Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, le citazioni più belle del libro14 min di lettura —

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, le citazioni più belle del libro — 14 min di lettura —

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban è il terzo libro della saga fantasy creata da J.K. Rowling. Durante il suo terzo anno alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, Harry, Ron e Hermione scoprono che Sirius Balck, un famigerato criminale, è riuscito a fuggire dalla prigione di massima segretezza che dà il titolo al libro. Con le sue grandi rivelazioni, i ritorni dal passato e i complicati viaggi nel tempo, Harry Potter è il prigioniero di Azkaban è uno dei capitoli della saga più amati dai lettori.  Ma quali sono le citazioni più belle del volume? Abbiamo stilato la nostra personalissima lista. E voi, siete d’accordo?

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban: le citazioni più belle

Harry Potter era un ragazzo insolito sotto molti punti di vista. Prima di tutto, odiava le vacanze estive più di qualunque altro periodo dell’anno. Poi voleva davvero fare i compiti, ma era costretto a studiare di nascosto, nel cuore della notte. E per giunta era un mago.

— Capitolo 1, Posta via gufo 

Ma zia Marge all’improvviso tacque. Per un attimo, fu come se le mancassero le parole. Sembrava gonfia di una rabbia inesprimibile, una rabbia che continuava a premere, a premere da dentro. Il suo faccione rosso cominciò ad allargarsi, i suoi occhietti presero a sporgere e la sua bocca si stirò a tal punto da impedirle di parlare. Un attimo dopo, parecchi bottoni saltarono dalla giacca di tweed e rimbalzarono sulle pareti. Si stava gonfiando come un pallone mostruoso, con lo stomaco che esplodeva dalla gonna di tweed e le dita simili a salsicce.

«MARGE!» gridarono zio Vernon e zia Petunia in coro, mentre il corpo di zia Marge cominciava a sollevarsi dalla sedia e a librarsi verso il soffitto. Ormai era completamente rotonda, un’enorme boa di salvataggio con gli occhi porcini, e le mani e i piedi sporgevano in modo bizzarro mentre navigava a mezz’aria, con uno scoppiettio soffocato. Squarta entrò a scivoloni, abbaiando furiosamente.

— Capitolo 2, Il grosso errore di zia Marge 

Con un grido, rotolò sul marciapiedi, appena in tempo. Un attimo dopo, un gigantesco paio di ruote sovrastate da due enormi fanali frenava bruscamente a pochi centimetri da lui. Come Harry poté constatare, il tutto apparteneva a un autobus a tre piani di un viola intenso, apparso dal nulla. Le lettere d’oro sul parabrezza dicevano: Il Nottetempo.

— Capitolo 3, Il Nottetempo

«Spostati» disse il libraio impaziente, spingendo Harry di lato. S’infilò un paio di guanti molto spessi, prese un grosso, nodoso bastone da passeggio e avanzò verso la porta della gabbia dei Libri Mostri.

«Un momento» disse Harry in fretta. «Quello ce l’ho già».

«Davvero?» Sul viso del libraio apparve un’espressione di enorme sollievo. «Grazie al cielo. Mi hanno già morsicato cinque volte stamattina…»

Si udì un rumore di pagine strappate: due Libri Mostri ne avevano afferrato un terzo e lo stavano facendo a pezzi.

«Basta! Basta!» gridò il libraio infilando il bastone tra le sbarre e dividendo i libri con un colpo deciso. «Non li terrò mai più, mai più! È un manicomio! Credevo che avessimo toccato il fondo quando abbiamo comprato duecento copie del Libro Invisibile dell’Invisibilità: ci sono costate una fortuna e non le abbiamo mai trovate… be’… ti serve altro?»

