15 serie che hanno rivoluzionato la televisione9 min di lettura —

15 serie che hanno rivoluzionato la televisione — 9 min di lettura —

Per scoprire com’è cambiata la televisione nel corso degli anni, basta pensare a quelle serie che hanno fatto la storia della serialità televisiva, quelle a cui i nuovi sceneggiatori continuano a ispirarsi e con le quali le nuove produzioni sono costrette loro malgrado a confrontarsi.

Ma quali sono le serie più innovative di sempre? Abbiamo provato a stilare una classifica di quelle più rivoluzionarie.

1. I Simpson

Primo cartone animato per adulti ad approdare in prima serata su uno tra i network più in vista negli States, la creatura di Matt Groening ha fatto scuola: senza la sitcom del 1989, non sarebbero mai esistiti South Park, I Griffin e tutti gli altri.

I Simpson, racconto di una famiglia disfunzionale americana, ha saputo mescolare animazione, umorismo e critica politica e sociale.

L’irriverenza di Bart e l’inconsapevolezza di Homer, padre e marito maldestro ma di buon cuore, hanno aperto nuovi orizzonti per le reti commerciali in USA e nel resto del mondo.

2. Buffy l’ammazzavampiri

Se ha dato vita ai Buffy studies (or Buffyology) una ragione ci sarà. Buffy l’ammazzavampiri, nonostante sia figlio dei suoi tempi per quanto riguarda effetti speciali e tecniche digitali, ha fatto la storia della TV. E non siamo noi a dirlo, ma la critica televisiva Emily Nussbaum.

Quando Nussbaum ha dichiarato, nel 2014, che il 1999 aveva segnato un punto di svolta per la televisione, non si riferiva solamente al debutto dei Soprano. Nel 1999, la serie con protagonista la Sarah Michelle Gellar toccava uno dei suoi punti più alti con la terza stagione.

Ha scritto Nussbaum per il New Yorker:

Il 1999 è stato un anno in cui non ero ancora una critica televisiva professionista, ma solo una donna che guardava un telefilm e sperava che tutti lo amassero. Ogni settimana guardavo I Soprano e Buffy l’ammazzavampiri. Ero una fan accanita di entrambi ed ero che che [il creatore dei Soprano] David Chase e [il creatore di Buffy] Joss Whedon stessero trasformando la televisione in modo radicale e rivoluzionario, il primo decostruendo il genere mafioso (così come il capitalismo e la psicoterapia), il secondo forgiando insieme horror, femminismo, misticismo, commedia e dramma adolescenziale in un’unica opera.

Buffy ha cambiato il modo in cui le storie in TV vengono raccontate e la sua influenza è ovunque. Gli showrunner di tutto il mondo si sono ispirati a Buffy, da Shonda Rhimes a Julie Plec passando per Eric Kripke. Tutti loro hanno parlato di come Buffy abbia influito sui loro lavori reinventando l’immaginario televisivo.

3. Star Trek

La serie originale di Star Trek, in onda negli anni Sessanta, ha avuto un enorme impatto sul genere fantascientifico in TV e al cinema fin dal suo debutto.

Come il già citato Buffy, Star Trek usava la fantascienza come metafora per discutere temi sociali tuttora attuali, era diverso da qualsiasi altro show mai visto in TV perché aveva scelto affrontare questioni controverse e delicate per l’epoca, facendosi specchio della realtà degli anni Sessanta.

Star Trek si è fatto così portavoce di messaggi importanti trattando temi come il razzismo, la guerra fredda, la sovrappopolazione. Ha lasciato il segno promuovendo pace, tolleranza e inclusione. Nella serie di Gene Roddenberry abbiamo infatti assistito al primo bacio interrazziale della storia della TV (quello tra Kirk e Uhura) e Nichelle Nichols è stata la prima attrice afroamericana ad ottenere un ruolo di spicco in una serie televisiva americana.

Non male per una serie inizialmente bollata come “un’accozzaglia tetra e confusa”, che ha dato lustro e dignità a un genere troppo a lungo considerato di serie B.

