Harry Potter e la camera dei segreti, le citazioni più belle del libro11 min di lettura —

Harry Potter e la camera dei segreti, le citazioni più belle del libro — 11 min di lettura —

La camera dei segreti è il secondo volume della saga di Harry Potter, la serie di libri scritti da J.K. Rowling. Quali sono le citazioni del libro che vi sono entrate nel cuore, che vi hanno fatto piangere a dirotto e ridere a più non posso? Noi ne abbiamo selezionate alcune, ma fateci sapere se siete d’accordo con le nostre scelte!

Harry Potter e la camera dei segreti: le frasi più belle

Hogwarts gli mancava così tanto che era come avere costantemente mal di stomaco. Gli mancava il castello con i suoi passaggi segreti e i suoi fantasmi, le lezioni (anche se magari non quelle di Piton, il professore di Pozioni), la posta consegnata via gufo, i banchetti nella Sala Grande, i sonni nel suo letto a baldacchino nel dormitorio della torre, le visitine al guardiacaccia Hagrid nella capanna vicino alla foresta proibita, e soprattutto il Quidditch, lo sport più popolare nel mondo dei maghi (sei alti pali alle porte, quattro palle volanti e quattordici giocatori a cavallo di un manico di scopa).

— Capitolo 1, Il peggior compleanno

Aprì gli occhi. La luna splendeva attraverso l’inferriata. Ed effettivamente c’era qualcuno che lo fissava attonito da dietro le sbarre: qualcuno con il viso coperto di lentiggini, i capelli rossi e un lungo naso. Fuori della sua finestra c’era Ron Weasley.

— Capitolo 2, L’avvertimento di Dobby

Aveva l’aria di essere stata, un tempo, un grosso porcile di pietra, ma qua e là erano state aggiunte delle stanze per un’altezza di diversi piani e, così contorta, la costruzione sembrava proprio reggersi in piedi per magia (il che, come Harry rammentò a se stesso, era probabilmente vero). Sul tetto rosso facevano capolino quattro o cinque comignoli. Su un’insegna sbilenca fissata a terra, vicino all’entrata, si leggeva: ‘La Tana’. Dietro alla porta principale, alla rinfusa, erano ammucchiati degli stivaloni di gomma e un calderone tutto arrugginito. Molte galline marroni ben pasciute andavano beccando qua e là per l’aia.

«Be’, non è un granché» disse Ron.

«Ma è magnifica!» esclamò Harry felice, pensando a Privet Drive.

— Capitolo 3, La Tana

«Santo cielo, a che serve essere un’onta al nome stesso di mago se non la pagano neanche a sufficienza?»

Weasley divenne ancor più paonazzo di Ron e di Ginny.

«Abbiamo un’idea molto diversa di quel che significa screditare il nome di mago, Malfoy» disse.

— Capitolo 4, Alla libreria "Il Ghirigoro"

Ma le sue parole vennero interrotte da un’improvvisa raffica di applausi, quando il ritratto della Signora Grassa lasciò aperto il varco. Sembrava che l’intero dormitorio di Grifondoro fosse sveglio: erano tutti pigiati nella sala comune circolare, in piedi sopra i tavoli sbilenchi e sulle molli poltrone, in attesa del loro arrivo. Alcune braccia si tuffarono attraverso l’apertura lasciata dal quadro per tirare dentro Harry e Ron, e a Hermione non rimase che affrettarsi a seguirli.

