Tredici 2 | 10 momenti che abbiamo odiato e 10 che invece abbiamo amato12 min di lettura —

Tredici 2 | 10 momenti che abbiamo odiato e 10 che invece abbiamo amato — 12 min di lettura —

Noi l’abbiamo divorata in circa tredici ore filate, ora sono passate due settimane e possiamo parlarne senza il rischio che voi incorriate in spoiler.

La seconda stagione di 13 Reasons Why è stata controversa tanto quanto la prima, anzi, forse di più.

Abbiamo provato a stilare una lista di tutto ciò che ci è piaciuto e ciò di cui avremmo fatto volentieri a meno nel secondo ciclo di episodi.

Tredici: 10 ragioni perché no

Troppo spazio dedicato al processo

Rispetto alla prima stagione, in cui le tredici ragioni scandivano una narrazione serrata, avvincente ed emotiva, che trasportava lo spettatore nella triste vicenda di Hannah Baker e nell’ammissione di responsabilità di Clay, il quale non riusciva a rassegnarsi alla morte dell’amata, la seconda stagione vira sul processo dei Baker contro la Liberty High, una storia lunga e un po’ tediosa, meno d’impatto e intima rispetto alle cassette.

Non si sono approfonditi i problemi psicologici di Clay

Fin dalla prima stagione, è chiaro che Clay soffre di un qualche disturbo psicologico. Già nelle prime puntate, sua madre cerca di convincerlo a prendere delle medicine e spesso il ragazzo ha delle visioni piuttosto vivide della ragazza di cui era innamorato. Nei nuovi episodi, sembra che la situazione peggiori, ma nessuno sembra accorgersene. È un argomento, quello delle malattie mentali, che meritava di essere approfondito.

La storia di Hannah e Zach è una retcon?

Nella seconda stagione scopriamo che Hannah e Zach hanno vissuto una breve storia estiva. Questo particolare ha, in parte, riscritto gli eventi della prima stagione. Capiamo che Brian Yorkey volesse donare ad Hannah un po’ di felicità, ma forse l’evento è stato inserito in maniera erronea nella timeline. Se Zach era nelle cassette perché rubava ad Hannah i bigliettini di cui aveva così disperatamente bisogno per sentirsi più amata e apprezzata, non sarebbe stato un motivo ancora più valido l’abbandono del ragazzo con cui aveva perso la verginità che le preferisce gli amici e teme il loro giudizio? Magari Hannah non era così coinvolta emotivamente, magari considerava quella con Zach una semplice storia estiva, magari non l’ha ferita così tanto quanto il fatto che Zach volesse portarle via una piccola fonte di felicità, ma si tratta di un’aggiunta troppo forzata. Capiamo il motivo per cui è stata inserita, ma abbiamo delle perplessità sulla realizzazione.

La backstory di Hannah bulla

Sapevamo già che Hannah non era perfetta, che era una ragazza vendicativa (lo dimostrano le cassette), che covava rancore, nutriva gelosia, tentava di integrarsi in un gruppo anche se per farlo doveva vestire panni che non le appartenevano e commetteva numerosi errori di giudizio. Questo la rendeva un personaggio interessante e affascinate, lontana dall’ideale di perfezione che Clay sembra averle cucito addosso. Era, quindi, davvero necessario insistere sugli errori e i difetti della vittima che diventa carnefice con una backstory appena accennata, quella del bullismo nella vecchia scuola, quando già sapevamo bene di che pasta Hannah fosse fatta?

Il triangolo amoroso Alex/Jess/Justin

Il bello di 13 Reasons Why era l’aver portato il genere dei teen drama su un livello diverso, più maturo, che si distaccava dal cliché del triangolo amoroso. In una delle scene conclusive della seconda stagione, invece, Jessica, dopo aver danzato con Alex, si riavvicina a Justin. Si tratta di una scelta narrativa problematica: Jessica lotta per tredici episodi cercando di riappropriarsi del proprio corpo, ed è bello che alla fine ci riesca, tuttavia Justin, che era il suo ragazzo e di cui si fidava, ha lasciato che Bryce la stuprasse. E allora, come potrebbe Jess fidarsi ancora di lui? Quali basi per una relazione sana? Jessica doveva guarire accanto a un ragazzo con cui i trascorsi non fossero così tragici.

La storia extraconiugale del padre di Hannah

Hannah aveva con i propri genitori un rapporto genuino e molto dolce, si sentiva al sicuro insieme a loro e, nonostante i problemi quotidiani, erano una delle ragioni per cui lei continuava a lottare. La sofferenza di Hannah scaturiva da altro. La storia extraconiugale del signor Baker è stata di troppo. L’unica colpa che Olivia e Andy dovevano avere era quella di non essere stati abbastanza attenti alle pene della figlia.

Clay non spicca come personaggio

Clay era il personaggio che più soffriva per la morte di Hannah, il suo era un patimento sempre presente, ma che è esploso nel momento in cui il ragazzo ha iniziato ad ascoltare il suo nastro. L’episodio a lui dedicato nella prima stagione era forse il più intenso, il più atteso e il più doloroso. La seconda stagione non ha reso giustizia in questo senso a Clay, che sente ancora il rimorso e la responsabilità di non essere riuscito a salvare Hannah, ma non ci fa sentire la stessa partecipazione che avevamo avvertito allora. Quando Tony gli prende la mano perché Clay non ce la fa da solo a scoprire la sua colpa, noi siamo con Tony e gli teniamo tutti quanti la mano, cosa che non succede nella seconda stagione, in cui non si raggiunge mai lo stesso picco emotivo.

Il ruolo di Jackie

Mentre la prensenza di Cyrus, il primo vero amico di Tyler alla Liberty High, ha un senso nella narrazione degli eventi della seconda stagione di Tredici, lo stesso non si può dire di Jackie, la donna che sostiene Olivia nella sua battaglia per ottenere giustizia per la figlia. Jackie compare all’improvviso per poi scomparire nel giro di poche puntate senza alcuna spiegazione.

Tony Padilla

Ve lo ricordate Tony Padilla? Era l’amico di Clay che lo stalkerava affinché ascoltasse tutte le cassette il più velocemente possibile. Nella seconda stagione è scomparso, anzi, c’è, ma è come se non fosse presente, relegato a una storia d’amore poco coinvolgente e alla difficoltà nello gestire la propria rabbia. Da un personaggio talmente importante da essere il custode del segreto di Hannah, ci aspettavamo tutti qualcosa di più.

Il finale anticlimatico

Fin dall’ultimo episodio della prima stagione aspettavamo che Tyler imbracciasse un’arma e la puntasse contro i suoi compagni. La seconda stagione sembrava voler condurre il personaggio verso questa strada, in particolare dopo quanto accaduto nell’ultimo episodio. Con tutto quanto Tyler ha passato, forse la strage sarebbe stata la mossa giusta da fare, perché tutti lo hanno trattato male almeno una volta, fatta eccezione per Alex. Zach e Jessica lo cacciano via, Clay nella prima stagione diffonde una foto che lo ritrae nudo. Finire la stagione con una strage sarebbe stato non solo contemporaneo, ma anche onesto col percorso del personaggio, che così risulta, invece, anticlimatico.

Tredici: 10 ragioni perché sì

La redenzione del gruppo

Da che mentivano, si insultavano, si ricattavano e a stento riuscivano a restare nella stessa stanza, Clay e compagni hanno imparato a farsi forza l’uno con gli altri, supportandosi a vicenda, salvando Justin da se stesso, restando accanto a Jessica nel momento più duro e ad Alex quando tenta di recuperare i ricordi perduti. La tragedia di Hannah ha fatto sì che tutti loro si migliorassero, che accettassero le proprie colpe e imparassero a convivere con esse.

