Harry Potter e la pietra filosofale: le citazioni più belle del libro8 min di lettura —

Harry Potter e la pietra filosofale: le citazioni più belle del libro — 8 min di lettura —

La saga creata da J.K. Rowling è ricca di momenti divertenti ed emozionanti. Ricordiamo le citazioni più belle a partire dal primo volume della saga: Harry Potter e la pietra filosofale!

Harry Potter e la pietra filosofale: le citazioni più belle

Ma davvero, Silente, crede di poter spiegare tutto questo per lettera? Questa gente non capirà mai Harry Potter. Lui diventerà famoso… leggendario! Non mi stupirebbe se in futuro la giornata di oggi venisse designata come la festa di Harry Potter. Su di lui si scriveranno volumi, tutti i bambini del mondo conosceranno il suo nome!

— Capitolo 1, Il bambino sopravvissuto

Il fatto era che spesso intorno a Harry accadevano fatti strani, e non serviva a niente dire ai Dursley che lui non c’entrava.

— Capitolo 2, Vetri che scompaiono

Sullo zerbino c’erano tre cose: una cartolina della sorella di zio Vernon, Marge, che era in vacanza nell’isola di Wight, una busta marrone che sembrava una fattura e… una lettera per Harry. Harry la raccolse e la fissò con il cuore che gli vibrava come un gigantesco elastico. Nessuno in vita sua gli aveva mai scritto. E chi avrebbe dovuto farlo? Non aveva amici, non aveva altri parenti; non era neanche socio della biblioteca e quindi non aveva mai ricevuto perentori avvisi di restituire i libri presi in prestito. Eppure, eccola lì, una lettera dall’indirizzo così inequivocabile da non poter essere frainteso: Mr H. Potter Ripostiglio del sottoscala 4, Privet Drive Little Whinging Surrey La busta era spessa e pesante, di pergamena giallastra, e l’indirizzo era scritto con inchiostro verde smeraldo. Non c’era francobollo. Girando la busta con mano tremante, Harry vide un sigillo di ceralacca color porpora con uno stemma araldico: un leone, un ariete, un tasso e un serpente intorno a una grossa “H”.

— Capitolo 3, Lettere da nessuno

«Harry… tu sei un mago». Nella catapecchia piombò il silenzio. Si sentiva solo il frangersi delle onde e l’ululato del vento.

«Che cosa sono, io?» chiese Harry senza fiato.

«Un mago, chiaro?» disse Hagrid tornando a sedersi sul divano che gemette e si affossò ancora di più. «Anzi, un mago coi fiocchi, direi, una volta che avrai studiato un pochetto. Con un papà e una mamma come i tuoi, che cos’altro poteva venir fuori? Penso proprio che è venuto il momento di leggere quella lettera».

— Capitolo 4, Il custode delle chiavi

Hagrid stava contando i mattoni sul muro sopra il bidone della spazzatura.

«Tre verticali… due orizzontali…» bofonchiava. «Bene. Sta’ indietro, Harry». Batté sul muro tre volte con la punta dell’ombrello. Il mattone che aveva colpito vibrò… si contorse… al centro, apparve un piccolo buco… si fece sempre più grande… e un attimo dopo si trovarono di fronte un arco abbastanza largo da far passare Hagrid. L’arco dava su una strada selciata tutta curve, di cui non si vedeva la fine.

«Benvenuto a Diagon Alley!» disse Hagrid. Sorrise allo stupore di Harry. Attraversarono l’arco. Harry gettò una rapida occhiata alle sue spalle e vide l’arco rimpicciolirsi, ridiventando un muro compatto.

— Capitolo 5, Diagon Alley

Stava per andare dritto dritto a sbattere contro il tornello, e allora sarebbero stati guai… Chinandosi in avanti sul carrello, spiccò una corsa… la barriera si avvicinava sempre di più… ecco, non sarebbe più riuscito a fermarsi… aveva perso il controllo del carrello… era a un passo… chiuse gli occhi, pronto all’urto… Ma l’urto non venne… lui continuò a correre… aprì gli occhi. Una locomotiva a vapore scarlatta era ferma lungo un binario gremito di gente. Un cartello alla testa del treno diceva Espresso per Hogwarts, ore 11. Harry si guardò indietro e, là dove prima c’era il tornello, vide un arco in ferro battuto, con su scritto Binario Nove e Tre Quarti. Ce l’aveva fatta.

— Capitolo 6, Il binario nove e tre quarti

«Non a Serpeverde, eh?» disse la vocina. «Ne sei proprio così sicuro? Potresti diventare grande, sai: qui, nella tua testa, c’è di tutto, e Serpeverde ti aiuterebbe sulla via della grandezza, su questo non c’è dubbio… No? Be’, se sei proprio così sicuro… meglio GRIFONDORO!»

— Capitolo 7, Il cappello parlante

«Siete qui per imparare la delicata scienza e l'arte esatta delle pozioni» cominciò. Le sue parole erano poco più di un sussurro, ma ai ragazzi non ne sfuggiva una: come la professoressa Mcgranitt, Piton aveva il dono di mantenere senza sforzo il silenzio in classe. «Poiché qui non si agita insulsamente la bacchetta, molti di voi stenteranno a credere che si tratti di magia. Non mi aspetto che comprendiate a fondo la bellezza del calderone che bolle a fuoco lento, con i suoi vapori scintillanti, il delicato potere dei liquidi che scorrono nelle vene umane ammaliando la mente, stregando i sensi... Io posso insegnarvi a imbottigliare la fama, la gloria, addirittura la morte... sempre che non siate una manica di teste di legno, come in genere sono tutti gli allievi che mi toccano».

— Capitolo 8, Il maestro delle pozioni

«Potter, questo è Oliver Baston. Baston… ti ho trovato un Cercatore».

— Capitolo 9, Il duello di mezzanotte

Da quel momento, Hermione Granger divenne loro amica. Impossibile condividere certe avventure senza finire col fare amicizia, e mettere K.O. un mostro di montagna alto quattro metri è fra quelle.

— Capitolo 10, Halloween

Hermione si era fatta largo tra gli spettatori per raggiungere il palco dove si trovava Piton e ora stava correndo lungo la fila di sedili alle spalle di lui; non si fermò neanche per chiedere scusa al professor Raptor, quando lo urtò facendolo cadere a faccia avanti. Una volta raggiunto Piton, si accucciò, tirò fuori la bacchetta magica e bisbigliò alcune parole scelte con cura. Dalla bacchetta sprizzarono delle fiamme blu che andarono a colpire l’orlo dell’abito di Piton.

— Capitolo 11, Il Quidditch

Una donna, ritta in piedi proprio dietro alla sua immagine, gli sorrideva e lo salutava con un gesto della mano. Allungò un braccio dietro di sé, ma non sentì altro che aria. Se ci fosse stata veramente, avrebbe potuto toccarla, tanto le loro immagini erano vicine, e invece tastò soltanto aria: quella donna, e tutte quelle altre persone, esistevano soltanto nello specchio. Era una donna molto carina. Aveva capelli rosso scuro e gli occhi… sì, i suoi occhi sono proprio come i miei, pensò Harry facendosi un po’ più accosto allo specchio. Occhi verde chiaro… esattamente la stessa forma. Poi però vide che stava piangendo: sorrideva e piangeva al tempo stesso. L’uomo alto, magro e coi capelli scuri che le era accanto la cinse con un braccio. Aveva una chioma ribelle, di quelle che non stanno mai a posto. Proprio come quella di Harry. Ora Harry era così vicino allo specchio che con la punta del naso sfiorava la sua stessa immagine.

«Mamma» mormorò. «Papà».

— Capitolo 12, Lo specchio delle brame

L’Antica disciplina dell’alchimia si occupa di fabbricare la Pietra Filosofale, una sostanza leggendaria dai poteri sbalorditivi. La pietra è in grado di trasformare qualsiasi metallo in oro puro e per giunta produce l’Elisir di Lunga Vita, che rende immortale chi lo beve. Nel corso dei secoli si è parlato molto della Pietra Filosofale, ma l’unica che esista attualmente appartiene a Nicolas Flamel, noto alchimista e appassionato di opera lirica. Flamel, che l’anno scorso ha festeggiato il suo seicentosessantacinquesimo compleanno, conduce una vita tranquilla nel Devon insieme alla moglie, Peronella, che ha seicentocinquantotto anni.

«Capito?» disse Hermione quando ebbero terminato. «Di certo, il cane fa la guardia alla Pietra Filosofale di Flamel! Scommetto che ha chiesto a Silente di custodirla, perché sono amici e lui sapeva che qualcuno ne era in caccia. Ecco perché ha voluto far portare via la Pietra dalla Gringott!»

— Capitolo 13, Nicolas Flamel

«Ma è contro le nostre leggi» disse Ron. «L’allevamento dei draghi è stato dichiarato fuori legge dalla Convenzione degli Stregoni del 1709, questo lo sanno tutti. difficile non farsi notare dai Babbani se alleviamo un drago in giardino, e comunque non si possono addomesticare: troppo pericoloso. Dovreste vedere le bruciature che si è beccato Charlie in Romania coi draghi selvatici».

— Capitolo 14, Norberto, drago dorsorugoso di Norvegia

«Uccidere un unicorno è una cosa mostruosa» ribatté Fiorenzo. «Soltanto uno che non ha niente da perdere e tutto da guadagnare commetterebbe un delitto del genere. Il sangue dell’unicorno ti mantiene in vita anche se sei a un passo dalla morte; ma il costo da pagare è tremendo. Poiché hai ucciso una cosa pura e indifesa per salvarti, dall’istante che il sangue tocca le tue labbra non vivrai che una mezza vita, una vita dannata».

— Capitolo 15, La foresta proibita

«Io!» disse Hermione. «Ma figurati: soltanto libri… e un po’ di furbizia! Ma ci sono cose più importanti di questa: l’amicizia, il coraggio e… Oh, Harry! Ti prego, sta’ attento!»

— Capitolo 16, La botola

«Ma allora, perché Raptor non poteva toccarmi?»

«Vedi, tua madre è morta per salvarti. Ora, se c’è una cosa che Voldemort non riesce a concepire, è l’amore. Non poteva capire che un amore potente come quello di tua madre, lascia il segno: non una cicatrice, non un segno visibile… Essere stati amati tanto profondamente ci protegge per sempre, anche quando la persona che ci ha amato non c’è più. È una cosa che ti resta dentro, nella pelle. Raptor, che avendo ceduto l’anima a Voldemort era pieno di odio, di brama e di ambizione, non poteva toccarti per questa ragione. Per lui era un tormento toccare una persona segnata da un marchio di tanta bontà».

— Capitolo 17, L'uomo dai due volti

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Pubblicato da Giulia Greco

Geek. Il caffè è la mia droga, serie TV, film, libri, anime, manga la mia passione. Classe '89, sono cresciuta andando a caccia di vampiri con la Scooby Gang e passeggiando tra le vie di Stars Hollow con le testa tra le nuvole, un po' come Luna Lovegood.

2 Risposte a “Harry Potter e la pietra filosofale: le citazioni più belle del libro8 min di lettura —

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