— Capitolo 5, Il Platano Picchiatore

«Harry, Harry, Harry» ripeté Allock allungando un braccio e passandoglielo intorno alle spalle. «Io ti capisco. È naturale voler riassaporare una cosa che si è gustata per la prima volta… e io devo rimproverarmi per esserne stato la causa, perché dovevo prevedere che ti avrebbe dato alla testa… Ma vedi, giovanotto, non puoi cominciare a far volare le automobili per cercare di farti notare. Ti devi calmare, d’accordo? Avrai tutto il tempo per farlo quando sarai più grande. Sì, sì, lo so cosa stai pensando! ‘Fa presto a parlare lui che è già un mago famoso in tutto il mondo!’ Ma quando avevo dodici anni non ero proprio nessuno, come te adesso. Anzi, direi che ero ancor meno che nessuno! Voglio dire che qualcuno ha già sentito parlare di te, non è così? Tutte quelle storie a proposito di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato!» Lanciò un’occhiata alla cicatrice a forma di saetta sulla fronte di Harry. «Lo so, lo so che non è piacevole come vincere cinque volte di fila il Premio per il Sorriso-Più-Affascinante indetto dal Settimanale delle Streghe, come è successo a me… ma è comunque un modo per iniziare, Harry, è un modo per iniziare».

Gli strizzò l’occhio con aria complice e si allontanò a grandi passi. Harry rimase lì impalato per alcuni secondi poi, ricordandosi che avrebbe dovuto essere nella serra, aprì la porta ed entrò senza far rumore.

— Capitolo 6, Gilderoy Allock

«Malfoy ha insultato Hermione. Dev’essere stata una cosa pesante perché tutti si sono arrabbiati».

«Era pesante» disse Ron con voce roca sollevando la testa pallido e sudato. «Malfoy l’ha chiamata ‘mezzosangue’, Hagrid…»

Ron si interruppe per via di una nuova ondata di lumache. Hagrid s’indignò moltissimo.

«Ma davvero?» ruggì rivolto a Hermione.

«È proprio vero» rispose lei. «Ma non so che cosa significa. Naturalmente ho capito che era veramente offensivo…»

«Forse è la cosa più offensiva che gli poteva venire in mente» disse Ron boccheggiante, riemergendo da sopra il bacile. «’Mezzosangue’ è un insulto spregevole e significa un mago nato Babbano… voglio dire, da genitori non maghi. Alcuni — come la famiglia di Malfoy, per esempio — pensano di essere meglio di tutti perché sono quello che la gente chiama ‘purosangue’». Ebbe un lieve conato e questa volta un’unica lumaca gli cadde nella mano tesa. La gettò nel bacile e proseguì: «Tutti quanti noi sappiamo che non fa nessuna differenza. Prendi Neville Paciock: lui è un purosangue, eppure non riesce neanche a fare star dritto un paiolo».

«Mentre non l’hanno ancora fatto l’incantesimo che ’sta streghetta non sa fare» disse Hagrid tutto orgoglioso, e a queste parole le guance di Hermione divennero di un bel rosso papavero.

«È una cosa disgustosa da dire a una persona» disse Ron asciugandosi con mano tremante il sudore che gli imperlava la fronte. «Sangue misto. Come dire sangue sporco. È roba da matti. Tanto, oggigiorno, quasi tutti i maghi sono mezzosangue. Se non avessimo sposato dei Babbani saremmo tutti estinti».

Fu scosso da un altro conato e si tuffò di nuovo sul bacile.

— Capitolo 7, Mezzosangue e mezze voci

Sulla parete davanti a loro luccicava qualcosa. Si avvicinarono lentamente, scrutando le tenebre. Sulla parete tra le due finestre, era stata dipinta una scritta a lettere cubitali e luccicava alla luce delle torce.

LA CAMERA DEI SEGRETI È STATA APERTA. TEMETE, NEMICI DELL’EREDE

— Capitolo 8, La festa di complemorte

Silente lanciò a Harry un’occhiata inquisitoria. Sotto lo sguardo dei suoi scintillanti occhi azzurri il ragazzo si sentì come trapassato da parte a parte.

— Capitolo 9, La scritta sul muro

Harry avvertì una sensazione sgradevole che partiva dalla spalla e si diffondeva nel braccio, fino alla punta delle dita. Era come se il braccio gli si fosse sgonfiato. Non osò guardare quel che era successo. Aveva chiuso gli occhi e girato il viso dall’altra parte, ma i suoi peggiori timori dovevano essersi avverati perché le persone sopra di lui trattennero il fiato e Colin Canon cominciò a scattare foto all’impazzata. Il braccio non gli doleva più… ma nemmeno dava segno di essere ancora un braccio.

