Come Torchwood è stato influenzato da Angel3 min di lettura —

Come Torchwood è stato influenzato da Angel — 3 min di lettura —

Quando Russell T Davies ha ideato Torchwood (lo spin-off di Doctor Who), ha confessato di aver cercato ispirazione nel Buffyverse.

Durante un’intervista con Radio Times ha detto:

Ho avuto l’idea per Torchwood mentre lavoravo a Casanova, prima di Doctor Who. Guardavo serie come Buffy e Angel e allora ho chiesto a Julie Gardner (produttrice esecutiva di Torchwood, n.d.r.): “perché non facciamo una serie simile?”

In particolare, il lavoro di Davies su Torchwood è stato ampiamente influenzato da Angel, lo spin-off di Buffy l’ammazzavampiri. Ma lo show con John Barrowman è all’altezza di quello con protagonista David Boreanaz?

Torchwood e Angel: il problema è nella resa

L’iniziazione del pubblico a Torchwood è un vero e proprio rituale accompagnato dalle parole “è più matura di Doctor Who“, una serie più cupa, cinica, più adulta esattamente come più adulte sono le situazioni in cui si ritrovano i suoi protagonisti.

Già da queste premesse, è chiaro quanto di Angel ci sia in Torchwood. Eppure, nonostante ciò, qualcosa in Torchwood è andato storto. Perché non basta un protagonista bello, misterioso e immortale dal passato tormentato per creare un capolavoro.

Quando Angel lascia Sunnydale nel finale della terza stagione di Buffy, trova dimora a Los Angeles, una città che, sotto la sua patina dorata, è un inferno in Terra. Popolata da mostri (la maggior parte dei quali umani), culla della violenza e della corruzione, Los Angeles si fa metafora dell’indifferenza, dell’arrivismo, del fasto e delle opportunità ottenuti sì, ma a quale costo?

Torchwood non riesce mai a raggiungere lo stesso livello di profondità di Angel, seppure cerchi di ripercorrerne le orme. Cardiff non è mai metafora per qualcos’altro. Resta sempre e solo una città riconoscibile che fa semplicemente da sfondo alle indagini di Jack, Toshiko, Owen, Gwen e Ianto.

Torchwood si presenta come una serie dalle atmosfere cupe, vuole essere sporca e politicamente scorretta, ma la sensazione che si ha guardandola è che, nel tentativo di avvicinarsi a Angel, finisca per ostentare una complessità che non le appartiene.

Perfino il tema dell’immortalità e della sofferenza che deriva dal sopravvivere alle persone amate, già tanto caro a Doctor Who, non riesce a toccare le corde dell’animo dello spettatore fino alla terza stagione. È solo con Torchwood: Children of Earth che la serie di Russel T Davies compie il salto di qualità (per poi crollare a picco con la quarta, Miracle Day), ma può una sola stagione salvare l’intero show?

Dopo aver cercato di mostrare di essere “di più” a tutti i costi, dopo aver sacrificato personaggi in virtù della volontà di sorprendere gli spettatori, Torchwood non può pretendere di essere considerata la Angel dello Whoniverse. Non che Angel non sia passabile di critiche, non che non abbia a volte spinto un po’ troppo sull’acceleratore della sofferenza a ogni costo.

Angel, tuttavia, ha qualcosa anche a Torchwood è sempre mancata: il mondo narrato fa da specchio al vissuto del suo protagonista, al suo tormento e a quello dei suoi compagni, così come alla sua scelta di salvare gli indifesi a costo della propria vita.

Nonostante l’immortalità sia ritratta anche nell’universo di Doctor Who non come un dono ma come una maledizione, Jack Harkness è fin da principio un eroe. Non è alla disperata ricerca di redenzione, non ne ha bisogno. È coraggioso, vanesio, affascinante. Non ha bisogno di scontare una pena dopo oltre tre secoli di orrori e violenze.

Sono i background dei personaggi a fare la differenza. Jack non è Angel e Gwen decisamente non è Cordelia. E per quanto ci provi, Torchwood non riesce mai a competere con Angel. Per quanto insista nel cercare di convincere gli spettatori della sua maturità, non è altro che un susseguirsi di storie infantili condite di sesso, nudità e relazioni promiscue.

Purtroppo, non bastano fantasie da teenager per creare una serie adulta. Non bastano gli amori gay, quelli non corrisposti, i melodramma da soap.

Inconsistente nello sviluppo della trama e nella caratterizzazione dei personaggi, Torchwood ci prova, ma fallisce nella resa.

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Pubblicato da Giulia Greco

Geek. Il caffè è la mia droga, serie TV, film, libri, anime, manga la mia passione. Classe '89, sono cresciuta andando a caccia di vampiri con la Scooby Gang e passeggiando tra le vie di Stars Hollow con le testa tra le nuvole, un po' come Luna Lovegood.

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