The Originals | Recensione7 min di lettura —

The Originals | Recensione — 7 min di lettura —

Molto spesso capita che gli spin-off non riscuotano lo stesso successo delle serie madri, a volte può succedere che venga fuori un prodotto mediocre, e solo raramente riescono a superare i telefilm da cui nascono.

The Originals è riuscito nell’impresa non solo di eguagliare The Vampire Diaries, ma di superarlo già dalle battute iniziali. Era chiaro fin da subito che si trattasse di una serie più matura, più curata e più dark. Se The Vampire Diaries rappresentava l’età dell’adolescenza, degli amori giovanili, The Originals è calato fin da subito nel mondo degli adulti. Non ci sono triangoli amorosi da sciogliere, ma famiglie da salvare.

La differenza nei toni è chiara fin dalla scelta del protagonista: la timida liceale è sostituita da una creatura millenaria che ha disseminato terrore e distruzione per generazioni sulla Terra. Chiunque conosce il nome di Klaus Mikaelson, tutti lo temono, nemici secolari aspettano solo un suo passo falso, una debolezza che ne scopra il lato più fragile, e succede solo con la nascita della figlia Hope.

Il cardine attorno al quale tutta la vicenda si snoda è, fin dall’episodio Pilota, la salvezza dei Mikaelson, di tutti loro. Non si tratta dell’essere salvati da una qualche minaccia sovrannaturale, ma da loro stessi, dalla loro natura e dal loro passato violento che continua a tormentarli. Klaus, Elijah, Rebekah non sono eroi, sono esseri maledetti che hanno compiuto indicibili atrocità, si sono fatti del male a vicenda, pugnalandosi (letteralmente) alle spalle e hanno sempre faticato a ritrovare nei loro cuori l’umanità che credevano persa per sempre. La storia dei Mikaelson diventa, in The Originals, una storia di redenzione, possibile solo quando Klaus, protagonista indiscusso della serie televisiva, impara nuovamente ad amare qualcuno più di quanto ami se stesso.

Klaus riesce a migliorarsi in quanto individuo e può riavvicinarsi in tal modo ai suoi fratelli, Elijah e Rebekah, che gli sono stati accanto malgrado i colpi di testa improvvisi e l’incontrollabile furia, Kol e Finn coi quali la promessa dell’Always and Forever viene sancita solo in un secondo momento, e Freya, la sorella da tempo perduta e finalmente ritrovata. Solo rimanendo uniti e mettendo da parte i rancori covati per secoli, i Mikaelson possono salvarsi vicendevolmente, perché il legame che li unisce tutti è più forte di qualsiasi altra cosa, di qualunque stupido litigio, delle gelosie, dei ricatti morali, degli anni trascorsi in una bara con un pugnale nel cuore. Niente conta più della famiglia, è questo il motto dei Mikaelson.

Famiglia in The Originals non significa, però, solo legami di sangue. Si estende a tutte le persone che entrano nel cuore di Klaus rendendolo un uomo migliore.

Marcellus, il re del quartiere francese a New Orleans, è per Klaus importante tanto quanto Hope. Marcellus incontra l’Originale quando è solo un bambino, Klaus è il suo salvatore, ma non solo, diventa un maestro, un amico e soprattutto un padre. Un padre diverso da Mikael, uno che, malgrado gli errori commessi e le imposizioni, riesce ad amare il proprio figlio incondizionatamente. Un rapporto, quello tra Marcel e Klaus, non sempre idilliaco, fatto di alti e soprattutto di bassi, ma non per questo meno intenso di quello che lega l’ibrido a Hope. È chiaro nel dolore che leggiamo nello sguardo di Klaus quando assiste impotente alla morte di Marcel per mano del fratello Elijah. È evidente nei momenti, sempre troppo pochi, di complicità, nei sorrisi, negli abbracci. Lo è, ancora, nella sofferenza che li assale entrambi quando l’uno tradisce l’altro. Ma nonostante ciò, sappiamo che tutto quello che Klaus desidera per il suo figlio putativo è che riesca a trovare la felicità accanto a Rebekah.

Klaus ci mette un po’ a capire di essere più forte circondato dalle persone che ama e che lo amano. Non se ne rende conto fino a che la sua vita non si intreccia a quelle di Camille e Hayley. In modi diversi, le due donne riescono a far riscoprire a Klaus lati del proprio carattere che aveva lasciati sepolti per troppo tempo.

Camille diventa la sua confidente, la sua psicologa, la sua migliore amica e poi la sua amante. La loro è una relazione quasi interamente platonica. Klaus la ama, e proprio perché la ama cerca di tenerla al sicuro da ogni pericolo, anche a costo di allontanarsi da lei. Teme di farle del male o che i suoi nemici possano ferirla per colpire lui. E proprio nell’esatto momento in cui abbassa la guardia e permette a se stesso di sentirsi vulnerabile davvero, la perde.