— Capitolo 4, Il Paiolo Magico 

In piedi sulla soglia, illuminata dalle fiammelle danzanti nella mano di Lupin, c’era una figura ammantata che torreggiava fino al soffitto. Aveva il volto completamente nascosto dal cappuccio. Gli occhi di Harry sfrecciarono in basso, e quello che vide gli diede una stretta allo stomaco. Una mano spuntava dal mantello, ed era scintillante, grigiastra, viscida e rugosa, come una cosa morta rimasta troppo a lungo nell’acqua…

Ma fu visibile solo per un attimo. Come se la creatura sotto il mantello avesse avvertito lo sguardo di Harry, la mano si ritrasse all’improvviso nelle pieghe nere della stoffa.

Poi la cosa, quale che fosse, trasse un lungo, lento, incerto sospiro, come se cercasse di respirare qualcosa di più dell’aria.

Un freddo intenso calò su di loro. Harry sentì il respiro mozzarsi nel petto. Il freddo penetrò fin sotto la pelle. Era dentro di lui, s’insinuava fino al cuore…

Gli occhi di Harry si rovesciarono. Non vedeva più niente. Annegava nel gelo. Senti un rumore come uno scroscio d’acqua, e poi fu trascinato verso il basso, e il rombo diventava più forte…

E poi, da molto lontano, sentì urlare. Urla terribili, di orrore, di supplica. Chiunque fosse, Harry pensò di aiutarlo, ma non ci riuscì: una fitta nebbia biancastra aleggiava vorticando attorno a lui, dentro di lui…

— Capitolo 5, Il Dissennatore

Senza preavviso, le ali lunghe più di tre metri si spalancarono; Harry ebbe appena il tempo di afferrare il collo dell’Ippogrifo e già quello si librava nell’aria. Non era affatto come un manico di scopa, e Harry sapeva quale dei due preferiva; le ali dell’Ippogrifo battevano scomodamente, urtandogli le gambe e dandogli l’impressione di stare per cadere da un momento all’altro; le piume lucenti scivolavano sotto le sue dita e Harry d’altra parte non osava aggrapparsi più forte; abituato ai movimenti fluidi della sua Nimbus Duemila, ora beccheggiava avanti e indietro mentre i fianchi dell’Ippogrifo si alzavano e si abbassavano insieme alle ali.

Fierobecco gli fece fare un giro del recinto e poi puntò di nuovo verso terra. Era questo il momento temuto da Harry: si ritrasse mentre il collo liscio si abbassava, certo di scivolare sul becco dell’animale; poi sentì un colpo secco mentre le quattro zampe male assortite toccavano terra, e riuscì a stento a reggersi e a raddrizzarsi.

— Capitolo 6, Artigli e foglie di tè

«Quando il Molliccio uscirà dall’armadio, Neville, e ti vedrà, assumerà l’aspetto del professor Piton» disse Lupin. «E tu alzerai la bacchetta, così, griderai Riddikulus e ti concentrerai al massimo sugli abiti di tua nonna. Se tutto va bene, ci ritroveremo davanti il professor Molliccio Piton con tanto di cappello, avvoltoio, vestito verde e borsa grande rossa».

— Capitolo 7, Il Molliccio nell’armadio

«Perché non mi ha permesso di affrontarlo?» chiese Harry bruscamente.

Lupin sollevò le sopracciglia.

«Credevo che fosse ovvio, Harry» rispose sorpreso.

Harry, che si aspettava che Lupin negasse, rimase interdetto.

«Perché?» chiese di nuovo.

«Be’» disse Lupin un po’ accigliato, «ho pensato che se il Molliccio ti avesse visto, avrebbe assunto la forma di Voldemort».

Harry lo fissò stupito. Non solo era l’ultima risposta che si sarebbe aspettata, ma Lupin aveva pronunciato il nome di Voldemort. L’unica altra persona che osasse farlo ad alta voce (a parte Harry) era il professor Silente.

«Ovviamente mi sbagliavo» riprese Lupin, sempre molto serio. «Ma ho pensato che non era una buona idea che Voldemort si materializzasse in sala professori. Immagino che avrebbe seminato il panico».