— Capitolo 10, Il bolide fellone

La Soluzione Dilatante di Harry era troppo liquida, ma lui aveva per la testa cose più importanti. Stava aspettando il segnale di Hermione e quando Piton si fermò per fare commenti sarcastici su quel liquido acquoso lo ascoltò a malapena. Poi Piton si voltò e andò a prendere in giro Neville; a quel punto Hermione incontrò lo sguardo di Harry e fece un cenno d’intesa.

Harry scomparve rapidamente dietro al suo calderone, tirò fuori dalla tasca uno dei fuochi d’artificio Filibuster di Fred e lo colpì leggermente con la bacchetta magica. Quello cominciò a sibilare e a crepitare. Ben sapendo di avere soltanto pochi secondi, Harry si raddrizzò in piedi, si fece coraggio, lo lanciò in aria, e quello andò a infilarsi dritto dritto nel calderone di Goyle.

La pozione di Goyle esplose, inondando la classe. Tutti gridavano, colpiti dagli schizzi di Pozione Dilatante. Malfoy se ne prese uno spruzzo in faccia, e il naso cominciò a gonfiarglisi come un pallone; Goyle brancolava per la stanza, con le mani sugli occhi, che gli erano diventati come due scodelle, e Piton cercava di riportare la calma e di capire cosa fosse successo. Nella confusione generale, Harry vide Hermione sgattaiolare furtivamente fuori dall’aula.

«Silenzio! SILENZIO!» tuonava Piton. «Tutti quelli che sono stati colpiti dagli schizzi, qui da me per farsi fare uno Sgonfiotto. Se pesco chi è stato…»

Harry cercò di non scoppiare a ridere alla vista di Malfoy che si precipitava fuori con la testa che gli ciondolava in avanti sotto il peso di un naso diventato grande come un melone. Mentre metà della classe si accalcava intorno alla cattedra di Piton, chi con un braccio come una mazza, chi incapace di parlare per le labbra gonfie a dismisura, Harry vide Hermione tornare furtiva nell’aula: sotto gli abiti si intravedeva un grosso bozzo.

— Capitolo 11, Il Club dei Duellanti

La faccia di Hermione era tutta coperta di pelo nero. Gli occhi erano diventati gialli e tra i capelli facevano capolino due orecchiette a punta.

«E-era un p-pelo di g-gatto!» gemette. «M-Millicent B-Bustrode deve avere un gatto! E la p-pozione non può essere usata per trasformarsi in un animale!»

«Oh!» disse Ron.

«Ti prenderanno in giro da morire!» commentò Mirtilla tutta felice.

«Non ti preoccupare, Hermione» tagliò corto Harry. «Ora ti portiamo in infermeria. Madama Chips non fa mai troppe domande…»

Ci volle del bello e del buono per convincere Hermione a uscire dal bagno. Mirtilla Malcontenta li inseguì ridendo come una matta.

«Ora vedrai, quando tutti si accorgeranno che hai la coda!»

— Capitolo 12, La Pozione Polisucco

Le pagine del diario cominciarono a sfogliarsi come al soffio di un vento forte e si fermarono a metà del mese di giugno. Con la bocca spalancata per lo stupore, Harry vide che il riquadro della data del 13 giugno sembrava essere diventato un minuscolo schermo televisivo. Con mani tremanti, sollevò il libro per mettere l’occhio sulla piccola finestra e prima ancora di sapere cosa stesse accadendo si trovò piegato in avanti verso la finestra che si allargava. Sentì il proprio corpo lasciare il letto, poi fu scaraventato a capofitto nella pagina, in un turbinio di luci e ombre.