Justin adottato dai Jensen

Justin ha dovuto far fronte a tante difficoltà nella vita, e forse è anche per questo che aveva visto in Bryce una sorta di fratello maggiore. I due si proteggevano a vicenda, ma non era chiaramente un’amicizia costruttiva. Justin aveva bisogno di una guida, di amici come Clay. Quando inizia a vivere coi Jensen e a comprendere cosa sia una famiglia, cosa significhi avere dei genitori e un vero fratello, trova finalmente ciò di cui aveva bisogno per stare bene, peccato che la guarigione sia lunga.

Maggiore approfondimento sui personaggi

Nella prima stagione, Hannah e Clay erano i grandi protagonisti. Sebbene contornata da una miriade di personaggi secondari, era la loro storia che stava al centro degli eventi. La seconda stagione, più corale, permette anche agli altri di ritagliarsi un posto di rilievo nelle vicende. Forse c’è ancora da lavorare su personaggi come Courtney e Ryan, ma Jessica, Alex, Justin, Zach e Tyler hanno avuto lo spazio che si meritavano e l’evoluzione che volevamo.

Rappresentazione veritiera della realtà

“13 Reasons Why rende il suicidio romantico”, “13 Reasons Why ha scene troppo grafiche e gratuite”, “13 Reasons Why insegna che il suicidio è l’unica soluzione ai problemi”. Quante volte abbiamo letto commenti del genere? Troppo spesso il senso di una serie importante come Tredici è stato travisato. Lasciatemi dire che la verità è che il pubblico conservatore americano è abituato a troppi Gossip Girl e a troppi pochi Tredici; è abituato a serie che insegnano solo se lo fanno come lo fa Settimo Cielo, in modo didascalico e con atteggiamento moraleggiante. 13 Reasons Why mette lo spettatore di fronte alla realtà dura e cruda, è una serie che fa male perché deve far riflettere, fa piangere e urlare. L’insegnamento da far proprio guardandola è quello che esistono cose come il bullismo, la violenza, l’ingiustizia nello scoprire che un ragazzo ricco e bianco con ogni probabilità la farà sempre franca, che gli adulti non sono attenti, che non c’è controllo nella vendita delle armi e che in mano a un ragazzino in preda alle emozioni tutte queste cose sono ancora più pericolose. Basta coi tabù, bisogna parlare delle cose per quanto siano crude o scioccanti, in modo che parlandone siamo in grado di trovare una soluzione.

Hannah non era una santa

Molto spesso nella vita, quando muore qualcuno si tende a ricordarne solo le cose belle e mai i difetti. Tutto a un tratto il caro estinto si spoglia di ogni colpa e diventa una specie di santo. In Tredici ci viene mostrato che Hannah era sì una brava ragazza, ma aveva i difetti che accomunano tutti noi. È bello che Clay si accorga che Hannah era piena di difetti come tutti gli altri, l’aveva idealizzata e messa su un piedistallo, ma grazie alle parole di Justin si rende conto finalmente che non era la vittima sacrificale che credeva.

Mr. Porter

Abbiamo parlato della redenzione del gruppo dei ragazzi, ma non meno importanza assume quella di Porter. La sua testimonianza durante il processo, l’ammissione della propria colpa e delle pecche di una scuola che non conosce i propri studenti sono stati tra i momenti migliori della stagione. Ci troviamo di fronte a un uomo che ha commesso un errore madornale e che non era preparato per affrontare una situazione delicata come quella di Hannah, ma anche a un uomo che, in virtù dello sbaglio, cerca di rimediare in altri modi, tentando di salvare chi ancora può essere salvato. La scena in cui rivive l’ultima conversazione con Hannah, in cui immagina come sarebbe potuta andare, è indicativa del fatto che sentirà sempre dei rimpianti, ma che il mondo è pieno di altre Hannah, e che tentare di aiutarle è in nostro potere.

