One Piece e altri live-action basati su manga e anime di successo7 min di lettura —

One Piece e altri live-action basati su manga e anime di successo — 7 min di lettura —

L’ultima tendenza, specialmente in casa Netflix, sembra essere l’adattamento in live-action delle serie manga più amate.

Com’era prevedibile, il fenomeno One Piece ha colpito ancora e il live-action prodotto dallo streamer ha spopolato, piazzandosi per settimane nella top 10 delle serie più viste sulla piattaforma.

La serie TV di One Piece ha svolto un ruolo cruciale nella percezione che il pubblico generalista aveva degli adattamenti di anime e manga, ma non è la prima né l’unica serie live-action basata su un popolare fumetto giapponese.

Non tutti gli adattamenti hanno però goduto della stessa fortuna di One Piece e si sono rivelati dei veri e propri flop stroncati da pubblico e critica.

Scopri 4 live-action ben riusciti e 6 che non sono stati all’altezza delle aspettative.

4 live-action che vale la pena vedere su Netflix

One Piece (2023)

Distribuito a livello mondiale il 31 agosto 2023, il live-action di One Piece è riuscito a convincere proprio tutti, dagli storici lettori del manga di Eiichiro Oda a chi, prima dello show di Netflix, non conosceva neppure il nome del protagonista.

Fedelissima alla storia originale (forse anche troppo), la serie TV ha goduto della supervisione di Oda in persona nei panni di produttore esecutivo e della partecipazione di attori che prima di tutto sono fan del manga.

Lo show, a detta di critica e pubblico, ha spezzato la “maledizione dei live-action”, riuscendo a rimanere fedele al materiale originale, ma ritagliandosi al tempo stesso una dimensione autonoma.

La serie, almeno nella sua prima stagione, è tutta costruita attorno ai personaggi principali (Luffy e la sua ciurma) e al tema sempreverde della found family.

Unica pecca? L’estetica fin troppo cartonesca. Se One Piece avesse voluto osare, avrebbe potuto farlo scegliendo un’estetica più piratesca rispetto a quella dell’anime, ispirandosi a Pirati dei Caraibi e altri film e serie a tema.

Il risultato della scelta fatta in fase di pre-produzione è un’estetica sopra le righe, che però ben si sposa con lo spirito scanzonato di Luffy, Zoro, Nami, Usop e Sanji.

Nonostante le assurdità nell’aspetto di alcuni personaggi (su tutti spicca il look della ciurma del capitano Kuro), la vicenda narrata è talmente accattivante fin dal primissimo episodio da far passare in secondo piano qualsiasi lamentela nei confronti dei momenti e delle situazioni più sciocchi e assurdi.

Alice in Borderland (2020)

Tratto dall’omonimo manga di Haro Asō, Alice in Borderland è la storia di Arisu e Usagi, trasportati loro malgrado in una terra di confine in cui tutto ciò che conta è sopravvivere.

A metà strada tra Alice nel paese delle meraviglie e Battle Royale, Alice in Borderland è una storia accattivante, che non perde mordente nel suo adattamento in live-action.

La serie TV di Netflix Giappone, infatti, riesce a regalarci una serie con attori in carne e ossa fedele al manga ma allo stesso tempo unica. Mitigando alcuni degli eccessi tipici dei manga e scegliendo con attenzione dove e quando allontanarsi dalla fonte di carta e inchiostro, il live-action ha centrato l’obiettivo classificandosi non solo tra gli show più popolari sulla piattaforma, ma anche tra i live-action più riusciti di sempre.

Rurouni Kenshin (2012)

La storia di Rurouni Kenshin, il manga shōnen di Nobuhiro Watsuki, è ambientata nel Giappone degli anni Sessanta, devastato dalla guerra di Boshon, il conflitto civile esploso tra i sostenitori dello shogunato Tokugawa da un lato e quello dell’imperatore Meiji dall’altro.

In una società che sta cambiando, che si lascia alle spalle le usanze dell’epoca feudale per proiettarsi verso la modernità, un leggendario guerriero cerca espiazione.

La storia è quella di Himura Kenshin, il samurai vagabondo del titolo che, con la sua katana a lama invertita, vota la propria esistenza a proteggere gli innocenti.

La saga cinematografica ispirata al manga è composta da cinque film: Rurouni Kenshin (2012), Rurouni Kenshin 2: Kyoto Inferno (2014), Rurouni Kenshin 3: The Legend Ends (2014), Rurouni Kenshin: The Final (2021) e Rurouni Kenshin: The Beginning (2021).

I lungometraggi funzionano perché nonostante restino fedele al manga, apportano i necessari cambiamenti che elevano i film a qualcosa di più di semplici adattamenti in live-action. Vedere la saga di Rurouni Kenshin significa vedere una serie di film che stanno in piedi sulle proprie gambe e che, pur facendo l’occhiolino ai lettori, permettono a chiunque di godere della storia del samurai protagonista.

Arrivare a te (2023)

Il manga di Karuho Shiina, un classico del genere shōjo, è stato adattato in una serie TV per Netflix nel 2023 raccontando tutta, ma proprio tutta, la storia della protagonista Sawako Kuronuma.

