8 personaggi autistic-coded8 min di lettura —

8 personaggi autistic-coded — 8 min di lettura —

Il linguaggio dei media è fatto di codici volti a creare parallelismi tra il mondo al di là dello schermo e quello che sta al di qua. Moltissimi sono i personaggi non espressamente appartenenti a una certa categoria, ma che possono comunque esserne considerati rappresentanti.

Tante volte capita che questa codifica non sia neppure intenzionale da parte degli autori e spesso si tratta di un livello di lettura che sfugge anche agli spettatori più attenti.

Personaggi queer-coded e autistic-coded: come funziona il coding e com’è cambiato negli anni

Per moltissimi anni, a Hollywood era impossibile avere personaggi esplicitamente queer, per cui tutto ciò che restava da fare era il cosiddetto queer-coding, quella tecnica per cui alcuni personaggi venivano mostrati in luce queer, senza però mai dirlo in maniera chiara.

Sfortunatamente, spesso questi personaggi queer-coded finivano per essere i villain della storia. È il caso della stragrande maggioranza dei cattivi Disney del passato, da Scar ad Ade, passando per Ratcliffe e finendo con Ursula.

Tutti loro, o la maggior parte, spiccavano per l’arguzia, la dialettica, il sarcasmo, ma soprattutto per gli eccessivi manierismi presentati al pubblico in un’ottica inequivocabilmente negativa. Erano stereotipi ambulanti e rappresentavano volutamente ciò da cui il pubblico Disney avrebbe dovuto tenersi alla larga nel mondo reale. I personaggi queer-coded erano quelli per cui non fare mai il tifo, in cui non potersi rispecchiare. Erano un monito laddove i protagonisti un modello.

Negli anni, per fortuna, questa tendenza è svanita e di passi avanti in termini di rappresentazione ne sono stati fatti tanti.

Nell’animazione, possiamo finalmente contare si personaggi queer-coded positivi, come Nimona, Elsa o i protagonisti di Luca, giusto per citare una manciata di esempi.

Naturalmente il coding non si limita alla sfera queer. Esistono tantissimi personaggi nei media che sono autistic-coded.

Tra gli esempi più conosciuti, spiccano Sheldon Cooper (Young Sheldon e Big Bang Theory), Donnatello (Tartarughe Ninja), Peter Parker (Spiderman), Mercoledì Addams (Mercoledì) e innumerevoli altri.

Si tratta di personaggi solitamente timidi, iperfissati su certi argomenti, che non rispettano le convenzioni sociali perché probabilmente ne sono del tutto ignari, che non mantengono il contatto visivo (o lo mantengono troppo, nel caso di Mercoledì), che non comprendono la gamma delle emozioni e che hanno tanto altre caratteristiche associate allo spettro autistico.

Nei media, non sono molti i personaggi esplicitamente autistici. Possiamo citare Shaun Murphy di The Good Doctor, Quinni Gallagher-Jones di Hartbreak High, Sam Gardner di Atypical e pochi altri.

Per la maggior parte, le reti televisive non vogliono rischiare di alienare i propri spettatori, così moltissimi show usano il classico coding per indicare se un personaggio abbia o meno un disturbo dello spettro autistico.

Ecco 8 esempi di popolari personaggi autistic-coded.

8 personaggi autistic-coded

1. Eddie Munson (Stranger Things)

Appena introdotto, Eddie Munson è stato immediatamente eletto un fan favourite dagli spettatori di Stranger Things.

Eddie è evidentemente sia queer-coded che autistic-coded.

I fan hanno infatti notato che Eddie porta un fazzoletto nella tasca posteriore dei jeans. Si tratta di un codice che veniva utilizzato dagli uomini gay per identificarsi a vicenda negli anni Settanta e Ottanta. E poiché Stranger Things è proprio ambientata negli Ottanta, va da sé che quel fazzoletto ha un significato ben preciso e non fraintendibile.

