Hawkins, 8 settembre 1979. Il dottor Martin Brenner (Matthew Modine) si reca agli Hawkins National Laboratories per proseguire le sue ricerche quando nella struttura irrompe il caos. Tutti nel laboratorio sono stati violentemente uccisi. Tutti tranne una bambina: Undici (Millie Bobby Brown). Cosa è successo davvero?
È questa la domanda alla quale Stranger Things 4 si impegna a rispondere nel monumentale primo volume della stagione.
Con la quarta stagione della serie, i fratelli Duffer tornano alle origini, fanno un passo indietro rispetto alla narrazione leggermente sotto tono degli episodi precedenti e sovrappongono le atmosfere angoscianti a una profondità psicologica dei personaggi che precedentemente mancava.
Il soprannaturale si insedia a Hawkins non tanto (e non solo) attraverso i varchi nel sottosopra, ma soprattutto facendo leva sul rimorso e sui traumi subiti da Chrissy (Grace Van Dien), Max (Sadie Sink), Nancy (Natalia Dyer) e gli altri giovani adulti della cittadina.
La storia così si trasforma, raccoglie la lezione di Buffy e fa del sovrannaturale una metafora per parlare (anche) d’altro. Il mostro non è più solo il Demogorgone, ma i traumi dell’infanzia.
Non a caso, a emergere tra i sette episodi di Stranger Things 4, Volume 1 è il quarto, “Caro Billy”, che riesce a illustrare quanto dell’età dell’innocenza questi imbranati ragazzini abbiano già perso.
Se da un lato i nuovi episodi scavano nello stato d’animo e nella psicologia di Max e Undici, d’altro canto faticano a gestire un cast sempre più ampio. Dopo la brillante introduzione di Robin (Maya Hawke) nella stagione precedente, il personaggio risulta alquanto statico nella quarta, restando relegato al ruolo di cheerleader di Steve (Joe Keery).
Incontro a un destino ancor più beffardo vanno incontro Jonathan, Mike e in parte anche Will (interpretati rispettivamente da Charlie Heaton, Finn Wolfhard e Noah Schnapp), il cui contributo ai sette episodi del Volume 1 è minore di quello offerto dai personaggi secondari.
Laddove Joseph Quinn cattura l’attenzione nei panni di Eddie, introducendo nuove dinamiche, il trio formato da Jonathan, Mike e Will sembra non riuscire a evolvere e neppure l’aggiunta di una spalla comica permette loro di brillare.
La vera stella della stagione resta Jamie Campbell Bower, che finalmente va incontro alla sua meritata rinascita artistica.
Attenzione, seguono spoiler!
Dopo una serie di progetti sfortunati (il fiasco di Città di Ossa spicca su tutti), Jamie Campbell Bower ha la possibilità di mostrare tutto il suo talento in Stranger Things 4, Volume 1.
La trasformazione di Peter Ballard da amichevole inserviente dal piglio vagamente inquietante a inaspettato villain della stagione non è solo un fenomenale colpo di scena che omaggia L’impero colpisce ancora, ma anche la dimostrazione del talento dell’interprete.
Nel momento in cui la sua vera identità viene rivelata attraverso il lungo monologo di Bower, finiamo per dimenticare che Peter Ballard, Henry Creed, 001 e Vecna sono tutti lo stesso personaggio.
La backstory del mostro del Sottosopra, narrata da Vecna stesso prima di venir esiliato nell’oscura dimensione in una sequenza che ricorda la caduta di Lucifero negli inferi, ci aiuta solo a riempire i vuoti nella mitologia della serie, ma soprattutto sembra volerci suggerire che l’origine del male, perfino in una serie come Stranger Things, è in fondo (quasi) sempre umana e porta così sullo schermo la stagione più cupa dell’intero show… fino a ora.
[…] il personaggio di Millie Bobbie Brown non sia pronto per la battaglia incombente col terrificante Vecna, l’eroina della storia sembra essere più determinata che mai a portare in salvo i suoi amici […]
[…] da spezzare, così tragicamente schiave delle loro emozioni che diventa un gioco da ragazzi, per Vecna, sopraffarle e ridurle a […]