«Non stavo pensando a Voldemort» disse Harry con onestà. «Io… io pensavo a uno di quei Dissennatori».

«Capisco» disse Lupin assorto. «Bene bene… sono colpito». Fece un piccolo sorriso quando vide la sorpresa sul viso di Harry. «Ciò rivela che quello di cui hai più paura è… la paura. Molto saggio, Harry».

— Capitolo 8, La fuga della Signora Grassa 

Ma stava succedendo qualcosa di strano. Un silenzio lugubre cadde sullo stadio. Il vento, benché più forte che mai, non ruggiva più. Era come se qualcuno avesse spento l’audio, come se Harry fosse diventato sordo all’improvviso… che cos’era?

E poi un’ondata di gelo orribilmente familiare si abbatté su di lui, lo invase, mentre Harry cominciava a distinguere qualcosa che si muoveva laggiù sul campo…

Prima di avere il tempo di riflettere, Harry distolse lo sguardo dal Boccino e guardò in basso.

Sotto c’erano almeno un centinaio di Dissennatori, con le teste incappucciate rivolte verso di lui. Fu come se il suo petto si riempisse di acqua gelata, che gli perforava lo stomaco. E poi lo udì di nuovo… qualcuno gridava, gridava dentro la sua testa… una donna…

— Capitolo 9, Una Grama sconfitta 

E all’improvviso sottili righe d’inchiostro cominciarono a spuntare come una ragnatela dal punto in cui la bacchetta di George aveva toccato il foglio. Si univano, si incrociavano, si allargavano in tutti gli angoli della pergamena. Parole presero a fiorire in testa alla pagina, grosse parole verdi e aggraziate che proclamavano:

I SIGNORI LUNASTORTA, CODALISCIA, FELPATO E RAMOSO
CONSIGLIERI E ALLEATI DEI MAGICI MALFATTORI
SONO FIERI DI PRESENTARVI
LA MAPPA DEL MALANDRINO

— Capitolo 10, La Mappa del Malandrino 

Harry andò dritto nel dormitorio, prese la Firebolt e il Kit di Manutenzione che Hermione gli aveva regalato per il suo compleanno, li portò di sotto e cercò di trovare qualcosa da fare alla Firebolt: ma non c’erano ramoscelli da potare, e il manico splendeva talmente che era inutile lucidarlo. Lui e Ron rimasero lì ad ammirarla da tutte le parti, finché il ritratto non si aprì lasciando entrare Hermione, accompagnata dalla professoressa McGranitt.

— Capitolo 11, La Firebolt 

«Lo chiamano il Bacio del Dissennatore» disse Lupin con un sorriso un po’ obliquo. «È quello che fanno i Dissennatori quando vogliono distruggere completamente qualcuno. Immagino che ci siano delle fauci lì sotto, perché le stringono sulla bocca della vittima e… le succhiano l’anima».

Harry sputò un po’ di Burrobirra.

«Cosa… uccidono…?»

«Oh, no» disse Lupin. «È molto peggio. Puoi esistere anche senza l’anima, sai, purché il cuore e il cervello funzionino ancora. Ma non avrai più nessuna idea di te stesso, nessun ricordo… nulla. Non è possibile guarire. Esisti e basta. Come un guscio vuoto. E la tua anima se n’è andata per sempre… è perduta».

Lupin prese un altro sorso di Burrobirra e poi disse:

«È la sorte che attende Sirius Black. C’era scritto stamattina sulla Gazzetta del Profeta. Il Ministero ha dato ai Dissennatori il permesso di procedere se lo trovano».

— Capitolo 12, Il Patronus 

Harry si svegliò di colpo, come se qualcuno gli avesse dato uno schiaffo. Disorientato, nell’oscurità totale, trafficò con le tende. Sentiva dei movimenti attorno a sé, e la voce di Seamus Finnigan dall’altra parte della stanza esclamò:

«Che cosa succede?»

