True Blood: il reboot è la seconda occasione per Il ciclo di Sookie Stakehouse3 min di lettura —

True Blood: il reboot è la seconda occasione per Il ciclo di Sookie Stakehouse — 3 min di lettura —

La notizia del reboot di True Blood ha colto tutti di sorpresa. Nessuno si aspettava, a distanza di soli sei anni, di vedere un nuovo adattamento televisivo della serie di romanzi della scrittrice Charlaine Harris, Il ciclo di Sookie Stackehouse.

La news, tuttavia, seppur inaspettata, è per noi particolarmente gradita. Il nuovo True Blood potrebbe essere la giusta occasione per rimanere più fedeli al materiale di partenza e rendere giustizia a Sookie, Eric e a tutti i vampiri e le creature soprannaturali di Bon Temps.

Non che True Blood non sia riuscito ad abbracciare lo spirito così squisitamente trash dei romanzi di Charlaine Harris e, anzi, non si può certamente negare che molto spesso la serie di Alan Ball sia riuscita perfino a superare la sua controparte cartacea con trovate interessanti e innovative. Basti pensare alla figura di Godric, del tutto assente nei romanzi della Harris; al modo in cui sono approfondite le dinamiche relazionali tra creatore e vampiro generato; alla straordinaria interpretazione di Alexander Skarsgård nei panni del sheriffo vampiro di Shreveport, Eric Northman.

Tuttavia c’è qualcosa del Ciclo di Sookie Stackehouse a cui True Blood non ha affatto reso onore, e ci riferiamo a niente poco di meno che al triangolo amoroso che vede ai suoi vertici la bella cameriera telepate e i vampiri Eric e Bill.

La serie TV di HBO non è mai riuscita a mantenere uno sguardo neutrale sulle due grandi relazioni di Sookie e, nonostante la maggior parte del fandom appartenesse al Team Eric, ha sempre propeso maggiormente per Bill.

Doveva essere lui e lui soltanto il vero amore della protagonista, e poco importava del potenziale quasi del tutto inesplorato della relazione di Sookie col vampiro vichingo (e ciò è stato chiaro fin dal momento in cui a salvare Sookie dalle grinfie di Long Shadow è stato ancora una volta Bill, e non Eric, come accade invece nei romanzi).

Chi ha letto la saga che ha ispirato True Blood, però, sa bene che, nonostante il capitolo finale tradisca quanto narrato fino a quel momento, al centro del mondo creato da Charline Harris sta proprio la storia d’amore tra Sookie ed Eric, colonna portante della saga e unico filo conduttore che lega una serie i cui romanzi sarebbero altrimenti quasi degli stand alone.

Non solo la serie ha scelto di presentare la relazione tra i due protagonisti principali della saga come null’altro che un’attrazione fatale, ma ha anche sorvolato su tutti gli aspetti che facevano di Bill il vero cattivo della storia, non l’agnello sacrificale presentatoci fino al finale di serie.

Ne Il Club dei morti Bill si macchia di un crimine terribile: dopo essere stato torturato, tenuto prigioniero ed essersi quasi prosciugato per la mancanza di sangue umano, il vampiro si nutre di Sookie arrivando anche a usarle violenza. Sappiamo che Bill in quel momento è incosciente, che non è consapevole del male che sta facendo a Sookie, e che la fame di sangue nella saga è strettamente connessa al desiderio sessuale, ma ciò che è più grave è il fatto che neanche si premuri di scusarsi o di fare ammenda.

E come se non bastasse, in Morto per il mondo, veniamo a sapere che Bill non ha mai amato Sookie e che si è avvicinato a lei solo per eseguire gli ordini della regina Sophie-Anne. È vero che nella serie questa storyline è presente, ma non viene mai realmente approfondita, né ricopre lo stesso peso che ha nei romanzi, in cui, a seguito della scoperta, Sookie e Bill si allontanano senza mai più ricucire i rapporti.

Il reboot di True Blood potrebbe essere l’occasione per i non lettori di scoprire il vero volto di Bill, e per i lettori di veder trasposto in TV Il ciclo di Sookie Stackehouse in maniera più fedele.

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Pubblicato da Manuela Greco

Classe ’92, appassionata di serie TV, film, libri, anime, manga e di tutto ciò che è nerd da che ne ha memoria.

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