Fatevi un favore e vedete Maid su Netflix3 min di lettura —

Fatevi un favore e vedete Maid su Netflix — 3 min di lettura —

Alex è una madre single, appena sfuggita a un matrimonio violento, che tenta di prendere in mano le redini della propria vita per garantire alla figlia Maddy una vita migliore della sua.

In cerca del proprio posto nel mondo e desiderosa di ottenere l’indipendenza econimica dal marito alcolista Sean, la protagonista accetta di lavorare, pur per pochi spiccioli, come domestica per un’impresa di pulizia. Alex si ritrova a lottare non solo per migliorare la sua disastrosa situazione finanziaria, ma anche per spezzare un circolo di abusi iniziato ben prima di Sean.

Una serie, Maid, che chiunque dovrebbe guardare almeno una volta nella vita, perché è emozionante, dolorosa, commovente e, sopra ogni cosa, reale. Vi offriamo cinque buone ragioni per divorarla!

È l’erede di Shameless

Non capita spesso che una serie riesca a colmare il vuoto lasciato da una pietra miliare della TV, eppure Maid è riuscita, in soli dieci episodi, a imporsi come erede di Shameless.

Prima di lei ci aveva già provato, fallendo, SMILF, ma è con la serie tratta dall’autobiografia di Stephanie Land (Domestica: Lavoro duro, Paga Bassa, e la voglia di sopravvivere di una Madre) che Shameless torna a vivere: in Alex rivediamo lo spirito di sacrificio e la forza indistruttibile di Fiona, in Sean l’egoismo di Frank, in Paula i problemi di Monica.

Vedere  Maid è come fare un tuffo nel passato, ritrovare un vecchio amico, e sentire, dopo anni, ancora lo stesso legame. Ciò non significa che la serie di Netflix non abbia una propria identità, ma che sia riuscita, dove altre hanno fallito, a restituire la stessa qualità e quelle stesse emozioni che il primo Shameless ci aveva regalato.

Il tema violenza domestica

Davvero maltrattato. Che significa?” è la domanda che viene posta ad Alex quando questa ritiene di non essere degna di occupare un posto al centro antiviolenza. “E il falso maltrattamento, che aspetto ha? Intimidazioni? Minacce? Controllo?”.

Con poche e semplici parole Maid diventa un campanello d’allarme per chiunque sia intrappolato in una relazione tossica: la serie ci ricorda che non c’è bisogno di sfiorare la tragedia per riconoscere una situazione violenta, perché atti intimidatori, manipolazione psicologica e aggressività hanno la forma di un abuso esattamente come minacce, pugni e schiaffoni.

Disuguaglianze sociali

Quando Alex inizia il lavoro di domestica nell’enorme abitazione di Regina, diventa chiaro più che mai quanto sia grave il divario sociale tra ricchi e poveri negli Stati Uniti.

Mentre il personaggio di Regina non ha alcun problema dal punto di vista economico, la protagonista trova enormi difficoltà ad arrivare a fine giornata. Tra la retta dell’asilo per la figlia, l’attrezzatura per il lavoro, l’affitto e la spesa giornaliera, Alex si ritrova perennemente senza un soldo in tasca, e nonostante le vengano promesse, di tanto in tanto, delle agevolazioni, il sistema fallimentare non le consente mai di usufruirne.

La vita di Alex è una vera e propria lotta alla sopravvivenza, e ciò che, infine, riesce a raggiungere, lo deve solo alla sua costanza e allo spirito da guerriera che la contraddistingue.

Maid, una storia di riscatto

Nonostante quello raccontato in Maid sia uno spaccato sociale particolarmente duro, è in serie così drammatiche che abbiamo bisogno più che mai di un lieto fine.

Maid ci offre un finale all’insegna della speranza grazie a un racconto di riscatto, di rinascita, la storia di chi, partendo da zero, riesce a rinascere dalle proprie ceneri, a rialzarsi di fronte a ogni tipo di difficoltà, senza mai cedere, neanche per un momento, neanche quando sembra impossibile risollevare le sorti della propria esistenza.

Altruismo e amor proprio

Maid non è solo la storia di una madre. È il racconto di una donna. Nonostante Alex, nel corso dei 10 episodi che compongono la serie, si definisca quasi esclusivamente solo come “la mamma di Maddy”, la miniserie di Molly Smith Metzler non delude gli spettatori. Maid non relega mai Alex al solo ruolo di madre, perché rende chiaro fin da principio che la protagonista interpretata da Margaret Qualley desidera una vita migliore non solo per Maddy, ma anche per sé stessa. 

Se da una parte Maid narra la storia dell’amore più altruistico che esista, dall’altro non dimentica mai l’importanza dell’individuo, dell’amor proprio e del desiderio di autoaffermazione.

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Pubblicato da Manuela Greco

Classe ’92, appassionata di serie TV, film, libri, anime, manga e di tutto ciò che è nerd da che ne ha memoria.

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