Prue, Piper, Phoebe, Buffy, Veronica, Arya… sono solo alcuni esempi di personaggi femminili forti e indipendenti protagonisti delle serie TV che divoriamo. Che siano dotate di abilità sovrannaturali o semplicemente di una spiccata intelligenza o tempra morale, le consideriamo modelli da seguire, da imitare addirittura, e a cui ispirarci.
Sono le Katniss Everdeen, le Hermione Granger e le Caroline Forbes di romanzi, fumetti, film e serie TV che quasi sempre catalizzano l’attenzione degli spettatori rubando la scena agli altri protagonisti grazie alla loro scaltrezza, alla forza, al ruolo da leader che si cuciono addosso.
C’è però un altro gruppo di personaggi femminili, meno in vista del primo, ma non per questo meno interessante. Parliamo di quelle protagoniste che, più fragili e indifese, a volte proprio non ce la fanno a lottare, a far sempre la cosa giusta, a opporsi ai soprusi e a prendere in mano le redini di situazioni fuori controllo o più grandi di loro.
Basti pensare a personaggi come Vanessa Ives, che, sopraffatta dal dolore, infine si lascia andare al male; alla cacciatrice Faith Lehane che, priva di una guida, fatica a tenere orientata la propria bussola morale; a Teresa Agnes, pronta anche a sporcarsi le mani e tradire gli amici di sempre per raggiungere i propri obiettivi e in nome di un falso ideale.
Sono coloro che, come la Queen Maeve di The Boys, fanno fatica a prendere la decisione giusta, quelle che, per timore o pavidità, hanno più difficoltà di altri a capire da che parte schierarsi. Se per Starlight è semplice comprendere chi siano i buoni e chi i cattivi in una società in cui ai Supe è concessa qualsiasi libertà, persino quella di uccidere a sangue freddo, rimanendo impuniti, per Queen Maeve è ben più difficile prendere una posizione netta. Nonostante si renda conto di quanto Patriota sia sadico e malvagio, ergersi contro la sua prepotenza per il personaggio interpretato da Dominique McElligott diventa un ostacolo insormotabile.
Prendendo così una marea di decisioni sbagliate, Queen Maeve risulta un personaggio non per forza facile da amare, ma ben più complesso della sempre retta Starlight, ricco di sfaccettature, di chiaroscuri, di insicurezze e di fragilità. E anche quando agisce (o decide di non farlo) perché spinta da codardia, riusciamo, se non a giustificarla, quantomeno a comprenderla.
Sono le sue paure e la facilità con la quale si lascia manovrare come un burattino da Patriota e dalla Vought a renderla un personaggio estremamente umano, che fatica più degli altri a lottare per ciò che è giusto; che, pur avendo buon cuore, preferisce smettere di lottare e soffrire in silenzio perché sarebbe troppo anche solo tentare di opporsi.
Proprio perché è il suo il cammino più tortuoso e ricco di insidie nella serie che diventa particolarmente interessante seguirlo. E quando, finalmente, arriva il momento della ribellione, quando Queen Maeve riesce a scuotersi dal torpore che non le permetteva di reagire alle ingiustizie che provava anche sulla sua pelle, è estremamente soddisfacente vederla unire le forze a Starlight e opporsi alla Vought per la prima volta.
E se ci fermiamo a riflettere, anche parte di ciò che ci ha fatto innamorare di eroine come Buffy Summers, Arya Stark o Prue Halliwell risiede proprio nei momenti in cui si mostrano più fragili: non le apprezziamo solo perché, con gran risolutezza, sono capaci di cavarsela in ogni situazione, ma anche perché lo fanno nonostante abbiano paura, nonostante non si sentano mai abbastanza, nonostante abbiano il peso del mondo sulle proprie spalle.
Così, sia la Cacciatrice che Queen Maeve, anche se in maniera diametralmente opposta, ci insegnano, in definitiva, che fragilità non è sinonimo di debolezza, e che, a volte, si può cedere al dolore, allo sconforto, al senso di oppressione, ma allo stesso tempo dimostrarsi forti, coraggiosi e determinati.
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