La camera dei segreti è il secondo volume della saga di Harry Potter, la serie di libri scritti da J.K. Rowling. Quali sono le citazioni del libro che vi sono entrate nel cuore, che vi hanno fatto piangere a dirotto e ridere a più non posso? Noi ne abbiamo selezionate alcune, ma fateci sapere se siete d’accordo con le nostre scelte!
Harry Potter e la camera dei segreti: le frasi più belle
— Capitolo 1, Il peggior compleanno
— Capitolo 2, L’avvertimento di Dobby
«Be’, non è un granché» disse Ron.
«Ma è magnifica!» esclamò Harry felice, pensando a Privet Drive.
— Capitolo 3, La Tana
Weasley divenne ancor più paonazzo di Ron e di Ginny.
«Abbiamo un’idea molto diversa di quel che significa screditare il nome di mago, Malfoy» disse.
— Capitolo 4, Alla libreria "Il Ghirigoro"
— Capitolo 5, Il Platano Picchiatore
Gli strizzò l’occhio con aria complice e si allontanò a grandi passi. Harry rimase lì impalato per alcuni secondi poi, ricordandosi che avrebbe dovuto essere nella serra, aprì la porta ed entrò senza far rumore.
— Capitolo 6, Gilderoy Allock
«Era pesante» disse Ron con voce roca sollevando la testa pallido e sudato. «Malfoy l’ha chiamata ‘mezzosangue’, Hagrid…»
Ron si interruppe per via di una nuova ondata di lumache. Hagrid s’indignò moltissimo.
«Ma davvero?» ruggì rivolto a Hermione.
«È proprio vero» rispose lei. «Ma non so che cosa significa. Naturalmente ho capito che era veramente offensivo…»
«Forse è la cosa più offensiva che gli poteva venire in mente» disse Ron boccheggiante, riemergendo da sopra il bacile. «’Mezzosangue’ è un insulto spregevole e significa un mago nato Babbano… voglio dire, da genitori non maghi. Alcuni — come la famiglia di Malfoy, per esempio — pensano di essere meglio di tutti perché sono quello che la gente chiama ‘purosangue’». Ebbe un lieve conato e questa volta un’unica lumaca gli cadde nella mano tesa. La gettò nel bacile e proseguì: «Tutti quanti noi sappiamo che non fa nessuna differenza. Prendi Neville Paciock: lui è un purosangue, eppure non riesce neanche a fare star dritto un paiolo».
«Mentre non l’hanno ancora fatto l’incantesimo che ’sta streghetta non sa fare» disse Hagrid tutto orgoglioso, e a queste parole le guance di Hermione divennero di un bel rosso papavero.
«È una cosa disgustosa da dire a una persona» disse Ron asciugandosi con mano tremante il sudore che gli imperlava la fronte. «Sangue misto. Come dire sangue sporco. È roba da matti. Tanto, oggigiorno, quasi tutti i maghi sono mezzosangue. Se non avessimo sposato dei Babbani saremmo tutti estinti».
Fu scosso da un altro conato e si tuffò di nuovo sul bacile.
— Capitolo 7, Mezzosangue e mezze voci
LA CAMERA DEI SEGRETI È STATA APERTA. TEMETE, NEMICI DELL’EREDE
— Capitolo 8, La festa di complemorte
— Capitolo 9, La scritta sul muro
— Capitolo 10, Il bolide fellone
Harry scomparve rapidamente dietro al suo calderone, tirò fuori dalla tasca uno dei fuochi d’artificio Filibuster di Fred e lo colpì leggermente con la bacchetta magica. Quello cominciò a sibilare e a crepitare. Ben sapendo di avere soltanto pochi secondi, Harry si raddrizzò in piedi, si fece coraggio, lo lanciò in aria, e quello andò a infilarsi dritto dritto nel calderone di Goyle.