— Capitolo 13, Il diario segretissimo

«In ogni caso» proseguì Silente parlando con grande lentezza e scandendo le parole, in modo che nessuno potesse perderne neanche una, «lei si accorgerà che io avrò veramente lasciato la scuola soltanto quando non ci sarà più nessuno che mi sia fedele. E si accorgerà anche che a Hogwarts chi chiede aiuto lo trova sempre».

Per un attimo Harry avrebbe giurato che Silente avesse ammiccato verso l’angolo dove si trovavano lui e Ron.

— Capitolo 14, Cornelius Caramell

E dal bel mezzo della caliginosa ragnatela a cupola, molto lentamente, emerse un ragno dalle dimensioni di un piccolo elefante. La schiena e le zampe erano grigie, e sulla testa orribile, fornita di chele, spiccavano gli occhi color bianco latte. Era cieco.

— Capitolo 15, Aragog

Sembrava uno scarico qualunque. Lo esaminarono centimetro per centimetro, dentro e fuori, compresi i tubi sottostanti. Poi, d’un tratto, Harry lo vide: inciso su uno dei rubinetti di rame c’era un piccolo serpente.

«Quel rubinetto non ha mai funzionato» disse Mirtilla vivacemente mentre lui cercava di aprirlo.

«Harry, di’ qualcosa in Serpentese» suggerì Ron. «Ma…» Harry si concentrò a pensare a qualcosa da dire. Le uniche volte che era riuscito a parlare quella lingua misteriosa era stato quando si era trovato davanti a un serpente vero. Fissò la piccola incisione, cercando di immaginare che fosse un serpente in carne e ossa. «Apriti!» disse.

Poi guardò Ron, ma lui scosse la testa. «Niente» disse.

Harry tornò a fissare il serpente, imponendosi di credere che fosse vivo. Alla luce della candela sembrava quasi che si muovesse.

«Apriti!» ripeté.

Questa volta le parole ebbero un suono diverso: uscirono in uno strano sibilo e subito il rubinetto brillò di una vivida luce bianca e prese a girare. Un attimo dopo il lavandino cominciò a muoversi. Sprofondò e scomparve alla vista lasciando scoperto un grosso tubo, un tubo largo abbastanza da lasciar passare un uomo.

— Capitolo 16, La Camera dei Segreti

«Non sei il più grande mago di tutti i tempi» disse Harry con il respiro affannoso. «Spiacente di deluderti, ma il più grande mago al mondo è Albus Silente. Tutti lo dicono. Anche quando eri forte, non hai mai osato prendere il potere a Hogwarts. Silente ti capì al volo, quando eri a scuola, e ancor oggi ti fa paura, ovunque tu continui a nasconderti».

— Capitolo 17, L'erede di Serpeverde

Sollievo… un caldo, travolgente, meraviglioso sollievo inondò il cuore di Harry.

«Pochi sanno che una volta Voldemort si chiamava Tom Riddle. Io stesso sono stato uno dei suoi insegnanti, cinquant’anni fa, qui a Hogwarts. Dopo che ebbe lasciato la scuola scomparve… viaggiò per ogni dove… si immerse profondamente nelle Arti Oscure, si alleò con i peggiori della nostra specie, subì tali e tante trasformazioni pericolose e magiche, che quando ricomparve come Lord Voldemort era quasi irriconoscibile. Quasi nessuno lo collegò al ragazzo brillante e avvenente che un tempo era stato Caposcuola qui».

Dobby gettò le braccia intorno alla vita di Harry e lo strinse forte. «Harry Potter è molto, molto più grande di quanto sapeva Dobby!» singhiozzò.

— Capitolo 18, Un premio per Dobby

 

Fonte: Potterpedia.

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Pubblicato da Giulia Greco

Geek. Il caffè è la mia droga, serie TV, film, libri, anime, manga la mia passione. Classe '89, sono cresciuta andando a caccia di vampiri con la Scooby Gang e passeggiando tra le vie di Stars Hollow con le testa tra le nuvole, un po' come Luna Lovegood.

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