L’amicizia tra Zach e Alex

Amicizia o qualcosa di più? Non lo sappiamo ancora, ma sicuramente uno dei punti di forza della seconda stagione di Tredici è il rapporto che si viene a creare tra Zach Dempsey e Alex Standall, col primo sempre presente per l’altro, pronto ad aiutarlo, a difenderlo e a sostenerlo anche quando Alex cerca in tutti i modi di allontanarlo. Zach riesce a non far sentire Alex un peso e, anzi, lo incoraggia a ceracre di riprendere in mano la proprie vita e ritornare pian piano alla normalità.

The night we met

The night we met è diventata la canzone simbolo della serie, perché racconta della difficoltà della perdita, della sensazione straniante di chi si ritrova, tutto a un tratto, a dover sopportare l’assenza di qualcuno che amava e che pensava ci sarebbe sempre stato. Clay ricorda di quando ballava spensierato con Hannah, di quando era ancora felice, ma è un ricordo che lo fa stare male, perché sentire The night we met lo riporta a quei momenti, ma con la nuova consapevolezza di non poterli rivivere mai più. Tony, Jessica, Alex, Justin, Curtney e Ryan sanno cosa quella canzone significhi per Clay e vederli attorno a lui, abbracciarlo e consolarlo mentre Clay finalmente si lascia andare a un pianto disperato sottolinea ancor di più la forza del gruppo.

I villain restano villain

Bryce è cattivo. Non c’è giustificazione agli atti compiuti dal ragazzo. In Tredici, non viene mai fatto passare il messaggio che “si è cattivi perché si ha subito un trauma”, semplicemente perché non sempre è così. Non si cerca per forza una scusante, una causa scatenante. Bryce non abusa di Jessica e di Hannah perché, magari, da bambino è stato stuprato o ha subito una violenza qualsiasi, fisica o psicologica. Non sempre è così che accade, e, ancora una volta, Tredici non ha scelto la via più semplice, solo quella più dura.

C’è poi Monty, il leccapiedi di Bryce. Qui c’è un presente violento, forse anche un passato. Ma ciò non giustifica, ancora una volta, la violenza e la brutalità dello stupro ai danni di Tyler. Monty non lo fa perché è arrabbiato col mondo, perché deve sfogare la propria sofferenza su qualcun altro. Lo fa perché vuole “dare una lezione” a chi è più debole di lui. È un gesto vile, orribile e senza scuse, non ci sono vie di mezzo.

Clay lascia andare Hannah

Nella prima stagione abbiamo detto addio ad Hannah, ma Clay non lo aveva ancora fatto. Non ne era capace perché il fantasma della ragazze continuava a tormentarlo. Hannah era sempre accanto a lui, a ricordagli che non era stato in grado di salvarla. Clay si aggrappava all’amore per Hannah e non riusciva ad andare avanti. Era come bloccato in un limbo. Clay vede la propria vita divisa tra i giorni con Hannah e quelli senza di lei, deve solo imparare a convivere con l’idea che lei non ci sia più, che potrà continuare ad amarla, che non la dimenticherà, ma che per il proprio bene deve anche lasciarla andare.

Tredici 2 è sicuramente un gradino più in basso rispetto alla stagione d’esordio. Molte storyline sono state confusionarie e affrontate con poca attenzione ai dettagli. Ma la serie è ancora un ottimo prodotto, che sicuramente può dare di più, soprattutto se, con un’ipotetica terza stagione, si avrà il coraggio di spostare l’asse della narrazione sulla storia di un altro dei protagonisti, riuscendo veramente a lasciare andare Hannah Baker, cosa che sarebbe potuta essere fatta già quest’anno.

Guarda tutti gli episodi su Netflix.

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Pubblicato da Manuela Greco

Classe ’92, appassionata di serie TV, film, libri, anime, manga e di tutto ciò che è nerd da che ne ha memoria.

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