La pozione di Goyle esplose, inondando la classe. Tutti gridavano, colpiti dagli schizzi di Pozione Dilatante. Malfoy se ne prese uno spruzzo in faccia, e il naso cominciò a gonfiarglisi come un pallone; Goyle brancolava per la stanza, con le mani sugli occhi, che gli erano diventati come due scodelle, e Piton cercava di riportare la calma e di capire cosa fosse successo. Nella confusione generale, Harry vide Hermione sgattaiolare furtivamente fuori dall’aula.
«Silenzio! SILENZIO!» tuonava Piton. «Tutti quelli che sono stati colpiti dagli schizzi, qui da me per farsi fare uno Sgonfiotto. Se pesco chi è stato…»
Harry cercò di non scoppiare a ridere alla vista di Malfoy che si precipitava fuori con la testa che gli ciondolava in avanti sotto il peso di un naso diventato grande come un melone. Mentre metà della classe si accalcava intorno alla cattedra di Piton, chi con un braccio come una mazza, chi incapace di parlare per le labbra gonfie a dismisura, Harry vide Hermione tornare furtiva nell’aula: sotto gli abiti si intravedeva un grosso bozzo.
— Capitolo 11, Il Club dei Duellanti
«E-era un p-pelo di g-gatto!» gemette. «M-Millicent B-Bustrode deve avere un gatto! E la p-pozione non può essere usata per trasformarsi in un animale!»
«Oh!» disse Ron.
«Ti prenderanno in giro da morire!» commentò Mirtilla tutta felice.
«Non ti preoccupare, Hermione» tagliò corto Harry. «Ora ti portiamo in infermeria. Madama Chips non fa mai troppe domande…»
Ci volle del bello e del buono per convincere Hermione a uscire dal bagno. Mirtilla Malcontenta li inseguì ridendo come una matta.
«Ora vedrai, quando tutti si accorgeranno che hai la coda!»
— Capitolo 12, La Pozione Polisucco
— Capitolo 13, Il diario segretissimo
Per un attimo Harry avrebbe giurato che Silente avesse ammiccato verso l’angolo dove si trovavano lui e Ron.
— Capitolo 14, Cornelius Caramell
— Capitolo 15, Aragog
«Quel rubinetto non ha mai funzionato» disse Mirtilla vivacemente mentre lui cercava di aprirlo.
«Harry, di’ qualcosa in Serpentese» suggerì Ron. «Ma…» Harry si concentrò a pensare a qualcosa da dire. Le uniche volte che era riuscito a parlare quella lingua misteriosa era stato quando si era trovato davanti a un serpente vero. Fissò la piccola incisione, cercando di immaginare che fosse un serpente in carne e ossa. «Apriti!» disse.
Poi guardò Ron, ma lui scosse la testa. «Niente» disse.
Harry tornò a fissare il serpente, imponendosi di credere che fosse vivo. Alla luce della candela sembrava quasi che si muovesse.
«Apriti!» ripeté.
Questa volta le parole ebbero un suono diverso: uscirono in uno strano sibilo e subito il rubinetto brillò di una vivida luce bianca e prese a girare. Un attimo dopo il lavandino cominciò a muoversi. Sprofondò e scomparve alla vista lasciando scoperto un grosso tubo, un tubo largo abbastanza da lasciar passare un uomo.
— Capitolo 16, La Camera dei Segreti
— Capitolo 17, L'erede di Serpeverde
«Pochi sanno che una volta Voldemort si chiamava Tom Riddle. Io stesso sono stato uno dei suoi insegnanti, cinquant’anni fa, qui a Hogwarts. Dopo che ebbe lasciato la scuola scomparve… viaggiò per ogni dove… si immerse profondamente nelle Arti Oscure, si alleò con i peggiori della nostra specie, subì tali e tante trasformazioni pericolose e magiche, che quando ricomparve come Lord Voldemort era quasi irriconoscibile. Quasi nessuno lo collegò al ragazzo brillante e avvenente che un tempo era stato Caposcuola qui».
Dobby gettò le braccia intorno alla vita di Harry e lo strinse forte. «Harry Potter è molto, molto più grande di quanto sapeva Dobby!» singhiozzò.
— Capitolo 18, Un premio per Dobby
Fonte: Potterpedia.
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