Eddie rientra anche tra i personaggi autistic-coded. È un reietto, un ragazzo che fatica e sentirsi a suo agio coi compagni di scuola, che non sa se c’è un posto cui appartiene. Non gli interessa poi molto ciò che gli altri pensano di lui, tanto che fa ciò che vuole in barba alle derisioni dei compagni. Così lo vediamo fin dalla sua prima apparizione salire in piedi sui tavoli della mensa e urlare a squarciagola. Sappiamo della sua passione per Dungeons & Dragons e per la musica rock.

Tutti i suoi manierismi, per quanto possano anche essere considerati semplicemente tratti di una personalità bizzarra, ben si sposano con l’idea che Eddie sia un personaggio autistico.

2. Martha Masters (House)

Martha Masters è una dei medici che entra a far parte del team di Gregory House nella famosa serie medical.

Non appena introdotta, la dottoressa mostra non solo la sua ossessione per la simmetria e gli aeroplanini di carta, ma anche di possedere una spiccata intelligenza (ha un QI alto quasi quanto quello del protagonista) e tratti caratteristici dello spettro autistico.

Amber Tamblyn, l’attrice che la interpreta ha sottolineato la tendenza di Martha di dire tutto ciò che le passa per la testa, senza filtri. Ha anche detto che ha interpretato il personaggio come se avesse la sindrome di Asperger, un altro tratto che secondo l’attrice la accomunerebbe a House.

3. Newt Scamander (Animali Fantastici)

Il suo modo di fare, l’interesse per le creature magiche e le eccezionali capacità di entrare in empatia con loro sono tutti tratti che fanno di Newt Scamander uno dei protagonisti più interessanti del mondo magico. Newt, un po’ come Luna Lovegood, è un personaggio dalle sfumature inedite e proprio per questo fan e critici si sono domandati se alcuni aspetti della sua personalità non siano tratti che rientrano nello spettro dell’autismo.

Acuto, intelligente, sensibile e attento ai dettagli, preferisce la compagnia delle sue creature a quella degli altri maghi. Appare impacciato tra la gente, ma sembra rilassarsi in solitudine. Secondo Eddie Redmayne, l’attore che lo interpreta, Newt rientra nella rosa dei personaggi autistic-coded:

Si è parlato del modo in cui Newt si muove, del modo in cui evita il contatto visivo. Credo che abbia l’Asperger.

4. Anya Jenkins (Buffy)

Anya è sempre spaesata e fuori luogo nelle interazioni sociali, tanto che Xander è costretto spesso a spiegarle cosa fare per comportarsi in una maniera che sia “socialmente accettabile”. Anya spesso risulta infatti scortese, dice e fa cose imbarazzanti senza pensarci, raramente mostra empatia o genuina preoccupazione verso qualcuno. Sa essere fastidiosa, non riesce a cogliere nessun significato che non sia letterale e fa troppe domande.

Potrebbe sembrare di trovarci di fronte al classico caso di un personaggio non umano (Anya è un demone) ritratto accidentalmente come stereotipo offensivo di una persona autistica. Ma Anya viene ritratta allo stesso modo ben prima di diventare un demone. Aud non piace alla gente perché fa domande inopportune e interpreta le cose in modo troppo letterale. Dice esattamente quello che le passa per la testa e inavvertitamente infastidisce chi le sta attorno perché non ha filtri.

Così Anya viene considerata un esempio di personaggi autistic-coded e offre un senso di appartenenza alle persone che la osservano sullo schermo e si rivedono in lei.

