è costretto a vivere tra due mondi senza mai sentirsi realmente parte dell’uno o dell’altro, avrebbe potuto conferirgli un certo spessore psicologico (un po’ come avviene in Tokyo Ghoul col protagonista Ken Kaneki) eppure non lo vediamo mai afflitto da chissà quale tormento interiore. Sappiamo cosa gli è successo, siamo a conoscenza delle sue vere origini, eppure Philo (forse complice anche la performance poco sentita di Orlando Bloom) non appare mai combattuto, a pezzi o distrutto dalla verità. È semplicemente sempre pronto a fare l’eroe, anche quando tutto attorno a lui (anche la relazione romantica con la bella Vignette) crolla inesorabilmente.

2. Kevin Pearson (This is us)

Kevin - personaggi che funzionano solo su carta

Lo sappiamo, lo sappiamo: siamo probabilmente gli unici sulla faccia della Terra a non aver subito il fascino di This Is Us, ma ogni volta che pensiamo alla famiglia Pearson, col suo modo di fare così dolce, melenso, così Mulino Bianco, così “Sole, cuore e amore”… proprio non riusciamo a non trovarla urticante.

Eppure uno come Kevin, un underdog che non si sente mai all’altezza della situazione e che trova nell’abuso di alcol una via di fuga dalla propria sofferenza, avrebbe tutte le carte in regola per essere il nostro preferito.

Dopotutto, a descriverlo così sembrerebbe proprio una sorta di Brooke Davis che incontra Gregory House, ma qualcosa deve essere andato storto durante il processo creativo perché a vederlo in TV il personaggio di Kevin viene fuori piuttosto piatto.

Anche quando viene spiegata la causa del suo malessere, anche nel momento della ricaduta abbiamo sempre la sensazione che si tratti di qualcosa lasciata a metà. Non riusciamo a comprendere perché si senta messo da parte e non temiamo che ci siano intoppi durante il suo processo di recupero. Una volta superata il crollo emotivo della stagione 2, Kevin smette di crescere e rimane fino alla fine un personaggio statico.

3. Soldatino (The Boys)

Quello di Soldatino è un caso leggermente diverso rispetto ai primi due della lista: stavolta la superficialità non riguarda lo spessore psicologico di un personaggio che vive un conflitto interiore, un malessere o che subisce un trauma con pesanti conseguenze emotive e mentali, ma ha più a che fare con delle aspettative disilluse dei fan per quanto riguarda il suo ruolo nella trama.

Di cosa stiamo parlando esattamente? Nella terza stagione di The Boys, Soldatino ci viene presentato inizialmente come un’arma potentissima, una bomba a orologeria pronta a esplodere e portare conseguenze irreparabili, un essere infimo e pericoloso come e forse anche più di Patriota.

Quello che ci era stato promesso non viene però mantenuto nelle puntate successive, perché il personaggio di Jensen Ackles non è altrettanto forte, non un essere spietato e senza scrupoli e neppure imprevedibile come il villain principale della serie. È solo un Supe come tanti che svolge la funzione di plot device prima che tutto torni allo status quo.

4. Emma Swan (C’era una volta)

Quando al fandom di C’era una volta viene chiesto chi sia il miglior personaggio della serie, la risposta è quasi del tutto unanime: Regina Mills.

Che sia la villain o l’eroina andata incontro a un meraviglioso percorso di redenzione, è lei il personaggio preferito della maggior parte degli spettatori.

Eppure anche Emma avrebbe potuto regalare tanto alla serie. Dopotutto stiamo parlando di una protagonista che fatica a esprimere i propri sentimenti perché lotta con la sindrome dell’abbandono e che soffre per non aver avuto gli strumenti per crescere suo figlio da sola.

Ma tutto il vissuto di Emma, il rancore verso i genitori e il dolore per aver lasciato andare Henry quando voluto tenerlo, trovano riscontro solo in pochi episodi.

Pur essendo la protagonista della storia, infatti, i flashback sulla sua vita prima di Storybrooke scarseggiano, e l’approfondimento sul sentirsi anche lei una bambina perdura è solo accennato superficialmente in un paio di episodi e non ha mai chissà quale peso nella narrazione.

5. I personaggi di Euphoria

Probabilmente sarete arcistufi di sentirci parlare di Euphoria in termini così negativi, ma quando una serie ci viene presentata come il teen drama più riuscito della storia della TV e addirittura la versione migliorata di Skins, proprio non ce la facciamo a trattenerci!

Quello che rimproveriamo principalmente ai personaggi di Euphoria è che potenzialmente sono ragazzini feriti, lasciati completamente soli al mondo in ambienti marci, di negligenza e di violenza, ma nella realtà dei fatti, eccezion fatta per Rue, non percepiamo mai il loro malessere né le conseguenze dei pesantissimi traumi subiti.

Dovremmo voler abbracciare Maddy, Cassie, Cat e compagni, ma la verità è che non sentiamo mai il loro dolore come fosse il nostro, anzi, a dirla tutta, quel dolore esiste sempre soltanto in potenza e non viene mai realmente approfondito.

LEGGI ANCHE

Perché facciamo sempre il tifo per gli underdog

Abbiamo recuperato This Is Us e…

Carnival Row poteva essere Penny Dreadful… e invece

Ti è piaciuto questo post?

Clicca per votare!

Media dei voti 5 / 5. Voti totali: 3

Ancora nessun voto. Vota per primo!

Seguici sui social!

Pubblicato da Manuela Greco

Classe ’92, appassionata di serie TV, film, libri, anime, manga e di tutto ciò che è nerd da che ne ha memoria.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *