Dark River | Recensione2 min di lettura —

Dark River | Recensione — 2 min di lettura —

Firmato da Clio Barnard e ispirato al romanzo Trespass della scrittrice londinese Rose Tremain, Dark River è la cruda rappresentazione di un dramma familiare all’apparenza banale, ma che sa bene scavare nella complessa natura della psiche umana.

Protagonisti della storia sono due fratelli, Alice e Joe, interpretati rispettivamente da Ruth Wilson e Mark Stanley, i quali, alla morte del padre danno inizio a un conflitto riguardo l’eredità paterna.

Dopo quindici anni di lontananza, Alice fa infatti ritorno alla casa paterna, nello Yorkshire, solo alla morte del genitore. La sua volontà di partecipare alla gestione della fattoria insieme a suo fratello causa forti tensioni e fa riemergere traumi passati mai dimenticati.

Nonostante Alice e Joe siano i protagonisti assoluti del film, non è tanto nel loro problematico rapporto che sta la bellezza di Dark River, ma nel senso di angoscia costante che accompagna ogni fotogramma.

Lo spettatore è infatti catapultato nella mente di Alice, ne avverte la sofferenza e fa proprio il dolore della protagonista, legato agli abusi subiti dal padre (Sean Bean) in tenera età.

Sul presente di Alice grava sempre l’ombra del passato, delle ferite mai rimarginate che pregiudicano le sue relazioni e il suo equilibrio psichico. Alice si ritrova così più indifesa che mai, in un ambiente (non a caso) dominato da soli uomini che la riporta indietro nel tempo e che la costringe ad affrontare le paure ed esorcizzare i propri demoni.

La difficoltà di comunicare con Joe, il loro complicato rapporto e il senso di colpa che accompagna l’uomo, consapevole delle violenze del padre ai danni della sorella, trovano il loro drammatico epilogo nell’inaspettato finale.

La storia raccontata in Dark River è un dramma umano, che ha il coraggio di mostrare senza filtri una realtà aspra e difficile, carica di un senso di ostinata oppressione che emerge prepotentemente nella scelta di non mettere direttamente in scena determinati eventi, ma di farli vivere allo spettatore attraverso le ansie e le paure della protagonista.

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Pubblicato da Giulia Greco

Geek. Il caffè è la mia droga, serie TV, film, libri, anime, manga la mia passione. Classe '89, sono cresciuta andando a caccia di vampiri con la Scooby Gang e passeggiando tra le vie di Stars Hollow con le testa tra le nuvole, un po' come Luna Lovegood.

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