Animali Fantastici – I Crimini di Grindelwald | Recensione4 min di lettura —

Animali Fantastici – I Crimini di Grindelwald | Recensione — 4 min di lettura —

Animali Fantastici – I Crimini di Grindelwald è una lettera d’amore ai potterheads da parte di J.K. Rowling, che per anni ci ha incantati con il magico mondo di Harry Potter, con duelli a colpi di bacchetta magica, sortilegi e creature bizzarre. Mettiamo da parte la coerenza narrativa e cronologica e gustiamoci Crimes per quello che è e che vuole essere: un grazie ai fedelissimi, che ancora sognano la loro lettera per Hogwarts.

Nel primo film siamo stati catapultati all’interno della valigia di Newt Scamander, abbiamo fatto la conoscenza degli animali fantastici che danno il titolo alla saga, e avuto un assaggio della perfidia di Grindelwald. Col secondo capitolo entriamo nel vivo della storia, che, nei racconti di Harry Potter era solo accennata. Davvero poco sapevamo e sappiamo tutt’ora di Silente, della sua famiglia, del suo passato, dell’amicizia (o amore?) con Gellert, della sua brama di potere e di conoscenza. Da un universo grande e così ben strutturato come quello creato da J.K. Rowling basta davvero poco, un accenno, un’allusione, per tirare fuori un intero mondo. Animali Fantastici è riuscitissimo proprio per questo, perché malgrado la nostalgia per Harry, Ron e Hermione, non vive di soli ricordi, ma crea una storia con protagonisti coraggiosi e antagonisti affascinanti che nulla hanno da invidiare ai loro predecessori (o successori).

Il finale del film precedente ci aveva lasciati con la presunta morte di Credence e l’arresto del potente mago oscuro Grindelwald, ma l’incipit di Crimes cambia totalmente le carte in tavola, con Gellert immediatamente libero e pronto a far danni e Credence ancora una volta al centro dell’attenzione.

Nonostante il titolo ingannevole, Grindelwald appare poco, ma la sua presenza viene avvertita in altro modo, è un fantasma nei ricordi del giovane Silente, una minaccia per il Ministero della Magia, una fonte di ispirazione per tutti i suoi seguaci e per chi è alla ricerca di un cambiamento. Grindelwald, ancor prima di essere un mago pericoloso, è un oratore carismatico, che sa come abbindolare i deboli lasciando che siano loro a cercare lui. Questo è ciò che lo rende particolarmente temibile, è un nemico completamente diverso da Voldemort, non meno malvagio, solo più subdolo. Se Voldemort era un leader non solo per quelli che appoggiavano la sua causa, ma anche per tutti quelli troppo spaventati per opporvisi, Grindelwald è più sottile, astuto e ambiguo.

Alla lotta contro Grindelwald si intrecciano le diverse linee narrative che confluiscono in un finale che ha lasciato interdetti fan e critica. Senza entrare nei dettagli, possiamo affermare che non siamo certe che la rivelazione finale, che riguarda il personaggio di Ezra Miller, riscriva per forza la continuità del Potterverse. Ci troviamo, infatti, al secondo di cinque film, solo alla fine potremo dire l’ultima parola. Parlare di riscrittura del canone è quantomeno prematuro e azzardato. Se gli errori nella timeline ci sono e sono evidenti (Minerva McGranitt non dovrebbe neppure essere nata negli anni in cui si svolgono gli eventi de I Crimini di Grindelwald), non possiamo ancora bocciare la scelta del colpo di scena conclusivo. Solo il tempo potrà dirci perché non ne venga fatta menzione alcuna nei romanzi di Harry Potter.

Probabilmente proprio per la presenza di un mago malvagio come Grindelwald il film abbandona i toni leggeri e scanzonati dei primi capitoli di Harry Potter e si addentra in quelli oscuri che già erano stati in parte esplorati nella pellicola precedente. Forse proprio per questo, meno spazio è dedicato alle creature fantastiche amiche di Newt.

Nonostante ciò, non mancano momenti di pura ilarità con protagonisti non solo gli animali fantastici, ma il nostro stesso Newton, che ritroviamo, se possibile, in una versione ancora più imbranata e goffa di prima. La sua totale incapacità di intrattenere relazioni con gli esseri umani è protagonista della sequenza più spassosa dell’intero film, in cui un impacciato Newt cerca di conquistare la bella Tina.

Il protagonista sembra l’unico a rimanere puro di fronte a un mondo in cui a governare è il caos, l’unico a dare speranza. In un momento in cui farsi abbindolare dal male è molto semplice, Newt resta un ragazzo dal cuore d’oro, tanto che Leta Lestrange afferma con convinzione che non c’è mostro che lui non riesca a amare. Ed è proprio Leta la rivelazione più interessante del film. Il passato tormentato e l’allontanamento da Newt le donano un background solido e spessore psicologico. Ancora una volta, J.K. Rowling tratteggia personaggi non per forza buoni o cattivi, ma perfetti nella loro imperfezione. Non solo Leta, non solo Silente, di cui già conoscevamo l’ambizione, ma anche i più insospettabili, come la dolce Queenie, si trovano a dover fare i conti con quel pizzico di oscurità che fa parte di tutti noi.

Di nuovo, resta solo Newt, un uomo che non cerca la gloria, non riconoscimenti, che agisce in virtu del bene e della speranza di un cambiamento.

In Animali Fantastici – I Crimini di Grindelwald più che nel primo film si respira aria di casa, con tanti, tantissimi rimandi alla saga madre, il ritorno ad Hogwarts (chi non ha avuto i brividi quando la Hedwig’s Theme ha accompagnato Newt nella scuola di Magia e Stregoneria britannica?) e i personaggi, come Silente, la professoressa McGranitt e il mitico Nicholas Flamel, che hanno fatto la storia di Harry Potter.

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Pubblicato da Manuela Greco

Classe ’92, appassionata di serie TV, film, libri, anime, manga e di tutto ciò che è nerd da che ne ha memoria.

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