Harry Potter e il prigioniero di Azkaban è il terzo libro della saga fantasy creata da J.K. Rowling. Durante il suo terzo anno alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, Harry, Ron e Hermione scoprono che Sirius Balck, un famigerato criminale, è riuscito a fuggire dalla prigione di massima segretezza che dà il titolo al libro. Con le sue grandi rivelazioni, i ritorni dal passato e i complicati viaggi nel tempo, Harry Potter è il prigioniero di Azkaban è uno dei capitoli della saga più amati dai lettori. Ma quali sono le citazioni più belle del volume? Abbiamo stilato la nostra personalissima lista. E voi, siete d’accordo?
Harry Potter e il prigioniero di Azkaban: le citazioni più belle
— Capitolo 1, Posta via gufo
«MARGE!» gridarono zio Vernon e zia Petunia in coro, mentre il corpo di zia Marge cominciava a sollevarsi dalla sedia e a librarsi verso il soffitto. Ormai era completamente rotonda, un’enorme boa di salvataggio con gli occhi porcini, e le mani e i piedi sporgevano in modo bizzarro mentre navigava a mezz’aria, con uno scoppiettio soffocato. Squarta entrò a scivoloni, abbaiando furiosamente.
— Capitolo 2, Il grosso errore di zia Marge
— Capitolo 3, Il Nottetempo
«Un momento» disse Harry in fretta. «Quello ce l’ho già».
«Davvero?» Sul viso del libraio apparve un’espressione di enorme sollievo. «Grazie al cielo. Mi hanno già morsicato cinque volte stamattina…»
Si udì un rumore di pagine strappate: due Libri Mostri ne avevano afferrato un terzo e lo stavano facendo a pezzi.
«Basta! Basta!» gridò il libraio infilando il bastone tra le sbarre e dividendo i libri con un colpo deciso. «Non li terrò mai più, mai più! È un manicomio! Credevo che avessimo toccato il fondo quando abbiamo comprato duecento copie del Libro Invisibile dell’Invisibilità: ci sono costate una fortuna e non le abbiamo mai trovate… be’… ti serve altro?»
— Capitolo 4, Il Paiolo Magico
Ma fu visibile solo per un attimo. Come se la creatura sotto il mantello avesse avvertito lo sguardo di Harry, la mano si ritrasse all’improvviso nelle pieghe nere della stoffa.
Poi la cosa, quale che fosse, trasse un lungo, lento, incerto sospiro, come se cercasse di respirare qualcosa di più dell’aria.
Un freddo intenso calò su di loro. Harry sentì il respiro mozzarsi nel petto. Il freddo penetrò fin sotto la pelle. Era dentro di lui, s’insinuava fino al cuore…
Gli occhi di Harry si rovesciarono. Non vedeva più niente. Annegava nel gelo. Senti un rumore come uno scroscio d’acqua, e poi fu trascinato verso il basso, e il rombo diventava più forte…
E poi, da molto lontano, sentì urlare. Urla terribili, di orrore, di supplica. Chiunque fosse, Harry pensò di aiutarlo, ma non ci riuscì: una fitta nebbia biancastra aleggiava vorticando attorno a lui, dentro di lui…
— Capitolo 5, Il Dissennatore
Fierobecco gli fece fare un giro del recinto e poi puntò di nuovo verso terra. Era questo il momento temuto da Harry: si ritrasse mentre il collo liscio si abbassava, certo di scivolare sul becco dell’animale; poi sentì un colpo secco mentre le quattro zampe male assortite toccavano terra, e riuscì a stento a reggersi e a raddrizzarsi.
— Capitolo 6, Artigli e foglie di tè
— Capitolo 7, Il Molliccio nell’armadio
Lupin sollevò le sopracciglia.
«Credevo che fosse ovvio, Harry» rispose sorpreso.
Harry, che si aspettava che Lupin negasse, rimase interdetto.
«Perché?» chiese di nuovo.
«Be’» disse Lupin un po’ accigliato, «ho pensato che se il Molliccio ti avesse visto, avrebbe assunto la forma di Voldemort».
Harry lo fissò stupito. Non solo era l’ultima risposta che si sarebbe aspettata, ma Lupin aveva pronunciato il nome di Voldemort. L’unica altra persona che osasse farlo ad alta voce (a parte Harry) era il professor Silente.
«Ovviamente mi sbagliavo» riprese Lupin, sempre molto serio. «Ma ho pensato che non era una buona idea che Voldemort si materializzasse in sala professori. Immagino che avrebbe seminato il panico».
«Non stavo pensando a Voldemort» disse Harry con onestà. «Io… io pensavo a uno di quei Dissennatori».
«Capisco» disse Lupin assorto. «Bene bene… sono colpito». Fece un piccolo sorriso quando vide la sorpresa sul viso di Harry. «Ciò rivela che quello di cui hai più paura è… la paura. Molto saggio, Harry».
— Capitolo 8, La fuga della Signora Grassa
E poi un’ondata di gelo orribilmente familiare si abbatté su di lui, lo invase, mentre Harry cominciava a distinguere qualcosa che si muoveva laggiù sul campo…
Prima di avere il tempo di riflettere, Harry distolse lo sguardo dal Boccino e guardò in basso.
Sotto c’erano almeno un centinaio di Dissennatori, con le teste incappucciate rivolte verso di lui. Fu come se il suo petto si riempisse di acqua gelata, che gli perforava lo stomaco. E poi lo udì di nuovo… qualcuno gridava, gridava dentro la sua testa… una donna…
— Capitolo 9, Una Grama sconfitta
I SIGNORI LUNASTORTA, CODALISCIA, FELPATO E RAMOSO
CONSIGLIERI E ALLEATI DEI MAGICI MALFATTORI
SONO FIERI DI PRESENTARVI
LA MAPPA DEL MALANDRINO
— Capitolo 10, La Mappa del Malandrino
— Capitolo 11, La Firebolt
Harry sputò un po’ di Burrobirra.