5. Castiel (Supernatural)

Castiel non è umano, è un angelo. Così, tutte le sue caratteristiche più bizzarre, come il suo essere a disagio in determinate situazioni, sono in realtà il risultato della sua natura non umana. In questo senso, Castiel non potrebbe essere considerato canonicamente autistico (perché l’autismo è una configurazione neurologica umana), ma resta un personaggio autistic-coded, nel quale molte persone si identificano. Al contrario degli altri angeli, Castiel ha difficoltà nell’assimilare i modi di fare e di parlare propri degli umani, non riesce ad adattarsi, fatica a cogliere il sarcasmo nonostante sia sarcastico in prima persona, è schietto, dice ciò che pensa senza mezzi termini e si sente sopraffatto se immerso in ambienti sociali.

6. Beth Harmon (La regina degli scacchi)

La protagonista de La regina degli scacchi è considerata una ragazza insolita fin dall’inizio. Ha difficoltà a fare amicizia fin da bambina, tanto che in orfanotrofio le uniche interazioni umane si contano sulle dita di una mano: Jolene e il signor Shaibel. Anche una volta adottata le cose non cambiano, Beth ha difficoltà non solo nel creare connessioni con altri, ma anche nell’entrare in contatto con i propri sentimenti (più e più volte nel romanzo ripete di non provare nulla). Quando cresce, inizia a cercare il contatto umano, specialmente con gli uomini dai quali è attratta. Tuttavia, vale la pena di notare che Beth cerca intimità seppur in maniera scostante. L’unica cosa che riesce davvero a interessarla sono gli scacchi.

All’età di otto anni, per Beth gli scacchi diventano una fissazione, un classico esempio di interesse speciale associato all’autismo, in quanto ruotano intorno alla logica e agli schemi. Vediamo Beth perdersi nel mondo degli scacchi, rigiocare le sue partite mentalmente muovendo i pezzi sul soffitto della sua stanza da letto. Beth attribuisce il suo amore per gli scacchi alla loro semplicità rispetto al mondo che la circonda:

È un mondo intero di sole 64 caselle. Mi sento al sicuro. Posso controllarlo. Posso dominarlo. Ed è prevedibile, quindi se mi faccio male la colpa è solo mia.

7. Will Graham (Hannibal)

Nonostante Brian Fuller lo abbia negato con veemenza, Will Graham è considerato da molti fan di Hannibal non solo autistic-coded, ma anche canonicamente autistico. E persino nella serie stessa ci sono personaggi che si domandano se sia o meno neurodivergente.

Will non ha una ricca vita sociale e sembra preferire la compagnia dei suoi amati cani a quella umana. Con difficoltà riesce a fare amicizia e se lo fa non riesce a mantenere il contatto visivo. Già nel primo episodio, quando Hannibal gli domanda se non sia a suo agio nel guardare i suoi interlocutori negli occhi, Will risponde che gli sguardi degli altri sono “una distrazione”. A tutto ciò si aggiungono il suo fastidio verso le chiacchiere da bar (Will conversa davvero solo se interessato) e la capacità immaginativa di rivivere i crimini sui quali è chiamato a investigare notandone i più piccoli dettagli.

8. Mercoledì Addams (Mercoledì)

Diversa tra i diversi, Mercoledì è un’anima cupa, che tende ad allontanarsi dagli altri e cercare la solitudine. La Mercoledì di Netflix ha molti tratti tipici delle persone neurodivergenti, e in particolare dell’autismo: non ama il contatto fisico, fatica a interpretare le emozioni e le norme sociali, ha una mimica facciale pressoché inesistente, batte raramente le palpebre, appare schietta o monocorde quando parla con i coetanei e infine si concentra in maniera ossessiva sul risolvere il mistero del mostro della Nevermore Academy.

Vedere Mercoledì sullo schermo è confortante per molti fan proprio perché riescono a vedere una protagonista molto simile a loro, con cui condividere caratteristiche e modi di fare.

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Pubblicato da Giulia Greco

Geek. Il caffè è la mia droga, serie TV, film, libri, anime, manga la mia passione. Classe '89, sono cresciuta andando a caccia di vampiri con la Scooby Gang e passeggiando tra le vie di Stars Hollow con le testa tra le nuvole, un po' come Luna Lovegood.

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