The Nevers: cosa non funziona nella serie di Joss Whedon3 min di lettura —

The Nevers: cosa non funziona nella serie di Joss Whedon — 3 min di lettura —

Confusione: è la prima parola che ci viene in mente se pensiamo a The Nevers, la nuova serie creata da Joss Whedon per HBO che racconta la storia dei Toccati, un gruppo di metaumani della Londra vittoriana che uniscono le proprie forze per combattere il male e le discriminazioni.

Quello che all’apparenza si presentava come un progetto complesso e pieno di spunti interessanti fin dai primi episodi si è rivelato una vera e propria delusione, che ha lasciato l’amaro in bocca per le numerose inconsistente e l’assenza di una struttura narrativa organica.

Analizziamo nello specifico i motivi per cui The Nevers non ha funzionato. 

I poteri dei Toccati

In ogni serie supereroistica che si rispetti – e The Nevers deve molto ai fumetti -, ogni potere è in qualche modo legato alla crescita del personaggio che lo possiede, serve perché questi trovi una propria voce. Nella serie di Whedon, invece, alcuni poteri si spiegano da soli, mentre altri… Non hanno il minimo senso! Non sono abilità, solo mutazioni. Insomma, siamo lì a domandarci: come funziona l’acquisizione dei poteri? Qual è la logica che ci sta dietro? Ovviamente risposta non ce n’è.

Da una parte Penance riesce a vedere l’elettricità e Horatio ha il potere di guarire, e sono due abilità che si legano a ciò che i due fanno nella vita mondana. Dall’altra Amalia vede il futuro e questo potere ha l’effetto collaterale di farla diventare una… Ninja? E spiegateci poi perché una dei Toccati dovrebbe essere semplicemente alta e un’altra parlare tutte le lingue tranne l’inglese senza riuscire a scegliere di volta in volta quale parlare.

The Nevers e l’assenza di un tema portante

Lo show non riesce a trovare il suo punto focale, si distrae e ci distrae di continuo. Anche se The Nevers prende ispirazione un po’ di qua, un po’ di là, avrebbe potuto essere più interessante se solo avesse scelto di essere coesa.

Le metafore che tanto piacciono a Whedon e che hanno fatto la fortuna di Buffy ci sono tutte. Forse sono troppo palesi e, di nuovo, già viste (impossibile non notare le similitudini con X-Men), ma sarebbero potute essere un punto di forza, il cuore della serie, se sviluppate in maniera organica.

E invece, arrivati al mid-season finale, ci chiediamo ancora perché mescolare insieme un dramma sovrannaturale privo di regole e logica, stigma sociale verso i folli e le donne, un sex club, la storia di una serial killer in stile Jack lo squartatore, gli esperimenti di uno pseudo dottor Frankenstein e l’eterna lotta tra ricchi e poveri. È un po’ troppo, e Penny Dreadful l’ha fatto molto, molto, molto meglio.

Un minestrone di personaggi

Fin dal suo primo episodio, The Nevers ci ha presentato un’enorme vastità di personaggi, non solo metaumani, ma anche i loro nemici e adoratori. Se ancora non abbiamo imparato i loro nomi, il motivo è che nessuno di loro ha trovato una propria dimensione all’interno dell’economia della storia, a spiccare, a catturare la nostra attenzione.

E il motivo è che non ne hanno neanche avuto la possibilità: introdurli tutti insieme, mentre tentiamo di seguire l’avanzare della trama e cerchiamo di scoprire i misteri che riguardano l’origine dei poteri dei Toccati rende davvero difficile, se non impossibile, un’adeguata caratterizzazione dei personaggi, che risultano privi di qualsivoglia spessore. Arrivati all’ultimo episodio, non riusciamo ancora scorgere la loro personalità dietro le abilità sovrannaturali.

Continuità, questa sconosciuta

Uno degli elementi più frustranti della serie di Joss Whedon è l’assenza di continuità tra un episodio e un altro. Ogni volta che ci approcciamo alla visione della nuova puntata, ci domandiamo se ne abbiamo saltata una, se abbiamo perso dei pezzi durante la visione.

È emblematico quanto accaduto nel quinto episodio dello show: Penance scopre dove si trova Galanthi, l’entità che ha comunicato con Amalia attraverso il canto di Mary, e la stessa Amelia parla del “canto di Galan…” prima di essere interrotta. Il problema qui è che il tutto viene presentato come se gli spettatori dovessero sapere di cosa i personaggi stanno discutendo. Eppure non è così, perché negli episodi precedenti non è mai stata fatta menzione di Galanthi.

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Pubblicato da Manuela Greco

Classe ’92, appassionata di serie TV, film, libri, anime, manga e di tutto ciò che è nerd da che ne ha memoria.

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