4. I Soprano

La serie di David Chase è un pilastro della serialità americana. Merito della prospettiva attraverso cui l’autore ha consapevolmente scelto di narrare la storia di Tony, il boss mafioso interpretato da James Gandolfini. Perché I Soprano non è semplicemente una serie che racconta la criminalità organizzata di una famiglia italiana nel New Jersey, è soprattutto la parabola del suo protagonista, un uomo che lotta contro la depressione e cerca di affrontare e superare i traumi provocati dal turbolento rapporto con la madre, dal lavoro, dai problemi familiari e dai naturali cambiamenti della vita.

A metà strada tra commedia e dramma, la serie di HBO ha saputo anticipare i tempi, ridefinendo gli standard del modo di fare televisione e spianando la strada per tutte quelle serie che sono arrivate più tardi. Si è distanziata dagli stereotipi e ha raccontato non la storia di un eroe, ma quella di un antieroe per il quale però fare il tifo e con cui per gli spettatori è facile relazionarsi.

5. Lost

Quando nel 2004 J.J. Abrams, Damon Lindelof e Jeffrey Lieber crearono Lost non potevano immaginare l’eco che la serie avrebbe avuto nel panorama televisivo.

Lo show, coi suoi enigmi e misteri da risolvere, ha rinnovato l’interesse del pubblico per la serie TV. Lost ha avvicinato alla serialità televisiva un pubblico molto più variegato, raggiungendo una popolarità senza precedenti.

Il merito non è da attribuirsi solamente alla fitta rete di incognite a cui dare risposta, ma anche al modo in cui la storia dei naufraghi del volo 815 è raccontata. La narrazione articolata, la continuità della trama, la complessità psicologica dei personaggi e l’alternarsi di presente, passato e futuro attraverso l’uso di flashback, flashforward e flashsideway erano elementi nuovi per la televisione e hanno fato scuola.

6. Game of Thrones

La serie TV basata sui romanzi di George R.R. Martin ha conferito dignità a un genere, quello fantasy, troppo spesso considerato fruibile solamente da un pubblico di giovanissimi.

Game of Thrones ha dimostrato non solo che una storia fantasy poteva risultare attraente anche agli occhi di un adulto, ma ha stravolto la TV in molti altri modi, sfidando le serie a rivaleggiare sempre più col cinema.

La serie dei record, che ha vinto 269 riconoscimenti in totale, si è trasformata in un vero e proprio fenomeno di culto grazie alla complessità di trama e personaggi, ai continui colpi di scena, alla minuziosa cura dei dettagli.

7. Twin Peaks

Esiste un prima Twin Peaks e un dopo. Non esageriamo se diciamo che la visionaria serie di David Lynch è stata un fenomeno sociale non solo per gli spettatori, ma soprattutto per chi vive di TV.

La serie ha ridefinito il campo del possibile in TV. Ha reso chiaro come non era mai stato prima ciò che era possibile mostrare in televisione, portando sullo schermo una trama e dei personaggi complessi e mescolando il genere poliziesco all’horror e alla soap.

Quasi ogni serie drammatica oggi deve qualcosa a David Lynch e Mark Frost per la loro peculiare e ibrida creazione.

8. The Office UK

Ricky Gervais e Stephen Merchant hanno trasformato l’immaginario delle serie comedy con la loro idea di mettere in piedi un mockumentary, ossia un simil-documentario, intriso di quel classico umorismo sottile britannico che ha saputo conquistare il mondo intero.

La capacità di raccontare una storia universale, che accomuna spettatori e personaggi della serie, e soprattutto la spietatezza tutta britannica di mettere in scena situazioni reali, crudeli, brutali e a tratti grottesche hanno fatto sì che The Office conquistasse un posto d’onore nell’Olimpo delle serie TV.

9. Mad Men

Pochi show televisivi hanno avuto l’impatto culturale di Mad Men, la serie di AMC che ha dettato la moda, ha fatto dei suoi protagonisti delle star e ha contribuito a plasmare un nuovo modello di fare televisione durante quella che è passata alla storia come “la golden age della TV”.

Mad Man non ha solo conferito prestigio alla rete che ha raccontato la storia di Don Draper (interpretato da uno straordinario John Hamm), ma ha anche saputo rappresentare i cambiamenti cruciali che hanno segnato la società degli anni Sessanta dipingendo luci e ombre di un intero decennio.

