Un professore 2, recensione: no ai #SimuelCanon e tutti gli altri problemi della fiction6 min di lettura —

Un professore 2, recensione: no ai #SimuelCanon e tutti gli altri problemi della fiction — 6 min di lettura —

Un professore 2 ci ha accompagnati su RaiUno e RaiPlay per dodici estenuanti episodi, che hanno generato malcontento e delusione nel fandom che aspettava da anni il prosieguo della storia di Manuel e Simone.

Proviamo a scoprire punto per punto cos’è andato storto nei nuovi episodi della fiction con Alessandro Gassman, Claudia Pandolfi, Nicolas Maupas e Damiano Gavino.

Tutti i problemi di Un professore 2, la recensione

1. Un professore 2 è bifobica

Simone e Manuel di Un professore

Tutto quello che i fan di Un professore e dei Simuel si aspettavano dalla stagione 2 era che Manuel prendesse coscienza della propria bisessualità e comprendesse di provare dei sentimenti di natura romantica per Simone.

Tuttavia la serie, come già avvenuto durante gli ultimi episodi della prima stagione, ha scelta di ignorare questa storyline e di relegare Manuel a interesse amoroso della new entry Nina.

Dopo il bacio (e chissà cos’altro) tra Simone e Manuel, Un professore 2 avrebbe dovuto dare continuità al loro legame e non troncare tutto sul più bello, dimezzando le loro interazioni rispetto al passato e trasformando quanto costruito nella stagione 1 in un nulla di fatto.

2. Un professore 2 è omofoba

Un professore 2 recensione, Anita e Dante

Può una fiction con protagonista un personaggio gay essere omofoba? Ebbene sì, soprattutto se va in onda in prima serata su RaiUno.

Mentre le scene di sesso etero si susseguono una dopo l’altra di episodio in episodio, un semplice e casto bacio tra due ragazzi viene segato via dalle interruzioni pubblicitarie probabilmente per non incorrere nel malcontento di un pubblico generalista troppo poco aperto a un tipo di rappresentazione inclusiva.

Non fa eccezione la conclusione forzata della relazione tra Mimmo e Simone, che sono costretti a separarsi nel finale di stagione.

3. Dante, l’eroe dell’outing

Dante Balestra è dipinto nella fiction come una figura positiva, amata da tutti i suoi studenti e dalle donne che seduce e abbandona, dispensatore di ottimi consigli, paladino dei diritti delle minoranze… Peccato che non sia così! 

Oltre a essere un traditore seriale, un pessimo insegnante di filosofia incapace di seguire qualsiasi programma ministeriale, e a non curarsi di come suo figlio affronterà un altro lutto in famiglia, Dante sembra non aver imparato nulla dalla prima stagione, ma continua imperterrito a rivelare a chiunque gli capiti a tiro che suo figlio è gay. E non importa che spetti a Simone decidere tempi, luoghi e persone con cui fare coming out, Dante riesce a precederlo ogni-dannata-volta.

Naturalmente, è vana la speranza che il personaggio di Gassman subisca una sorta di punizione per questo.

4. I Mimmone sono la copia dei Simuel?

Un professore 2 recensione: i mimmone

RaiUno e la produzione di Un professore hanno dunque fatto marcia indietro per quanto riguarda il rapporto tra Simone e Manuel, che dall’essere una potenziale coppia queer formata da un ragazzo gay e uno bisessuale, sono diventati due amici fraterni.

Le dinamiche di cui erano protagonisti durante la prima stagione sono state dimenticate e il personaggio di Mimmo è diventato una specie di surrogato di quello di Manuel.

Nonostante la storia tra Simone e Mimmo sia stata molto dolce e carina, non è stata altro che una riproposizione di quella tra il personaggio di Nicolas Maupas e quello di Damiano Gavino: anche stavolta, infatti, Simone si è trovato suo malgrado a dare una mano al ragazzo di cui si è innamorato rischiando di finire in giri loschi e attività illegali.

5. Bullismo e aggressioni omofobe senza conseguenze

Un professore 2 recensione: Nicolas Maupas

Nei primi episodi della seconda stagione di Un professore, Simone viene preso di mira da un gruppo di compagni di scuola, che lo insultano e lo prendono a pugni a causa delle sue preferenze sessuali.

Durante un’aggressione ai danni del ragazzo, Mimmo interviene colpendo violentemente il bullo in questione alla nuca e riducendolo in coma per settimane. Quando si risveglia, Ernesto non subisce alcuna conseguenza per aver fatto del male a Simone.

