El Camino | Recensione3 min di lettura —

El Camino | Recensione — 3 min di lettura —

A sei anni dal finale di serie, Vince Gilligan torna all’universo di Breaking Bad con un film che conclude l’arco narrativo di uno dei personaggi più amati: Jesse Pinkman. Nel finale di Felina, Jesse, dopo una lunga prigionia, era finalmente riuscito a fuggire, lasciandosi alle spalle la sua vecchia vita. Il destino del personaggio potevamo immaginare quale sarebbe stato: Jesse avrebbe smesso con la vita criminale e avrebbe ricominciato da zero. Ed è esattamente ciò che accade nel finale di El Camino.

Era il film necessario? No. Tuttavia, Jesse meritava una vera e propria chiusura. La sua storia, pur se conclusa, poteva ancora essere esplorata.

El Camino è un omaggio al personaggio e alla serie, e una lettera d’amore ai fan. Non ci sono grandi plot twist, tutto va esattamente come ci aspettiamo, e seppure la tensione sia crescente e non manchino momenti al cardiopalma, non temiamo mai davvero per l’incolumità di Jesse. Fin dal primo flashback, che vede il protagonista chiacchierare con Mike, è chiara la direzione del film: la vita di Jesse non è segnata, può ancora cambiare rotta e prendere un’altra strada.

Già in Breaking Bad Jesse aveva manifestato più volte il desiderio di voler essere qualcun altro, di allontanarsi da Heisenberg e dal narcotraffico, perché è sempre stato un ragazzo di buon cuore, che però non ha avuto nessuno accanto che abbia creduto in lui fino in fondo. Cercava conferme del proprio valore e riteneva che non ci fosse altra via se non quella criminale. Jesse si era rassegnato al proprio destino, ma quando Walter lo aveva salvato nel finale di serie, il ragazzo aveva capito che non tutto era perduto e che poteva ancora trovare un po’ di felicità lontano da Albuquerque. 

El Camino è letteralmente il percorso di Jesse verso quella tanto agognata libertà. Tutto il film gioca sul contrasto tra libertà e prigionia, alternando al presente flashback di Jesse in catene. Più il piano di fuga prende forma, più ci addentriamo nei ricordi più traumatici del nostro.

Breaking Bad Jesse Pinkman El Camino

Le immagini del passato sono crude e violente non tanto visivamente, quanto più psicologicamente. Jesse viene privato della dignità umana, completamente annientato. Non ha la forza di reagire trasformato in un burattino nelle mani di Todd. La minaccia alla vita di Brock gli impedisce qualsiasi tentativo di ribellione.

Accanto ai ricordi più dolorosi, ce ne sono anche di più teneri. Tutte le persone che per Jesse sono state importanti e che hanno cambiato la sua vita riappaiono sotto forma di ricordi per rammentargli, ancora una volta, che è lui l’artefice del proprio destino. Mike, Walt e Jane sono come dei fantasmi, dei moniti per Jesse, che può finalmente lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare a vivere. 

Una dolce nostalgia permea l’intero film, che ci permette così di salutare tutti i protagonisti più amati. El Camino ci fa immergere nuovamente nelle familiari atmosfere di Breaking Bad, senza mai snaturarne la storia o i personaggi.

Il series finale era riuscito a dare la giusta conclusione a una storia narrata per cinque stagioni, era la perfetta chiusura di un cerchio. Breaking Bad è stato l’esempio della coerenza narrativa in TV, un telefilm iniziato e finito esattamente come doveva, con Walt che si riappropria dell’identità di Heisenberg e della sua eredità, morendo nel laboratorio che era l’unica cosa che lo facesse sentire veramente vivo. 

El Camino non intacca la perfezione dell’episodio conclusivo della serie di Vince Gilligan, ma offre un ulteriore sguardo a qualcosa che avevamo potuto solo immaginare. Ci piaceva pensare che Jesse, in quell’urlo liberatorio, avesse finalmente potuto sperare in una vita diversa, un lavoro onesto che gli piacesse, una famiglia. El Camino non è altro che la conferma che Jesse può ora cercare quello che ha sempre desiderato e che gli è sempre mancato, la vera libertà di cui aveva avuto solo un assaggio quando aveva scelto di non uccidere Walter.

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Pubblicato da Manuela Greco

Classe ’92, appassionata di serie TV, film, libri, anime, manga e di tutto ciò che è nerd da che ne ha memoria.

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