Harry credette di sentire sbattere la porta del dormitorio. Alla fine riuscì a dividere le tende, le aprì di scatto e nello stesso istante Dean Thomas accese la lanterna.

Ron era seduto sul letto, terrorizzato, e le sue tende erano tutte lacerate da una parte.

«Black! Sirius Black! Con un pugnale!»

— Capitolo 13, Grifondoro contro Corvonero

Come se una mano invisibile vi scrivesse, alcune parole apparvero sulla liscia superficie della mappa:

«Il signor Lunastorta porge i suoi ossequi al professor Piton e lo prega di tenere il suo naso mostruosamente lungo lontano dagli affari altrui».

Piton s’irrigidì. Harry fissò il messaggio, ammutolito. Ma la mappa non si fermò lì. Sotto la prima frase ne apparve un’altra:

«Il signor Ramoso è d’accordo con il signor Lunastorta, e ci tiene ad aggiungere che il professor Piton è un brutto idiota».

Sarebbe stato molto divertente se la situazione non fosse stata cosi seria. E c’era dell’altro…

«Il signor Felpato vorrebbe sottolineare il suo stupore per il fatto che un tale imbecille sia diventato professore».

Harry chiuse gli occhi orripilato. Quando li riaprì, la mappa concluse:

«Il signor Codaliscia augura buona giornata al professor Piton, e gli dà un consiglio: lavati i capelli, sporcaccione».

— Capitolo 14, L’ira di Piton

«Oh, santo cielo!» disse Hermione a voce alta. «Non sarà ancora quel ridicolo Gramo!»

La professoressa Cooman alzò gli occhi enormi verso Hermione. Calì sussurrò qualcosa a Lavanda, e anche loro guardarono Hermione sprezzanti. La professoressa Cooman si alzò e squadrò Hermione con inequivocabile ira.

«Sono spiacente di dover dire che da quando hai messo piede in quest’aula, mia cara, è apparso evidente che tu non possiedi i requisiti necessari alla nobile arte della Divinazione. A dire il vero non ricordo di aver mai incontrato uno studente la cui mente fosse così irrimediabilmente Frivola».

Ci fu un attimo di silenzio. E poi…

«Bene!» disse Hermione all’improvviso, alzandosi e infilando Svelare il Futuro nella borsa. «Bene!» ripeté, mettendosi in spalla la borsa e facendo quasi cadere Ron dalla sedia. «Ci rinuncio! Me ne vado!»

E tra lo stupore di tutta la classe, Hermione si avviò verso la botola, l’apri con un calcio, e spari giù per la scala.

— Capitolo 15, La finale di Quidditch

Ma la professoressa Cooman parve non sentirlo. I suoi occhi si rovesciarono. Harry rimase lì spaventato. Sembrava che lei stesse per avere una specie di attacco. Esitò, pensando di correre fino all’infermeria. Poi la professoressa Cooman parlò di nuovo con quella voce dura, cosi diversa dal solito:

«Il Signore Oscuro è solo e senza amici, abbandonato dai suoi seguaci. Il suo servo è rimasto in catene per dodici anni. Questa notte, prima di mezzanotte, il servo si libererà e cercherà di unirsi al padrone. Il Signore Oscuro risorgerà con l’aiuto del servo, più grande e più orribile che mai. Questa notte… prima di mezzanotte… il servo… si libererà… per unirsi… al padrone…»

— Capitolo 16, La profezia della professoressa Cooman

Molto lentamente, senza levare quegli occhi infossati dal viso di Lupin, Black annuì.

«Professore» intervenne Harry ad alta voce, «che cosa…?»

Ma non finì mai la domanda, perché quello che vide gli spense la voce in gola. Lupin stava abbassando la bacchetta. Un momento dopo era al fianco di Black, gli afferrava la mano, lo aiutava a rialzarsi facendo cadere a terra Grattastinchi e lo abbracciava come un fratello.