Neanche Dante sembra condannare le sue ignobili azioni, ma appare semplicemente sollevato per aver avuto la conferma che a colpire non sia stato suo figlio.

6. Tutti i meridionali sono criminali?

Un professore 2 recensione: Domenico Cuomo

Nei nuovi episodi di Un professore, è stato introdotto il personaggio di Mimmo, interpretato da Domenico Cuomo (il Cardiotrap di Mare Fuori), un detenuto in semilibertà che sta scontando la sua pena nel carcere di Roma, le cui celle sono colme esclusivamente di napoletani.

Lo pseudo crossover con Mare Fuori non ha giovato alla serie, che si è incartata in una storyline non solo già vista e confusionaria (impossibile non scorgere Gianni e Filippo nelle scene condivise da Mimmo e Simone), ma anche piuttosto controversa in quanto, volente o nolente, ha rafforzato una rappresentazione stereotipata del Sud Italia, secondo la quale chiunque abbia un forte accento partenopeo o più in generale meridionale, finirà inevitabilmente dietro le sbarre.

7. L’oppressione femminile e i messaggi controversi

Luna in Un professore 2

Tra i temi affrontati nella seconda stagione di Un professore 2 c’è quello dell’oppressione femminile e dei pericoli a cui ogni donna è soggetta ogni giorno.

Nei nuovi episodi, infatti, Luna ha iniziato una cyber relazione con un ragazzo sconosciuto, al quale ha inviato su richiesta nudes e foto sensuali prima di rendersi conto nel modo peggiore (un tentativo di violenza di gruppo) di essere finita nelle grinfie di un malintenzionato.

Nonostante l’obiettivo della serie sia stato probabilmente mettere in guardia le giovani spettatrici da possibili pericoli in rete, il messaggio trapelato non ha centrato il punto. Un professore 2 ha in qualche modo colpevolizzato la vittima delle molestie suggerendo che vestendosi in un certo modo sia maggiore il rischio di “cacciarsi in situazioni di pericolo”.

Inoltre, rendere Dante il portavoce di un messaggio “femminista” (con tanto di #NotAllMen per non farsi mancare nulla) non è stata la scelta migliore dal momento che il protagonista della serie è solito trattare le donne come oggetti, usandole per il proprio piacere e gettandole via quando non sono più di suo interesse.

8. La rappresentazione delle minoranze uscita direttamente dagli anni Novanta

Viola in Un professore 2

Durante la seconda stagione, la serie con Alessandro Gassman ha tentato di portare sullo schermo una rappresentazione inclusiva delle minoranze coi personaggi di Rayan (un nuovo studente con la passione per il gioco del calcio) e Viola, la sorella perduta di Manuel, costretta su una sedia a rotelle dopo un brutto incidente.

Pur apprezzandone il tentativo, ancora una volta il risultato non è stato dei migliori, riducendo i due personaggi a degli stereotipi ambulanti che sembrano venuti fuori dalle vecchie serie anni ’90, privi di qualsiasi caratterizzazione se non l’etnia nel caso di Rayan e la disabilità in quello di Viola. Il primo con una storia strappalacrime alle spalle, un fratello morto, un viaggio della speranza attraverso il deserto per cercare salvezza tra i bianchi; la seconda che esiste solo in virtù del suo trauma, della sua condizione fisica, e che viene trattata dagli altri personaggi come un oggetto rotto che deve essere aggiustato.

Fortunatamente, negli episodi conclusivi i due personaggi e la loro relazione vengono tratteggiati in maniera più approfondita.

9. La maternità

Nina

Ultimo ma non per importanza, il tema della maternità affrontato attraverso il personaggio di Nina.

Nel corso dei nuovi episodi, siamo venuti a sapere che Nina è una ragazza madre a cui gli assistenti sociali hanno negato la potestà genitoriale a seguito di un incidente durante un rave party.

Nonostante la gravità della situazione, Nina non viene mai dipinta come la cattiva della storia, ma come una madre a cui è stata strappata via la figlia e che merita una seconda e anche una terza possibilità, sorvolando del tutto sulle sue responsabilità per l’accaduto.

In questo modo, il messaggio che passa è che un genitore biologico potrà sempre avere delle pretese legittime sul bambino che ha messo al mondo, indipendentemente dalla propria condotta.

 

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Pubblicato da Manuela Greco

Classe ’92, appassionata di serie TV, film, libri, anime, manga e di tutto ciò che è nerd da che ne ha memoria.

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