È arrivato il momento di rivalutare Marissa Cooper8 min di lettura —

È arrivato il momento di rivalutare Marissa Cooper — 8 min di lettura —

Marissa Cooper, o Coop per gli amici, è uno dei peggiori personaggi televisivi mai esistiti. È lamentosa e fastidiosa, egoista e narcisista, e sembra che il suo unico scopo sia quello di rovinare le vite di chi le sta attorno. Giusto? Sbagliato.

Che Marissa non sia perfetta è fuor di dubbio. Sa essere egoista, poco empatica, melodrammatica e addirittura irritante, ma definire il personaggio di Mischa Barton solamente in base alle sue caratteristiche negative significherebbe fare un torto alla protagonista di The O.C.

La storia della serie inizierà anche con l’arrivo di Ryan Atwood a Orange County, ma è Marissa Cooper, anima tormentata di The O.C., il vero catalizzatore dello show (dire che senza di lei la serie non esiste non è un’iperbole. E ben lo dimostra la sceneggiatura della stagione finale).

Anche se Marissa resterà sempre un personaggio polarizzante, trascorso ormai un ventennio dalla sua prima apparizione sui nostri schermi, è forse arrivato il momento di chiederle scusa, perché tutto l’odio ricevuto, forse, non lo meritava.

Marissa e i Cooper

Per comprendere davvero chi è Marissa Cooper dobbiamo iniziare dalla sua famiglia.

Jimmy e Julie giocano un ruolo cruciale nella crescita di Marissa e non in un modo in cui potrebbero andarne fieri. Sono infatti loro la prima causa del malessere della figlia maggiore e la ragione principale per cui Marissa cade in un vortice autodistruttivo dal quale a stento riesce a sfuggire.

Fin da principio è evidente quanto complicata sia la relazione con la madre Julie, donna snob e interessata, all’apparenza, solo a denaro e status sociale.

Nonostante la loro relazione sia un continuo scontrarsi e darsi addosso, è in realtà Jimmy a distruggere Marissa.

La giovane Cooper descrive il padre, nella prima stagione, come l’unico in grado di tenerla a galla. Cerca in lui il conforto che non trova in sua madre e, nonostante gli errori di Jimmy, Marissa sceglie di schierarsi dalla sua parte dopo il disastroso viaggio a Tijuana.

Certo, durante la prima e la seconda stagione di The O.C., è facile capire il perché Marissa non si fidi di sua madre. Dopotutto, Julie è la donna che ha pensato che fosse normale intraprendere una storia segreta con l’ex della figlia. È la persona che ha sposato Caleb Nichol pur sapendo che Marissa ne avrebbe sofferto, è quella che ha cercato di allontanare chiunque, a suo dire, non fosse all’altezza di Marissa in barba ai suoi desideri. E, dal punto di vista della sedicenne Marissa Cooper, è la persona che avrebbe voluto ingiustamente allontanarla da Newport e dai suoi amici per mandarla in una clinica psichiatrica – anche se la verità è che Marissa aveva un gran bisogno di aiuto.

Certo, col tempo noi spettatori e la stessa Marissa impariamo a capire che Julie cerca veramente di fare tutto ciò che è in suo potere per fare il bene delle figlie ma, nonostante le buone intenzioni, Julie è una delle cause che concorre all’esaurimento nervoso di Marissa.

Volente o nolente, tuttavia, il principale responsabile di tutto è Jimmy, con le sue insicurezze, il suo mondo fatto di sogni irrealizzati e rimpianti, le gelosie, le partenze, i ritorni e i continui inganni.

Se a Kaitlin viene risparmiato il dramma costante che ruota attorno alla famiglia Cooper, Marissa non gode dello stesso privilegio e sembra attirare i guai come una calamita. Ma viste le circostanze, possiamo veramente fargliene una colpa?

Marissa tenta di stare a galla in tutti i modi, trovando conforto nella famiglia Cohen, che è quanto di più lontano da quella disfunzionale in cui la ragazza è cresciuta, e nell’amicizia con Summer.

Nella terza stagione, però, Marissa viene suo malgrado allontanata da quell’ambiente che le fa da coperta di sicurezza e, ancora una volta, finisce in balia degli eventi che conducono alla sua prematura morte.

Marissa Cooper vittima della sua stessa gentilezza

Fin dalla prima stagione di The O.C., fin dell’episodio pilota della serie, quando la vediamo abbandonata dalle amiche sul portico di casa completamente ubriaca, una cosa è chiara: Marissa non ha un attimo di respiro. Non le viene mai concessa una tregua e, soprattutto a 16 anni, cercare di non crollare è una sfida impossibile da superare.

Ciononostante, Marissa ci prova. Lo fa per davvero. Mostra il suo sorriso migliore e tenta di mantenere buoni voti a scuola. Cerca di superare lo scandalo che ha mandato all’aria il suo debutto in società e persino di perdonare Luke per i continui tradimenti.