Con Hayley è un continuo andare sulle montagne russe. Prima sono alleati, poi cercano un punto d’incontro per il bene della loro bambina, tentano insieme di proteggerla, ma allo stesso tempo si danno la colpa l’un l’altro quando una minaccia si avvicina. Hayley vuole salvare sua figlia dal passato di Klaus allontanandola da un padre che la ama più della sua stessa vita. Klaus vuole fare lo stesso standole accanto e per questo si scontra con Hayley. Si puniscono a vicenda, ma imparano insieme che in team sono più forti. Sanno quanto, per Hope, siano entrambi necessari e mettono da parte le divergenze, anzi, imparano a superarle e a vedere il buono l’uno nell’altra.

La redenzione di Klaus si completa nell’amore che prova verso la figlia. A Hope è affidato il compito più impegnativo, salvare Klaus da se stesso, e la piccola ci riesce ancor prima di nascere. Il destino avverso, che impedisce loro di stare insieme, non riporta mai Klaus nei meandri oscuri che insidiano la sua mente, anzi, lo sprona a lottare ancora più ferocemente affinché possa riabbracciare la sua bambina.

La nascita di Hope fa riscoprire a Klaus una dolcezza e un altruismo che fino a quel momento erano oscurati dall’odio verso il padre, dal risentimento, da anni di fughe, complotti e tradimenti. E quando il mostro lascia spazio all’uomo, scopriamo un Klaus che in The Vampire Diaries avevamo solo immaginato potesse esistere. Niklaus Mikaelson è un personaggio a tutto tondo: sa essere spietato, crudele, minaccioso, odiato, temuto, rispettato, ma anche generoso, buono al punto tale da accettare di mostrare agli altri solo la parte cattiva di sé pur di proteggerli dalla sofferenza, un po’ come quando, per impedire che Elijah si senta colpevole per la morte di Hayley, finge di detestarlo e di volerlo combattere perché sa che riacquistare i ricordi distruggerebbe l’amato fratello.

The Originals è uno degli show più riusciti di The CW, merito del cast, dei toni maturi, dei personaggi sfaccettati che ci hanno fatto compagnia per cinque stagioni. Peccato che, soprattutto nell’ultimo anno, ci sia stato qualche scivolone di troppo. The Originals, infatti, dopo l’abbandono di Michael Narducci e l’entrata in scena di Julie Plec in qualità di showrunner per i tredici episodi finali, ha sofferto delle decisioni non sempre mirate della sua ideatrice, che da un lato si è lasciata influenzare da un fandom petulante e insistente, dall’altro non è stata in grado di andare fino in fondo alle richieste degli appassionati tornando spesso sui propri passi.

Nonostante i piccoli nei e gli strafalcioni, The Originals ci ha regalato un personaggio, Klaus (sì, siamo palesemente di parte), che si è ritagliato un posto di tutto rispetto accanto a quelli delle cosiddette serie-colosso, quelle delle reti importanti, come Westworld o Game of Thrones, Lost o Breaking Bad.

Resta un dubbio, che non avrà mai risposta… se una serie come The Originals, con Narducci al timone, fosse approdata su una rete via cavo, con tutte le libertà che ne conseguono, con lo stesso cast, ma con un pubblico più ampio e variegato a guardarla, quanto di più avrebbe avuto da offrire? Avremmo finalmente potuto capire se la gelosia di Klaus nei confronti di Rebekah fosse di natura incestuosa? Avremmo avuto dei vampiri più libertini? Ma ve lo immaginate Joseph Morgan su HBO? E, cosa più importante (no, non c’è niente di più importante di Joseph Morgan su HBO), il cast e la serie avrebbero avuto il riconoscimento che meritano?

Giulia e Manuela

Ti è piaciuto questo post?

Clicca per votare!

Media dei voti 4.7 / 5. Voti totali: 3

Ancora nessun voto. Vota per primo!

Seguici sui social!

Pubblicato da Manuela Greco

Classe ’92, appassionata di serie TV, film, libri, anime, manga e di tutto ciò che è nerd da che ne ha memoria.

3 Risposte a “The Originals | Recensione7 min di lettura —

  1. […] Definire Klaus solo come semplice antagonista di una storia sarebbe enormemente riduttivo. Klaus è molto più di questo e lo ha dimostrato già in The Vampire Diaries, molto prima di compiere il percorso verso la redenzione di cui è stato protagonista in The Originals. […]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *