I migliori monologhi nelle serie TV

Quali sono i monologhi più belli delle serie TV? Da Game of Thrones a Midnight Mass, passando per Sorry for your loss e True Detective, eccone dieci tra i più emozionanti, arguti, intensi e a tratti filosofici.

Top 10 monologhi nelle serie TV

1. Sorry for your loss, 2.04 – Mr. Greer

Durante un evento in memoria di Matt nella vecchia scuola in cui insegnava, Leigh crolla quando si trova costretta a rispettare le scadenze del suo editore e a inviare il pezzo che le è stato richiesto. Si trova così a scrivere in lacrime sul pavimento del bagno della scuola mentre si rende conto di non essere ancora riuscita a superare il lutto.

Parliamo del perché passiamo così tanto tempo a imbrattarci gli occhi. Lo facciamo dai tempi della Mesopotamia, ma la domanda è: perché? Perché cerchiamo di essere normali e presentabili all’estero quando dentro di noi c’è un olocausto nucleare? Credo che sia perché, se ci sforziamo abbastanza, possiamo credere alle nostre bugie. Per me è stato così. Ho creduto alla mia faccia. E ho usato l’eyeliner liquido e a prova d’acqua della Headturner Cosmetic nel caso ve lo chiedeste. È fantastico per lavoro, per un brunch, per un appuntamento o per quei giorni in cui si apre un buco nell’universo, proprio dov’era vostro marito e voi vi ritroverete sul pavimento di un bagno pubblico, ma non si rovina nonostante i litri di lacrime. Al momento la mia faccia è un vero disastro, ma la mia faccia, grazie a questo stupido eyeliner, è uguale a quando sono uscita di casa, stamani. Quando, come un’idiota, credevo ancora che il peggio di quest’incubo fosse passato.

2. Shameless, 3.07 – Si torna a casa

Fiona si trova a lottare con Frank in tribunale per ottenere l’affidamento dei suoi fratelli minori. Le parole che rivolge al giudice dimostrano tutta la forza e lo spirito di sacrificio che caratterizzano il personaggio.

Una volta vivevamo in macchina. Lo zio Nick ci aveva cacciato. Non c’era nessun altro che ci ospitasse. Lip, Ian ed io dormivamo di dietro quando Frank ha accostato, nel cuore della notte, vicino Halstead. Mi ha detto di aspettarlo lì con i ragazzi, che tornava subito. Avevo sei anni. Qualche ora dopo, siamo ancora seduti sul marciapiede e la fronte di Ian stava bruciando, piange, è isterico e io non so che cosa fare, così corro lungo la strada, Lip sotto un braccio, Ian sotto l’altro, cercando qualcuno che ci aiuti. Era più facile trovare del crack piuttosto che un passaggio! All’ospedale arriviamo a piedi, ci dicono che Ian ha la febbre alta a 40, altre due ore e… chissà? Non ho trovato Frank per altri due giorni. La prima cosa che mi ha chiesto è quanti soldi avevo con me. Vorrei poter dire che è stata l’unica volta, ma era solo la prima. Mia madre è bipolare e mio padre è un alcolizzato e un drogato. Prende quello che vuole e non dà niente in cambio. Niente soldi e nemmeno aiuto. Ho fatto quello che potevo per crescere i miei fratelli. Avrei voluto fare di più. Non voglio la vostra pietà, neanche l’ammirazione. Voglio soltanto poter dare a questi ragazzi quello che si meritano, perché sono dei bravi ragazzi e si meritano il meglio

3. Game of Thrones, 4.06 – Le leggi degli dei e degli uomini

Accusato dell’omicidio di Re Joffrey, Tyrion comprende che il suo processo è solo una farsa e che la morte del nipote è solo un pretesto per Tywin di fargli pagare il fatto di essere un nano.

Non sono stato io, non ho ucciso io Joffrey ma vorrei tanto averlo fatto, guardare quel tuo perfido bastardo morire mi ha dato più piacere di centinaia di sgualdrine bugiarde. Vorrei tanto essere il mostro che credete che io sia, vorrei avere veleno a sufficienza per tutti quanto vuoi, sarei felice di dare la mia stessa vita per guardare mentre lo inghiottite. Non ho alcuna intenzione di dare la mia vita per l’omicidio di Joffrey e so che in quest’aula non riceverò alcuna giustizia. Lascerò perciò agli dei decidere il mio fato: io reclamo un processo per combattimento.

4. Doctor Who, 7.07 – Gli anelli di Akathen

L’undicesimo Dottore è pronto a sacrificare la propria memoria quando un mostro che si nutre di ricordi minaccia la vita degli abitanti degli Anelli di Akhaten.

Va bene allora. Ecco cosa farò, ti racconterò una storia. Li stai ascoltando, tutte le persone che vivevano nel terrore del tuo giudizio, tutte le persone i cui antenati ti sono stati devoti e hanno sacrificato loro stessi a te. Riesci a sentirli cantare. Oh, tu ti consideri un Dio, ma tu non sei un Dio, tu sei solo un parassita che si rode dalla gelosia e dall’invidia, che si impossessa delle vite degli altri. Tu ti nutri di loro, dei ricordi, degli amori, delle perdite, delle nascite, della morte, della gioia e del dolore, quindi forza vieni pure, prendi i miei, prendi la mia memoria, ma spero che tu abbia parecchio appetito, perché io ho vissuto una lunga vita ed ho visto diverse cose. Sono sopravvissuto all’ultima grande guerra del tempo, ho segnato la caduta dei signori del tempo. Ho visto la nascita dell’universo e ho visto il tempo finire momento dopo momento finché non è rimasto niente né il tempo né lo spazio a parte me. Ho camminato per universi dove le leggi della fisica sono il folle delirio della mente di un povero pazzo, e ho visto universi congelarsi e creazioni bruciare e cose a cui tu non potresti mai credere e ho perso cose che tu non potresti neanche concepire, e conosco cose, segreti che vanno celati, conoscenze che non devono essere dette, conoscenze che ridurrebbero in un mucchio di cenere gli dei parassiti come te. Su andiamo, allora: prendili, assaggia tutto, amico mio, mangia, puoi avere tutto

5. Midnight Mass, 1.08 – Libro VII: Apocalisse

Nell’istante della sua morte, Erin si ricongiunge al tutto, alla materia, all’energia, ai ricordi, all’Universo, a ciò che chiama Dio.

Io, me stessa, è questo il problema: il vero problema di tutta la faccenda. La parola “me”. Non è quella la parola, non è giusto, non lo è. Come ho fatto a dimenticarlo? Il corpo si ferma una cellula alla volta, ma il cervello continua a sparare neuroni. Come piccoli fulmini, fuochi d’artificio dentro di noi. Ho pensato che avrei avuto paura, ma non è così. Sono troppo occupata. Occupata a ricordare. Ricordo che ciascun atomo del mio corpo fu forgiato in una stella. Questa materia, questo corpo, sono in gran parte spazio vuoto. La materia solida è solo energia che vibra molto lentamente: non c’è alcun me. Non è mai esistita. Gli elettroni del mio corpo si mescolano e ballano con gli elettroni della terra sotto di me e dell’aria che ho smesso di respirare. E ricordo che non c’è un punto dove tutto questo finisce e io inizio. Ricordo che sono energia. Nome, personalità e scelte sono arrivati dopo di me. Io esistevo prima ed esisterò anche dopo, e tutto il resto sono solo immagini raccolte durante il viaggio. Fugaci, piccoli sogni stampati sul tessuto morente del mio cervello. Io sono il fulmine che salta nel mezzo, sono l’energia che alimenta i neuroni e sto per tornare a casa. Ed è come una gocciolina d’acqua che ricade nell’oceano, di cui ha sempre fatto parte. Ogni cosa, una parte. Tutti noi una parte. Ci sono più galassie nell’Universo che granelli di sabbia in spiaggia. Ed è questo che intendiamo quando diciamo “Dio”. L’Unico, il cosmo e i suoi sogni infiniti. Noi siamo quel cosmo che sogna se stesso. E semplicemente un sogno che io chiamo vita ogni volta.

6. Strappare lungo i bordi, 1.01 – Episodio 1

Zero descrive la dolce e ingenua visione della vita degli anni dell’adolescenza, quando credeva che bastasse seguire ciò che il destino aveva in serbo per lui per non sbagliare un colpo.

E allora noi andavamo lenti perché pensavamo che la vita funzionasse così, che bastava strappare lungo i bordi, piano piano, seguire la linea tratteggiata di ciò a cui eravamo destinati e tutto avrebbe preso la forma che doveva avere. Perché c’avevamo diciassette anni e tutto il tempo del mondo.

7. True Detective, 1.08 – Capitolo otto: Carcosa

Rust descrive a Marty la sua esperienza in ospedale quando, a un passo dalla morte, diventa quasi piacevole l’idea di abbandonarsi all’oscurità per ricongiungersi alla defunta figlia.

C’è stato un momento, in cui ho iniziato a scivolare nell’oscurità, era come se fossi diventato un essere senza coscienza, con una vaga consistenza nell’oscurità. E sentivo che quella consistenza svaniva. Sotto l’oscurità c’era un’altra oscurità, un’oscurità che era… era più profonda, calda, era come se fosse tangibile. Riuscivo a sentirla, Marty! Ero certo, certo che mia figlia mi stava aspettando, lì. Era così chiaro: lei era lì. E insieme, insieme a lei, sentivo come la presenza di mio padre. Era come se fossi parte di tutto quello che ho sempre amato. E a un tratto noi tre stavamo svanendo. Era così facile lasciarsi andare, e l’ho fatto. Ho lasciato che cadessi nell’oscurità. E sono scomparso. Ma riuscivo ancora a sentire il loro amore, anche più di prima. Nient’altro. Nient’altro che il loro amore. E poi mi sono svegliato.

8. Fleabag, 2.04 – Episodio 4

Nel confessionale della chiesa, Fleabag confessa a Hot Priest le sue più recondite paure e insicurezze.

Qualcuno che mi dica cosa indossare ogni mattina. Voglio qualcuno che mi dica cosa mangiare, cosa amare, cosa odiare, per cosa arrabbiarmi, cosa ascoltare, quale band seguire, quali biglietti comprare, su cosa scherzare, su cosa non scherzare. Voglio che qualcuno mi dica in cosa credere, per chi votare, chi amare e come dirglielo. Io voglio che qualcuno mi dica come devo vivere la mia vita, perché finora ho sbagliato tutto. Per questo molti cercano persone come te nella vita. Perché tu dici loro come vivere. Dici loro cosa fare e cosa otterranno alla fine. E anche se non credo alle tue stronzate, e so che scientificamente niente di ciò che farò, farà la differenza. Ho paura lo stesso! Perché ho paura lo stesso? Quindi dimmi cosa fare. Dimmi cosa cazzo fare, padre.

9. Misfits, 1.06 – Nuovo ordine

Nel tentativo di liberare i suoi amici dall’influenza dei poteri di Rachel, Nathan ci offre un discorso molto ispirato su quanto gli errori e le leggerezze giovanili rendano la vita degna di essere vissuta.

Lei vi ha fatto credere che dovreste essere così, ma non è vero. Siamo giovani! È normale per noi bere troppo. È normale per noi comportarci male e scopare come scimmie! Il nostro compito è divertirci! Ecco la verità! E se, alcuni di noi andranno in overdose o impazziranno, ma Charles Darwin ha detto “La frittata non si può fare senza rompere delle uova” ed è di questo che sto parlando. Rompere delle uova! E con questo intendo… farsi come delle zucchine con tutte le droghe possibili. Dio, se poteste vedervi ora! Mi si spezza il cuore. Indossate dei cardigan! Noi avevamo tutto! Abbiamo mandato a puttane tutto, più e meglio delle generazioni che ci hanno preceduti. Noi eravamo davvero bellissimi! Siamo dei cazzoni. Io sono un cazzone e voglio essere un cazzone fino alla fine dei miei vent’anni, magari fino all’inizio dei trenta! E sono pronto a farmi mia madre, prima di lasciare che lei o chiunque altro, mi porti via tutto questo!

10. Penny Dreadful, 1.01 – Lavoro notturno

Victor confessa a Sir Malcolm la sua ossessione per la scintilla che separa la vita dalla morte.

Non mapperei mai un fiume né scalerei un picco solo per piantare una bandiera. Non porta a nulla, è solo un’autocelebrazione egoistica. Lo stesso vale per quegli scienziati alla ricerca della comprensione astronomica in sé e per sé. Per i botanici che osservano le screziature di una felce amazzonica. Per gli zoologi che ammirano una vipera e le sue tante spire. E per cosa? Per la conoscenza fine a sé stessa? Per l’euforia della scoperta? Per piantare la propria bandiera sulla verità? C’è un solo obiettivo veramente degno di qualunque esplorazione: sollevare il velo che separa la vita dalla morte. Tutto il resto, dalle estreme profondità marine alla cima delle montagne più alte del pianeta più lontano è insignificante. La vita e la morte, Sir Malcolm. La scintilla che ci separa gli uni dagli altri, veloce come un battito d’ali, più affascinante di qualsiasi sonetto. Questo è il mio fiume. Questa è la mia montagna. È lì che pianterò la mia bandiera.