— Capitolo 17, Gatto, topo e cane 

«Non potevano farmi compagnia da umani, e così mi facevano compagnia da animali» disse Lupin. «Un Lupo Mannaro è un pericolo solo per le persone. Ogni mese sgattaiolavano fuori dal castello sotto il Mantello dell’Invisibilità di James. Si trasformavano… Peter, che era il più piccolo, riusciva a scivolare sotto i rami aggressivi del Platano e premeva il nodo che lo blocca. Poi si calavano nel tunnel e mi raggiungevano. Sotto il loro influsso, diventai meno pericoloso. Il mio corpo era ancora lupesco, ma la mia mente lo era molto meno quando stavo con loro».

— Capitolo 18, Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso

«Credimi» disse Black con voce roca. «Credimi, Harry. Non ho mai tradito James e Lily; sarei morto piuttosto che tradirli».

E infine Harry gli credette. Un nodo alla gola gli impediva di parlare. Così annuì.

— Capitolo 19, Il servo di Voldemort 

«Be’… i tuoi genitori mi hanno nominato tuo tutore» disse Black seccamente. «Se fosse successo qualcosa a loro…»

Harry rimase in attesa. Black intendeva dire quello che anche lui pensava?

«Lo capisco, naturalmente, se vuoi restare con i tuoi zii» disse Black. «Ma… be’… riflettici. Una volta che avranno riconosciuto la mia innocenza… se tu volessi una… una casa diversa…»

Qualcosa parve esplodere in fondo allo stomaco di Harry.

«Cosa… vivere con te?» chiese, battendo la testa contro una roccia che sporgeva dal soffitto. «Lasciare i Dursley?»

«Certo, lo sapevo che non avresti voluto» disse Black in fretta. «Capisco, credevo solo che…»

«Sei matto?» disse Harry, la voce di colpo roca come quella di Black. «Ma certo che voglio lasciare i Dursley! Tu hai una casa? Quando posso venire?»

— Capitolo 20, Il bacio dei Dissennatori 

Ma non venne nessuno. Harry alzò lo sguardo verso il cerchio di Dissennatori dall’altra parte del lago. Uno di loro si stava abbassando il cappuccio. Era ora che il salvatore apparisse… ma nessuno sarebbe corso in suo aiuto, questa volta…

E poi fu tutto chiaro. Harry capì. Non aveva visto suo padre: aveva visto se stesso…

Harry si lanciò fuori dal cespuglio ed estrasse la bacchetta.

«EXPECTO PATRONUM!» urlò.

— Capitolo 21, Il segreto di Hermione

Non era solo la partenza del professor Lupin a opprimere Harry. Non riusciva a fare a meno di pensare alla profezia della professoressa Cooman. Continuava a chiedersi dove fosse Minus, se aveva già trovato rifugio da Voldemort. Ma la cosa che lo abbatteva di più era la prospettiva di tornare dai Dursley. Per forse mezz’ora, una gloriosa mezz’ora, aveva creduto che sarebbe andato a vivere con Sirius… il migliore amico dei suoi genitori… sarebbe stata la cosa più bella del mondo, a parte riaverli. E se nessuna nuova voleva decisamente dire buona nuova, perché significava che Sirius era riuscito a nascondersi, Harry non poteva non sentirsi depresso quando pensava alla casa che avrebbe potuto avere, un desiderio ormai impossibile da realizzare.

— Capitolo 22, Ancora posta via gufo 

Fonte: Potterpedia.

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Pubblicato da Giulia Greco

Geek. Il caffè è la mia droga, serie TV, film, libri, anime, manga la mia passione. Classe '89, sono cresciuta andando a caccia di vampiri con la Scooby Gang e passeggiando tra le vie di Stars Hollow con le testa tra le nuvole, un po' come Luna Lovegood.

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