«Cosa… uccidono…?»
«Oh, no» disse Lupin. «È molto peggio. Puoi esistere anche senza l’anima, sai, purché il cuore e il cervello funzionino ancora. Ma non avrai più nessuna idea di te stesso, nessun ricordo… nulla. Non è possibile guarire. Esisti e basta. Come un guscio vuoto. E la tua anima se n’è andata per sempre… è perduta».
Lupin prese un altro sorso di Burrobirra e poi disse:
«È la sorte che attende Sirius Black. C’era scritto stamattina sulla Gazzetta del Profeta. Il Ministero ha dato ai Dissennatori il permesso di procedere se lo trovano».
— Capitolo 12, Il Patronus
«Che cosa succede?»
Harry credette di sentire sbattere la porta del dormitorio. Alla fine riuscì a dividere le tende, le aprì di scatto e nello stesso istante Dean Thomas accese la lanterna.
Ron era seduto sul letto, terrorizzato, e le sue tende erano tutte lacerate da una parte.
«Black! Sirius Black! Con un pugnale!»
— Capitolo 13, Grifondoro contro Corvonero
«Il signor Lunastorta porge i suoi ossequi al professor Piton e lo prega di tenere il suo naso mostruosamente lungo lontano dagli affari altrui».
Piton s’irrigidì. Harry fissò il messaggio, ammutolito. Ma la mappa non si fermò lì. Sotto la prima frase ne apparve un’altra:
«Il signor Ramoso è d’accordo con il signor Lunastorta, e ci tiene ad aggiungere che il professor Piton è un brutto idiota».
Sarebbe stato molto divertente se la situazione non fosse stata cosi seria. E c’era dell’altro…
«Il signor Felpato vorrebbe sottolineare il suo stupore per il fatto che un tale imbecille sia diventato professore».
Harry chiuse gli occhi orripilato. Quando li riaprì, la mappa concluse:
«Il signor Codaliscia augura buona giornata al professor Piton, e gli dà un consiglio: lavati i capelli, sporcaccione».
— Capitolo 14, L’ira di Piton
La professoressa Cooman alzò gli occhi enormi verso Hermione. Calì sussurrò qualcosa a Lavanda, e anche loro guardarono Hermione sprezzanti. La professoressa Cooman si alzò e squadrò Hermione con inequivocabile ira.
«Sono spiacente di dover dire che da quando hai messo piede in quest’aula, mia cara, è apparso evidente che tu non possiedi i requisiti necessari alla nobile arte della Divinazione. A dire il vero non ricordo di aver mai incontrato uno studente la cui mente fosse così irrimediabilmente Frivola».
Ci fu un attimo di silenzio. E poi…
«Bene!» disse Hermione all’improvviso, alzandosi e infilando Svelare il Futuro nella borsa. «Bene!» ripeté, mettendosi in spalla la borsa e facendo quasi cadere Ron dalla sedia. «Ci rinuncio! Me ne vado!»
E tra lo stupore di tutta la classe, Hermione si avviò verso la botola, l’apri con un calcio, e spari giù per la scala.
— Capitolo 15, La finale di Quidditch
«Il Signore Oscuro è solo e senza amici, abbandonato dai suoi seguaci. Il suo servo è rimasto in catene per dodici anni. Questa notte, prima di mezzanotte, il servo si libererà e cercherà di unirsi al padrone. Il Signore Oscuro risorgerà con l’aiuto del servo, più grande e più orribile che mai. Questa notte… prima di mezzanotte… il servo… si libererà… per unirsi… al padrone…»
— Capitolo 16, La profezia della professoressa Cooman
«Professore» intervenne Harry ad alta voce, «che cosa…?»
Ma non finì mai la domanda, perché quello che vide gli spense la voce in gola. Lupin stava abbassando la bacchetta. Un momento dopo era al fianco di Black, gli afferrava la mano, lo aiutava a rialzarsi facendo cadere a terra Grattastinchi e lo abbracciava come un fratello.
— Capitolo 17, Gatto, topo e cane
— Capitolo 18, Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso
E infine Harry gli credette. Un nodo alla gola gli impediva di parlare. Così annuì.
— Capitolo 19, Il servo di Voldemort
Harry rimase in attesa. Black intendeva dire quello che anche lui pensava?
«Lo capisco, naturalmente, se vuoi restare con i tuoi zii» disse Black. «Ma… be’… riflettici. Una volta che avranno riconosciuto la mia innocenza… se tu volessi una… una casa diversa…»
Qualcosa parve esplodere in fondo allo stomaco di Harry.
«Cosa… vivere con te?» chiese, battendo la testa contro una roccia che sporgeva dal soffitto. «Lasciare i Dursley?»
«Certo, lo sapevo che non avresti voluto» disse Black in fretta. «Capisco, credevo solo che…»
«Sei matto?» disse Harry, la voce di colpo roca come quella di Black. «Ma certo che voglio lasciare i Dursley! Tu hai una casa? Quando posso venire?»
— Capitolo 20, Il bacio dei Dissennatori
E poi fu tutto chiaro. Harry capì. Non aveva visto suo padre: aveva visto se stesso…
Harry si lanciò fuori dal cespuglio ed estrasse la bacchetta.
«EXPECTO PATRONUM!» urlò.
— Capitolo 21, Il segreto di Hermione
— Capitolo 22, Ancora posta via gufo
Fonte: Potterpedia.
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