E in tutto questo, cerca sempre di essere gentile e carina con tutti. Lo fa con Theresa quando la incontra per la prima volta, con Ryan quando lo lascia andare tra il finale della prima e l’inizio della seconda stagione. Ed è proprio questa la sua maledizione. Perché il suo essere gentile finisce per farle del male, per farle credere di poter star bene solo dopo essersi scolata una bottiglia di vodka o aver urlato gettando il lettino prendisole in piscina.

Con la sua gentilezza e le carinerie, Marissa Cooper finisce per attirare le attenzioni di persone tra le meno raccomandabili. Oliver scambia le sue preoccupazioni per amore e Tray confonde la sua disponibilità con un invito a metterle le mani addosso. Ma è con Johnny che arriva il punto di rottura vero e proprio. È con lui che diventa chiaro quanto sarà difficile per Marissa stare nuovamente bene.

Quando Johnny si prende una cotta stratosferica per la biondina – una al limite dell’ossessione -, Marissa sceglie di stargli accanto comunque, mossa a compassione a causa della situazione difficile che il ragazzo vive. Con una gamba rotta, un reddito troppo basso per potersi permettere l’operazione che potrebbe sistemarla e il sogno di fare surf da professionista andato in frantumi, Johnny diventa la persona a cui Marissa si avvicina di più, tanto da trasformarsi nella sua infermiera personale.

Coop ha buone intenzioni. Non tenta di far cascare tutti i ragazzi ai suoi piedi, eppure è ciò che succede e i risultati sono sempre disastrosi proprio per Marissa. Oliver minaccia di uccidersi di fronte a una Marissa in piena crisi di pianto. Trey tenta di stuprarla mentre lei sceglie di nascondere quanto accaduto per amore di Ryan. Johnny è così depresso per la propria situazione che perde la vita tragicamente di fronte allo sguardo impotente di Marissa.

Com’è naturale che sia, Marissa soffre le conseguenze di tutto ciò. Si colpevolizza per quanto accaduto rifugiandosi non solo nell’alcol, suo fidato compagno, ma anche in una relazione tossica con il pericoloso Kevin Volchok.

Ryan non è più il suo ragazzo, Summer ha i suoi problemi con Seth, Julie ha conquistato il cuore del Dottor Roberts e Marissa sente ancora una volta di non poter fare affidamento su nessuno, esattamente come accaduto nella prima stagione a Tijuana.

Volchok è qualcuno che è fisicamente lì per lei, qualcuno che conosceva Johnny e soffre in qualche modo per la morte del ragazzo. Secondo Marissa, Volchock è l’unico che può capirla.

Volchok non è l’ennesima persona che Marissa frequenta per indispettire la madre, né qualcuno che lascia entrare nella sua vita perché crede abbia bisogno di aiuto. A questo punto della storia, Marissa crede veramente di non meritare di meglio. È pronta a rinunciare al college dei suoi sogni, sente di essere così ferita, così irreparabilmente danneggiata da non meritare di più.

Mentre tutti fanno progetti e immaginano come sarà il loro futuro, Marissa è ormai persa, e così si arrende, almeno per un po’.

Nonostante le fragilità e le sofferenze, però, Marissa ci riprova a rimettersi in sesto. Qualcosa scatta dentro di lei e, nel primo momento in cui mostra un po’ d’amore per se stessa, si rende conto di valere di più, di avere delle aspirazioni, di poter provare a vivere una vita lontana dalla sofferenza e dall’autoflagellazione.

Pur avendo detto addio (almeno per il momento) al college, immagina finalmente di avere un futuro davanti a sé.

Purtroppo sappiamo come va a finire: proprio a questo punto, Marissa va ingiustamente incontro alla morte.

Ma il punto è che Marissa Cooper, nonostante il destino tragico che l’attendeva, ha dimostrato resilienza e voglia di ricominciare. Ha provato a lasciarsi alle spalle i problemi di anoressia accennati nella prima stagione, le dipendenze da alcol e droghe e il ragazzo problematico in cui si era rifugiata.

È facile giudicare Marissa per le sue scelte sbagliate, per le urla contro i genitori, per tutte le volte in cui si è autosabotata e per tutte quelle in cui ha messo alla prova la pazienza di Ryan. Ma non possiamo negare che con Marissa Cooper ci troviamo di fronte a un grandissimo personaggio, un’eroina tragica, una ragazza adolescente che ha a che fare con problemi più grandi di lei negli anni più complicati della vita, in un’età già difficile di per sé.

Marissa Cooper sarà frustrante, capricciosa, anche un po’ vendicativa, ma è accattivante, affascinante e tenace in egual misura. Ed è proprio di questa fatta che sono fatti i grandi personaggi. Se parliamo ancora di lei, ci sarà una ragione, no?

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Pubblicato da Giulia Greco

Geek. Il caffè è la mia droga, serie TV, film, libri, anime, manga la mia passione. Classe '89, sono cresciuta andando a caccia di vampiri con la Scooby Gang e passeggiando tra le vie di Stars Hollow con le testa tra le nuvole, un po' come Luna Lovegood.

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