Le terrificanti avventure di Sabrina | La recensione della parte 44 min di lettura —

Le terrificanti avventure di Sabrina | La recensione della parte 4 — 4 min di lettura —

Le terrificanti avventure di Sabrina, parte 4 è giunto al termine con un finale amaro e approssimativo, che ci fa rimpiangere incredibilmente le atmosfere gotiche e raccapriccianti che caratterizzavano la prima stagione e che ci lascia il rammarico per l’enorme potenziale che, purtroppo, non è esploso nell’ultima manciata di episodi.

Ciò che fa davvero rabbia è il fatto che la quarta parte della serie tratta dai fumetti del 2014 di Archie Comics aveva tutte le carte in regola per rimediare al pasticcio della terza: la struttura episodica col “mostro della settimana” tipica di serie sorelle come Buffy, Streghe e Supernatural, e l’iniziale approfondimento sul senso di alienazione della protagonista avrebbero potuto rimettere CAOS sui giusti binari, con una narrazione che, similmente a quanto accadeva nella prima stagione, riusciva a calibrare perfettamente la fitta e intricata trama soprannaturale e lo sviluppo psicologico dei personaggi.

Purtroppo, però, qualcosa si è spezzato negli episodi conclusivi della serie, che ha continuato a soffrire di quei problemi che già avevano minato la qualità della parte 3.

Non c’è un attimo per respirare

Le inquietanti entità note come Orrori Sinistri che Sabrina e compagni combattono nel corso della parte 3 avevano tutte le potenzialità per brillare come villain finali negli episodi conclusivi della serie con protagonista Kiernan Shipka. Mostruosi, raccapriccianti e minacciosi, l’Oscurità, l’Indesiderato, lo Strano, il Perverso, il Cosmico, il Ritornato, l’Eterno e il Vuoto erano nemici affascinati e perversi, così tanto da meritare un intero arco narrativo interamente dedicato alla loro sconfitta.

Il problema si presenta quando, oltre a loro, i protagonisti si ritrovano a far fronte a ulteriori minacce: il ritorno di Padre Blackwood, il precario equilibrio dato dalla coesistenza di Sabrina Spellman e Sabrina Morningstar, la costante minaccia di Lucifero, e la sempre presente lotta per il trono degli Inferi.

E se ai pericoli si aggiungono universi paralleli, la forte componente teen, l’oppressiva presenza degli amici mortali di Sabrina, e le inaspettate e troppo repentine rivelazioni su Mambo Marie e Roz, è chiaro che risulta davvero difficile sviluppare tutte le storyline presentate in maniera adeguata.

I personaggi non si evolvono

Naturalmente a soffrire della presenza fin troppo numerosa di trame e sottotrame sono i personaggi, che non vanno incontro ad alcun tipo di cambiamento e rimangono statici e monodimensionali

In questo modo non riusciamo davvero a parteggiare per loro o a comprendere fino in fondo cosa provano. Quanto colpisce Harvey la scoperta della vera identità di Roz? Perché Mary Wardwell decide di abbracciare un credo satanico e voltare le spalle alla sua fede incrollabile? Come reagisce Agatha alla scoperta della tragedia di Dorcas? In che modo il risentimento, la gelosia e la mancanza di fiducia nella relazione tra Nick e Brina vengono accantonati e improvvisamente dimenticati?

E anche i timidi tentativi di dare spessore ai personaggi, come le iniziali difficoltà della protagonista di sentirsi realmente vicina a qualcuno, la solitudine o la presa di coscienza di poter essere felice anche senza un ragazzo al suo fianco, finiscono con l’essere sopraffatti da una trama che diventa quasi soffocante.

La morte di Sabrina e i buchi di sceneggiatura

La parte 4 de Le terrificanti avventure di Sabrina ci lascia numerosi interrogativi a cui spesso non riusciamo a dare una risposta concreta. La lealtà di Caliban a Sabrina Morningstar, le reali intenzioni di Lilith, il ritorno di Robin o l’improvviso cambiamento del padre di Harvey che, tutt’a un tratto, ritroviamo alleato di Lucifero senza una reale spiegazione sono solo alcuni di essi.

Ciò che, però, lascia in assoluto più perplessità è proprio il finale, in cui Sabrina decide di immolarsi sull’altare del sacrificio per salvare Greendale e le persone che ama. Per quanto la scena sia commovente e ben recitata, sorgono numerose domande sul modo in cui accade.

Perché Sabrina non ritorna in vita dopo essere stata sepolta nella fossa di Caino? E perché nel momento della morte ritroviamo Sabrina, una strega che, nel momento in cui ha deciso di firmare il libro della Bestia donandosi, difatti, al Signore Oscuro, in una sorta di Paradiso?

Il finale riservato a Nick

Nel finale di serie, Nicholas Scratch decide di togliersi la vita per poter avere il suo lieto fine insieme alla ragazza che ama e stare con lei per sempre, almeno nella morte.

Un finale che ricorda quello di Romeo e Giulietta e che rende fin troppo romantica l’idea della morte, che appare come un riposo pacifico e come l’unica soluzione per guarire un cuore infranto.

Se è vero che, nelle puntate precedenti, avevamo già visto Nick alle prese col dolore, e conoscevamo bene il modo in cui reagiva ai traumi che subiva, cercando di evitarli e di dimenticarli lasciandosi andare ai piaceri effimeri dell’oblio, è altresì vero che vederlo reagire alla morte dell’amata tentando di andare avanti e venendo a patti con essa avrebbe lanciato un messaggio di gran lunga più positivo.

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Pubblicato da Manuela Greco

Classe ’92, appassionata di serie TV, film, libri, anime, manga e di tutto ciò che è nerd da che ne ha memoria.

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