WandaVision ha aperto le porte alla fase quattro del Marvel Cinematic Universe e l’ha fatto nella maniera più frizzante e briosa possibile.
Tra sketch divertenti e trovate brillanti, WandaVision ci ha accompagnato in un viaggio nella storia della TV, dalle sit-com pioniere del genere all’avvento del colore, facendo uscire il franchise per la prima volta dalla sua comfort zone e aprendo le porte a nuove possibilità: la costruzione episodica, il genere comedy e una narrazione maggiormente improntata sulla psicologia dei personaggi piuttosto che sulla mera azione tipica dei cinecomic.
Già pochi anni fa, nel 2019, Joaquin Phoenix e Todd Phillips ci avevano dimostrato col loro Joker che il mondo dei supereroi e dei fumetti non doveva per forza essere relegato al semplice prodotto commerciale, e ora, grazie alla serie con protagonista la Scarlett Witch di Elizabeth Olsen, anche Marvel può dire di essere riuscita a sviluppare con successo un’opera più matura e psicologicamente complessa.
Basta fare il paragone col personaggio di Thor per comprendere appieno il salto qualitativo avvenuto in WandaVision. Con Thor: Ragnarok il personaggio di Chris Hemsworth ha subito una mutazione importante, trasformandosi da eroe austero e tutto d’un pezzo a una caricatura di se stesso. Questa decisione creativa ha avuto ripercussioni sui successivi capitolo del franchise, in particolare sullo sviluppo di Thor in Avengers: Endgame. Il cinecomic avrebbe potuto già allora affrontare il lutto in maniera più profonda e intima, ma ha scelto invece di puntate sulle risate facili, su una comicità che stonava con la portata degli eventi narrati. WandaVision è la risposta ad Avengers: Endgame perché scava nel dolore di Wanda mostrando quanto sia straziante il percorso di accettazione della perdita.
Ed è qui che sta il punto di forza della serie: WandaVision si prende i giusti tempi per creare una mitologia complessa e dei misteri intriganti, e non lo fa in funzione del puro e semplice colpo di scena: la risoluzione del puzzle che è Wanda permette di intessere una trama in cui sono i personaggi a guidare e muovere l’azione e non il contrario. Una grande vittoria per un franchise che faceva dei colpi di scene e delle sequenze al cardiopalma il suo marchio di fabbrica.
Ma cosa significa WandaVision per il futuro del MCU? Significa che il franchise è pronto per alzare l’asticella e aprire le porte a un tipo di narrazione forse meno commerciale o maistream, ma decisamente più intensa e matura.
[…] se da una parte WandaVision non è stato altro che l’elaborazione del lutto della protagonista, che ha finalmente […]
[…] differenza? In WandaVision, anche Visione ha un segreto da […]
[…] WandaVision ha dato a Elizabeth Olsen la possibilità di brillare, regalandoci un personaggio complesso e sfaccettato, capace di raccontare un intero mondo fatto di amore, tristezza, perdita e speranza solo con un semplice sguardo. […]
[…] WandaVision ne è stato la conferma: ha scavato nel dolore di Wanda dopo l’ennesima perdita, quella di Visione, che l’ha definitivamente logorata e ha mostrato quanto sia straziante il percorso di accettazione della perdita. […]
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