La serie in live-action di Arrivare a te non è solamente fedelissima al manga, ma riesce anche a catturare lo spirito dell’opera originale, narrando una delle storie di crescita, d’amore e d’amicizia tra le più genuine di sempre.

I Flop: Death Note, Cowboy Bebop & co.

Fullmetal Alchemist (2017)

Difficile raggruppare il tre soli film i 64 episodi di Fullmetal Alchemist: Brotherhood. Impossibile catturarne la maestosità facendo un’opera di taglia e cuci che compromette le motivazioni dei personaggi.

La ragione principale per cui il live-action di Fullmetal Alchemist si trova in questa lista è però un’altra: non è mai chiaro a chi la trilogia sia rivolta. I fan lo trovano un insulto al manga di Hiromu Arakawa, chi vede solo il live-action non sarà in grado di capire gli ingranaggi del mondo narrato.

La trilogia di live-action di Fullmetal Alchemist manca di tutto il trasporto del manga, dello spessore emotivo dei protagonisti, delle sfumature di un mondo fantasy che serve all’autrice per raccontare altro, dalla lotta tra fede e scienza alle conseguenze di una guerra ingiusta, passando per la questione del sacrificio, della vendetta e delle responsabilità personali. Purtroppo, niente di tutto ciò è presente nell’adattamento in live-action.

Tokyo Ghoul (2018)

Se i due film di Tokyo Ghoul si trovano nella lista dei flop, la ragione è principalmente una: la produzione a basso budget non ha saputo garantire il prosieguo della saga, che avrebbe potuto invece dare lustro alla vicenda di Kaneki.

Dopo una serie anime che non ha saputo eguagliare la grandezza del manga, i film in live-action restavano l’ultima speranza a cui i fam avrebbero potuto aggrapparsi per vedere trasposta la serie di Tokyo Ghoul.

Nonostante la fedeltà estrema al manga, tuttavia, la produzione non risulta troppo accattivante, specialmente agli occhi del pubblico occidentale, abituato agli standard di Hollywood.

Yu Yu Hakusho (2023)

Dopo il successo di One Piece, Netflix sperava di bissare con Yu Yu Hakusho, adattamento in live-action basato sul manga di Yoshihiro Togashi.

Nonostante un primo episodio apprezzabile, non a caso supervisionato dal mangaka in persona, la storia di Yusuke e compagni viene così compressa da risultare irriconoscibile.

Manca tutto lo spessore psicologico dei personaggi di Togashi su carta, così come il tempo necessario a sviluppare relazioni tra di loro.

Il tutto risulta frettoloso e raffazzonato, un tentativo malriuscito di dare lustro a uno dei pilastri degli shōnen manga.

Dragon Ball Evolution (2009)

Oramai assurto a simbolo del fallimento dei live-action, Dragon Ball Evolution è il tentativo di americanizzare un’opera che non solo di americano non ha nulla – ambientata com’è in un mondo immaginario che trascende il tempo e lo spazio -, ma che godeva già di una popolarità tale da non necessitare un’operazione di occidentalizzazione per guadagnare il favore fan.

Ogni scelta narrativa, dall’età di Goku all’arrivo anticipato del Grande Mago Piccolo, si è rivelata un’arma a doppio taglio, decretando l’insuccesso del film, incapace di attrarre critica e pubblico.

Death Note (2017)

Nel 2017 è stato il turno di Death Note di scontentare il pubblico.

Il manga di Tsugumi Ōba e Takeshi Obata è uno dei più grandi successi nel panorama fumettistico giapponese. La vicenda di Light Yagami è coinvolgente dal primo all’ultimo capitolo, ma lo stesso non può dirsi del suo adattamento in live-action, che ha finito per snaturare del tutto la storia originale.

Dal nome del protagonista (non più Yagami, ma Turner) all’ambientazione americana (che tanto stona con la cultura degli shinigami), il Death Note di Netflix non potrebbe neppure essere considerato un adattamento del manga.

Purtroppo, è stato annunciato un sequel del film.

Cowboy Bebop (2021)

Secondo i fan dell’anime, la serie di Netflix di Cowboy Bebop può essere apprezzata solo se non la si considera un adattamento dell’originale o da chi l’anime non l’ha mai visto. Purtroppo, però, il live-action è indirizzato proprio agli storici appassionati della serie di Shin’ichirō Watanabe, che non possono fare a meno di detestarla con tutto il cuore.

Il problema dello show di Netflix è che snatura storia e personaggi, non riuscendo a cogliere l’unicità dell’originale, la commistione di generi, quell’aura nostalgica che un reboot del genere richiede.

Non è un caso che la serie sia stata cancellata senza tante cerimonie dopo una sola stagione.

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Pubblicato da Giulia Greco

Geek. Il caffè è la mia droga, serie TV, film, libri, anime, manga la mia passione. Classe '89, sono cresciuta andando a caccia di vampiri con la Scooby Gang e passeggiando tra le vie di Stars Hollow con le testa tra le nuvole, un po' come Luna Lovegood.

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