Manuela Greco
Dopo lo straordinario successo de I Medici, Frank Spotnitz torna nelle vesti di showrunner con Leonardo, la nuova serie di genere storico targata Lux Vide e Rai Fiction.
Al centro della produzione c’è la figura di Leonardo da Vinci, inventore, artista e scienziato considerato uno dei più grandi geni di tutti i tempi.
A prestargli il volto, l’attore irlandese Aidan Turner, noto al grande pubblico per la sua partecipazione a Lo Hobbit e per essere il protagonista della serie TV Poldark. Nel cast principale anche gli italiani Matilda De Angelis e Giancarlo Giannini nei rispettivi ruoli di Caterina da Cremona e del maestro Verrocchio.
Dato il soggetto e l’ambientazione storica, è inevitabile il paragone con I Medici, paragone dal quale, almeno per i primi due episodi, Leonardo esce clamorosamente sconfitto. Perché? Il motivo è presto detto: mentre la serie dedicata alla storia della dinastia medicea, pur con qualche licenza, riusciva a dare lustro al periodo e ai personaggi raccontati e aveva ben chiara la direzione da prendere (un connubio di arte e intrighi politici), lo stesso non può dirsi per la serie con protagonista Aidan Turner, che si presenta come un prodotto in cerca di una propria identità.
Cosa vuole raccontarci Leonardo? Il genio del protagonista? I tormenti interiori? Le delusioni? Il rapporto conflittuale col padre? L’amore idealizzato con la fittizia Caterina da Cremona?
A visione completa, abbiamo la sensazione che siano troppi i filoni narrativi introdotti, e troppo poco il tempo per svilupparli adeguatamente, tanto che diventa particolarmente difficile definire il tipo di serie che ci troviamo di fronte. Leonardo diventa ora un dramma storico, ora una melensa storia d’amore, ora una fredda autobiografia dell’artista. Ma in alcun modo riesce nel compito di essere maestosa e memorabile. Chissà se andrà incontro a un miglioramento nei successivi episodi? Per il momento, il nostro giudizio non è dei migliori.