Politica, cultura, consumismo, parità di genere. Tutti questi temi Mad Men li ha raccontati con classe, onestà e una cura all’estetica mai viste prima in TV.

10. Breaking Bad

Come I Soprano qualche anno prima, anche Breaking Bad porta sullo schermo un antieroe, un protagonista anticonvenzionale, un annoiato insegnante di chimica che lotta tutti i giorni con l’apatia dei suoi studenti, un uomo che intraprende un percorso oscuro quando decide di garantire un futuro alla propria famiglia cucinando metanfetamina.

Con un incipit semplice Vince Gilligan ha saputo dar vita a una delle serie più acclamate della TV e a uno dei personaggi più sfaccettati dell’immaginario televisivo.

La monumentale performance di Cranston e la totale metamorfosi cui va incontro Walter, unite a una sceneggiatura brillante, la fotografia mozzafiato e il mix di dark comedy e dramma, hanno fatto della serie di Gilligan un pilastro della televisione contemporanea.

11. Black Mirror

Il più grande merito di Black Mirror, la serie antologica di Channel 4 successivamente acquistata da Netflix, è la sua abilità di esaminare la società contemporanea nella sua stretta interconnessione con la tecnologia.

Black Mirror, nata dalla mente di Charlie Brooker, è una distopia fantascientifica a tutti gli effetti che ci mette in guardia dai pericoli del progresso tecnologico che rischia di inghiottirci. Nelle prime due stagioni, quelle britanniche, Black Mirror è un racconto cupo, che descrive senza mezze misure scenari catastrofici in cui il lieto fine è impossibile. Il passaggio dello show su Netflix ha visto un cambio di rotta radicale, minando le basi di uno show che resta comunque tra i più rivoluzionari del panorama televisivo contemporaneo.

12. The Handmaid’s Tale

A proposito di distopie, è impossibile non citare The Handmaid’s Tale, la serie Hulu basata sul romanzo di Margaret Atwood.

La disturbante storia dell’Ancella June è paurosamente attuale. Non solo è una forte denuncia della degradante condizione femminile, ma spiega bene i pericoli che un totalitarismo teocratico comporta.

June e tutte le donne di Galaad, così come chiunque non ricopra una posizione di prestigio, è tristemente sottomesso al volere dei più forti e controllato da pochi uomini che detengono il potere.

13. Beverly Hills, 90210

 

Primo teen drama della storia, Beverly Hills, 90210 ha il merito di aver reso interessanti e complesse le storie di adolescenti in TV. Darren Starr e Aaron Spelling hanno saputo raccontare i giovani come mai era stato fatto in precedenza, mostrandone la forza, la fragilità e le insicurezze.

Per la prima volta, con Beverly Hills, 90210 venivano affrontati temi come la dipendenza, gli abusi, le violenze e le difficoltà tipiche dell’adolescenza.

14. Skins

Se Beverly Hills, 90210 ha dato vita a un nuovo genere, Skins lo ha reso più intrigante, reale e complesso.

I personaggi della serie britannica, le situazioni che sono costretti a vivere e la realtà degradata, cruda e spietata che imparano a conoscere troppo presto fanno di Skins il teen drama più riuscito e innovativo del suo genere.

La scelta narrativa di dedicare un episodio a ciascun personaggio unita a quella di cambiare il cast ogni due stagioni ha creato un nuovo modello cui serie come Skam si sono ispirate in seguito, almeno in parte.

15. Stranger Things

Il primo prodotto originale Netflix è stato House of Cards, ma è con Stranger Things che il fenomeno dello streaming si è divulgato in tutto il mondo.

La serie dei fratelli Duffer ha saputo giocare con atmosfere misteriose e nostalgia anni Ottanta, ispirando svariate produzioni successive (Sex Education e Le terrificanti avventure di Sabrina ne sono due esempi) nelle quali convivono elementi tipici della cultura anni ’80 ad altri più contemporanei.

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Pubblicato da Giulia Greco

Geek. Il caffè è la mia droga, serie TV, film, libri, anime, manga la mia passione. Classe '89, sono cresciuta andando a caccia di vampiri con la Scooby Gang e passeggiando tra le vie di Stars Hollow con le testa tra le nuvole, un po' come Luna Lovegood.

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